C’è molta mafia, soprattutto gli sviluppi inediti delle operazioni “Amicizia” del Gruppo Carabinieri e Ros di Caltanissetta e l’altra parallela che ha investito in pieno Favara con la cattura di tre fiancheggiatori di Gerlandino Messina, nel numero 25 di Grandangolo – il giornale di Agrigento – diretto da Franco Castaldo, già in edicola.
Ma c’è anche lo sviluppo investigativo riguardante l’omicidio di Franca Lojacono, consuocera di Paolo Vivacqua l’imprenditore ravanusano ucciso a Desio nel novembre 2011 che aveva creato un impero economico illegale, mediante false fatturazioni, valutato oltre 300 milioni di euro. E c’è anche l’intervistona a Massimo Raso, nuovo segretario generale della Cgil di Diego Romeo e anche la macabra comparsata di Peppe Arnone, ex consigliere comunale ed ex tutto, che pur di apparire si è infilato in una bara (vera), si è vestito di tutto punto (da morto, in pratica), si è lasciato “cunsare” dagli incorreggibili e bravissimi “picciotti” di Camera Zhen per tornare a far parlare di se. Grandangolo traccia un profilo inedito e lancia una nuova preghiera pseudo cristiana: Credo in Giuseppe Arnone…”.
Attila e Totò Patti, fanno il resto.
Un lungo articolo affronta la questione Naro legata alla nomina ad assessore di Luisa Maniscalchi mentre Beniamino Biondi e Tano Cellura scrivono del cinema greco, poco visualizzato, e della necessità di far eleggere a Licata un deputato regionale licatese.
La vicenda del presidente della regione Raffaele Lombardo e della difesa, non richiesta e dannosa di Giuseppe Arnone, completano un efficace settimanale già atteso in edicola.