FIRENZE – E’ ancora bufera sulla cooperativa agricola Il Forteto – dove dagli anni Settanta vengono ospitati minori in difficoltà – dopo che nel dicembre del 2011 era finito in manette Rodolfo Fiesoli di 70 anni, uno dei fondatori della struttura, con l’accusa di maltrattamenti e violenza sessuale. Un nome già noto agli inquirenti, dopo che negli anni ’80 era stato tratto in arresto insieme all’altro cofondatore, Luigi Goffredi, e aveva riportato una condanna a 2 anni per atti di libidine e maltrattamenti.
Mentre in molti si chiedono come sia potuto accadere che un uomo inquisito dagli anni ’70 per reati sessuali abbia potuto continuare per decenni a gestire una comunità per minori, ad alimentare nuove polemiche, la possibilità di eventuali finanziamenti in favore della comunità.
A prescindere dal numero di episodi contestati a colui il quale si faceva chiamare “il profeta” – molti dei quali già prescritti -, dovrebbe effettivamente far riflettere la qualità dei resti contestati a Rodolfo Fiesoli, che vanno dagli abusi sessuali a metodi educativi coercitivi (quali percosse e ore fatte passare all’interno delle celle frigorifere) dei quali si è interessata la Corte europea dei diritti dell’uomo che nel 2000 ha condannato l’Italia al pagamento di 200milioni di lire, per l’affidamento a Il Forteto di due bambini, sottoposti a trattamenti giudicati non conformi alla Convenzione di salvaguardia dei Diritti dell’Uomo.
Inutile dire che, come spesso accade in questi casi, quanti lavorano in strutture che finiscono tra le maglie della giustizia, temendo di perdere il posto di lavoro, finiscono con lo schierarsi dalla parte di chi commette gli abusi.
Se da una parte c’è il silenzio e una certa acquiescenza, dall’altra c’è anche chi decide di denunciare all’opinione pubblica i fatti, affinchè sulla vicenda non cali una coltre di silenzio.
È questo il caso del gruppo “Falsi Educatori” sorto su Facebook, che, nel pubblicare ogni notizia che riguarda Il Forteto, raccoglie le testimonianze di molti utenti che narrano la propria storia.
Tra i tanti commenti, ne abbiamo scelto uno a caso, per rendere l’idea di quello che afferma chi conosce la struttura che doveva servire alla rieducazione di minori.
Scrive Ele E Manu : “Ascoltare queste cose mi fa male…. rivivere ogni volta il passato dalle parole di tutti quelli che come me ci hanno vissuto, arrivai lì che avevo 5 anni e ci sono rimasto per ben 21 anni. Ancora di notte mi capita di fare incubi sul Fiesoli. Fui affidato a Daniela T e Stefano S ovviamente coppia funzionale. Era proprio Daniela T che mi portava dal Fiesoli per i lunghi chiarimenti che avvenivano per futili motivi tipo: viso bianco, litigi fra bambini, marachelle ecc…anche davanti a lei Rodolfo aveva degli atteggiamenti “particolarmente affettuosi” nei mie confronti. Questi atteggiamenti mi facevano stare male ma per lei erano atteggiamenti normali, mi dovevo lasciare andare e non avere paura …Quello che so’ della mia vera famiglia è:mia nonna mi e’ venuta a trovare una volta al mese fino a i miei 18 anni poi sparì, mi veniva continuamente detto che non mi voleva bene …… di mia madre so solo che quello che mi hanno raccontato loro che agli incontri con lei io piangevo sempre e non ci volevo stare e che lei non veniva più perche’ io non volevo …. tutto questo a 5 anni, di mio padre sono venuto a sapere quando sono uscito che e’ venuto al Forteto assieme a mia nonna e non me lo hanno fatto vedere…Adesso io non ho nessuno della mia vera famiglia e non so dove siano e quale sia la verita’ ma so solo che mi hanno lasciato una gran confusione in testa…..Il rimorso di non aver più visto mia madre che so che e’ morta….”.
Storie allucinanti, che sembrano trovare riscontro nella mozione del Consiglio provinciale di Firenze, del 16 aprile 2012, che riportiamo integralmente:
Orrore de “Il Forteto”, condanna alle violenze e stop immediato all’erogazioni di fondi pubblici alla comunità inquisita.
