di Giuseppe Cattano
E’ da circa dieci giorni a questa parte che in città non si respira più : come da copione migliaia di persone si sono attivate per cercare voti oltre che per se stessi anche per i cugini, cognati, fratelli, vicini di casa, dirimpettai, conoscenti, congiunti, amanti ecc;
I miei concittadini che nei cinque anni trascorsi sembravano persistere in un autentico letargo, adesso sono usciti dal coma profondo e sono divenuti dinamici, attivi, efficienti ed operativi;
Molti volti noti in questa corsa e ricerca spasmodica “all’ultimo voto” ma anche tanti sconosciuti, persone che non ricordavo neanche di vista;
Ieri mattina, sono stato avvicinato da un conoscente di mezza età, il quale con uno stranissimo ma comprensibilissimo approccio stracolmo di sorrisi, pacca sulla spalla, elogi e sviolinate di circostanza, invito al bar per offrire un caffè,mi chiede se avessi impegni per questa tornata elettorale;
La mia risposta è stata chiara : da uomo libero quale mi reputo, il mio unico impegno è di favorire, senza tornaconti o ritorni economici e facendo la mia minuscola parte, le persone che a mio modesto parere possono dare qualcosa di buono al futuro della nostra città;
Ed ecco il mio caro conoscente tirare fuori, alla velocità della luce, un paio di facsimile con la foto di uno sbarbatello in giacca e cravatta , il quale mi sorride a quarantadue denti dal suo facsimile accompagnato da uno slogan della tipologia assai ridicola che in questi giorni leggo a destra e a manca : “insieme sempre avanti”
“Sai” – mi dice molto candidamente- mio nipote è un ragazzo in gamba, sa il “fatto suo” e poi se viene eletto “possiamo avere sempre bisogno“
Guardo la foto un pò perplesso, giro e rigiro il facsimile notando che il tizio è il candidato di una lista che non voterei neanche sotto tortura, e mi vien voglia di gridare ad alta voce in pieno centro rischiando di essere segnalato per disturbo alla quiete pubblica; ma non lo faccio, sarebbe una caduta di stile da parte mia e mi limito a salutare e a girare le spalle;
Rientro a casa con un pensiero fisso : quando è che la smetteremo con questa maledetta cultura del bisogno? quando arriva il tempo che ci affranchiamo da tutto questo sciacallagio pre elettorale? Quando arriva il tempo che diremo ai conoscenti, ai parenti, agli amici o ai soliti opportunisti “gira al largo” che mi hai stancato?
Quando arriva l’ora che l’agrigentino eserciti il suo diritto/dovere al voto consapevolmente, in tutta libertà, senza temere di sentire provenire da dietro l’angolo il fiato sul collo di questo dannato BISOGNO creato ad arte e voluto dai capibastone di coloro che oggi ci chiedono il consenso?
Quando si potrà dire che gli agrigentini sono un popolo di persone divenute adulte nella consapevolezza dei propri diritti e nell’esercizio dei propri doveri? Spero presto, prestissimo.Non c’è più tempo da perdere, qui si rischia ancora una volta di morire soffocati nella palude della già vista e più totale rassegnazione.
Giuseppe Cattano
Purtroppo non ne usciremo mai fuori. La gente di AG vuole solo promesse, piaceri e miraggi di miracoli. Non gli interessa nient’altro: ha bisogno dell’analista che gli fa il piacere di andargli a prendere il sangue a casa, del medico che fa il suo dovere e però a noi pare che ci fa un piacere, del fontaniere che ci apre l’acqua, dell futuro politico che ci trova il lavoro (prima però se lo trova lui), al sindacalista che ci fa avere la cassa integrazione che anche questo non è un piacere ma un diritto. Non sappiamo distinguere i piaceri dai diritti. Non capiamo che eleggere i furbi non è una furbata per la città. Dobbiamo eleggere persone sveglie e intelligenti non gli sperti!