Dopo un periodo di pausa torniamo a fare il nostro dovere senza correre il rischio di essere accusati di stare dalla parte di questo o quel candidato (cosa che peraltro qualche giornalista ha fatto, in maniera veramente stomachevole…).
Messe da parte le asce di (finta) guerra, i partiti tornano a giocare un ruolo determinante nell’amministrare la città.
Di quali fossero i giochi (o le “tragedie”) organizzati nel corso della competizione elettorale in danno di qualche candidato, avevamo già scritto in tempi non sospetti…
I risultati oggi sono dinanzi gli occhi di tutti, a partire dall’elezione a Presidente del Consiglio di un uomo di Roberto Di Mauro, ex antagonista di Zambuto e Pennica al primo turno delle amministrative, alleato di Pennica al ballottaggio, fino all’odierno inciucio.
La stessa storia politica di Zambuto nel corso della precedente sindacatura, è stata l’emblema dell’inciucio. Dal suo “al di sopra dei partiti” (proveniente dall’Udc e con un passato di assessore nella giunta Piazza) supportato da liste civiche e dal centrosinistra (ma eletto con il favore del centrodestra), per poi fare il salto della quaglia con l’innamoramento per Forza Italia, salvo un “torna a casa Lassie” con il rientro a quell’Udc che, in tempi “sospetti”, aveva abbandonato.
Inciuci che lo hanno visto anche alleato con chi lo aveva definito un “pupo nelle mani di un puparo”.
Insomma, non si è fatto mancare proprio nulla…
Complici le operazioni di disinformazione messe in atto da taluni operatori dell’informazione che, non certo disinteressatamente, hanno contribuito a danneggiare l’immagine di alcuni candidati per favorirne altri, evocando spettri per spaventare i gonzi. E che la maggioranza di noi poveri mortali non sia composta da geni iscritti al Mensa, è una certezza che non richiede conferma alcuna.
E se mai necessitasse, a mo’ d’esempio si potrebbero citare queste due ultime tornate elettorali agrigentine…
Sorvolando sui “trashinciuci” di chi ha comunque vinto costruendo rapporti politici ed elettorali con i partiti – quegli stessi partiti tanto deprecabili allorquando alleati di antagonisti -, registriamo la scomparsa dalla scena della vita politica cittadina di alcuni “trombati eccellenti”.
Non certo quella di chi – nonostante le promesse di ritiro a vita privata – aveva tentato le ultime sortite da zombie della politica. Né tantomeno quella di Lillo Miccichè, che nella qualità di coordinatore del suo partito (Sel) continua ad essere presente. Scomparsi dalla scena Giampiero Carta, l’ex candidato sindaco di Idv, e Nello Hamel, coordinatore del partito.
E dire che oggi di posizioni politiche da prendere, per chi non ha solo mire elettorali, ce ne sarebbero tante. Così come dimostra quasi quotidianamente Lillo Miccichè.
Resta da sperare che il tutto non sia funzionale a futuri accordi, dopo aver fatto passare un ragionevole lasso di tempo, che consenta agli agrigentini di dimenticare le accuse al vetriolo seminate abbondantemente nel corso della campagna elettorale.
Non serviva certo una Cassandra per capire quale sarebbe stato il risultato elettorale del candidato Carta e della lista in appoggio (nonostante ci fosse chi giurava che sarebbe arrivata all’8%); non vorremmo essere noi le Cassandre di questa circostanza…
Fatta questa operazione-verità sul passato e su quello più recente (rifiutato dal sentire comune e da una certa stampa piuttosto interessata…), è sul presente che dovremmo accentrare l’attenzione, invitando i partiti e i nostri politici ad essere molto rapidi ed energici nel progettare e mettere in atto misure idonee a far fronte alle continue emergenze di cui soffre la nostra città.
Viceversa, sarà solo un altro quinquennio di “trashinciuci”….
gjm
Morici, il tuo profluvio di alta sintassi non si attaglia bene alla descrizione dell’attuale situazione politica agrigentina. A meno che tu non abbia sperato che il prossimo presidente del consiglio comunale fosse stato il Mahatma Gandhi.
Lasciali stare agli scomparsi, pensa agli onnipresenti che possono impegnarti già abbastanza.
A meno che tu non abbia il chiodo fisso verso certe persone e certa parte politica, malgrado lo esorcizzi già in inizio di articolo. Excusatio non petita…
Diceva Andreotti “A pensar male degli altri si fa peccato ma spesso ci si indovina…”
E credo sia qualcosa in più che un semplice “indovinare”…