IL CONSIGLIO PROVINCIALE DI FIRENZE
Vista la sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo “Caso Scozzari e Giunta contro Italia”, del 13 luglio 2000 – Ricorso n° 39221/98 et 41963/98, di cui se ne allega copia, nella quale vengono narrati anche i gravi fatti giudiziari relativi alla Comunità/Fondazione/Cooperativa de “Il Forteto” di Dicomano, da parte dei suoi fondatori, L.R.F e L.G.;
Dato atto che la cooperativa in oggetto è stata interessata, a partire dalla fine dagli anni 70, da un’inchiesta penale in relazione ad atti di pedofilia e zoofilia commessi all’interno della cooperativa stessa, a seguito della quale due dei fondatori furono arrestati e poi rimessi in libertà, ma rinviate a giudizio;
Preso atto che:
– con sentenza della Corte di Appello di Firenze del 3 Gennaio 1985, L.R.F.e L.G., fondatori dell’Associazione “Il Forteto”, furono condannati per maltrattamenti e abusi sessuali su persone accolte nella comunità, in quanto risultava sia un’istigazione da parte dei responsabili del Forteto alla rottura dei rapporti tra i bambini che erano affidati loro e i genitori biologici, sia una pratica diffusa di omosessualità, accuse basate su testimonianze e parziali confessioni degli imputati;
– nel capo accusatorio, risultavano anche maltrattamenti gravi verso una ragazza handicappata, che aveva soggiornato qualche giorno presso la comunità ricevendo offese ed umiliazioni, oltre ad abusi sessuali su due handicappati di sesso maschile, in presenza di minori;
– Le condanne furono di due anni di reclusione per L.R.F., mentre per L.G. la pena fu di dieci mesi di reclusione, ottenendo la condizionale e la sospensione dell’interdizione dai pubblici uffici;
– che gli stessi furono condannati per usurpazione di titolo, essendosi arrogati il titolo di psicologi diplomati presso le università di Berna e Zurigo;
– Il ricorso in Cassazione dei due condannati fu respinto l’ 8 Maggio 1985;
Considerato che dal fascicolo di causa, ed in particolare da uno dei libri pubblicati sulla comunità, alcune persone che lavorano presso l’associazione, o che vi sono state accolte, provengono da famiglie con problemi e hanno subito nel loro passato violenze di natura pedofila, elementi che emergono violentemente dalle numerose testimonianze dei ricorrenti, fatti che sono stati verificati e riscontrati essere realmente accaduti;
Preso atto inoltre che L.G., imputato e condannato dei fatti di cui alla sentenza della Corte di Appello di Firenze del 3 Gennaio 1985, risulta essere ancora legale rappresentante della Fondazione “Il Forteto”, comunità che è tuttora in piena attività, a cui le istituzioni pubbliche continuano ad erogare contributi per l’assistenza e il recupero di minori ed adulti in difficoltà sia psicofisiche, sia economiche, e che l’altro fondatore, L.R.F, risulta ancora oggi agli arresti domiciliari per gli stessi reati già contestati nel processo del 1985;
Considerato che:
– sono attivi Fondi Regionali a favore della Fondazione “Il Forteto” per sostenere azioni di recupero nei confronti di ragazzi che frequentano la scuole dell’area del Mugello per l’anno scolastico 2011-2012;
– che nell’Aprile 2011 la Provincia di Firenze, di concerto con la Fondazione imputata, aveva addirittura organizzato un convegno sul disagio adolescenziale, finalizzato al dibattito su come prevenire i problemi psicosociali nei giovani;
Il Consiglio Provinciale di Firenze
– Condanna fermamente i fatti di violenza ed abusi sessuali avvenuti presso la Fondazione “Il Forteto” di Dicomano, avvenimenti che risultano essere stati già penalmente perseguiti con sentenza della Corte di Appello di Firenze del 3 Gennaio 1985, con la quale il socio fondatore L.R.F fu condannato a due anni di reclusione, mentre per l’altro socio fondatore, L.G., la pena fu di dieci mesi di reclusione, ottenendo la condizionale e la sospensione dell’interdizione dai pubblici uffici;
– Esprime piena solidarietà alle vittime de “Il Forteto”, persone che lavorano presso l’associazione, o che vi sono state accolte, le quali provengono da famiglie con problemi di violenza di natura pedofila, che hanno dovuto subire umiliazioni ed oltraggi non solo dalla famiglia di origine, ma anche da coloro che dovevano proteggerli ed aiutarli in un percorso di recupero psicofisico e di reinserimento sociale;
CHIEDE
L’immediata sospensione di erogazione di fondi pubblici (comunali, provinciali e regionali) da destinare, a qualsiasi titolo, in modo diretto e/o indiretto, alla Fondazione de “Il Forteto”, presieduta da L.G., già condannato, con sentenza della Corte di Appello di Firenze del 3 Gennaio 1985, a dieci mesi di reclusione per maltrattamenti ed abusi sessuali su minori ed handicappati, per cui la Cassazione in data 8 Maggio 1985 ne ha respinto anche il ricorso.”
Nonostante questi precedenti, solo dal 2009 il Tribunale di Firenze non ha più affidato nessun minore alla comunità. Oltre trent’anni di abusi, prima che si arrivasse ad una conclusione che, quantomeno in via precauzionale, sarebbe stata più che ovvia…
gjm