un articolo di Alida Amico
AGRIGENTO – A renderlo suggestivo, è soprattutto il labirinto di viuzze e cortili. Un inestricabile complesso viario di impronta araba, che fa del centro storico del capoluogo agrigentino, un’ affascinante “casbah” da salvare. In cui incombe, però, il rischio perenne di crolli: per quello del seicentesco palazzo Lo Jacono Maraventano, avvenuto nell’aprile di un anno fa, è indagato dalla Procura della Repubblica, anche il sindaco Marco Zambuto (con l’accusa di disastro colposo)… L’appello. Nel frattempo, un gruppo di intellettuali agrigentini – cogliendo al balzo le prossime consultazioni amministrative – ha sottoscritto un appello indirizzato ai partiti politici, alla società civile, nonché ai candidati sindaci per richiamare l’attenzione sul drammatico degrado in cui versa il centro storico di Agrigento… Nella lettera, che porta in calce, la firma di una trentina di intellettuali, scrittori, docenti, architetti, artisti, medici, avvocati – come il critico cinematografico Beniamino Biondi, il noto fotografo Tano Siracusa, il giornalista Matteo Collura, lo scultore Franco Fasulo, ma anche il direttore della Kolymbetra, Giuseppe Lo Pilato e l’attrice Lia Rocco – viene sollecitata la “centralità” ed il carattere di “somma urgenza” che dovrà assumere, nel prossimo quinquennio, per la nuova amministrazione comunale, il problema del centro storico…
Stop ai nuovi alloggi. Biondi, insieme ad i firmatari dell’appello, contesta la costruzione di nuovi alloggi (il sindaco Zambuto, con il programma “Terravecchia di Girgenti”, prevede di realizzarne 38), all’interno del centro storico. “Perché lo deturpano, lo rovinano, lo aggrediscono e lo mortificano” spiega. “Invece, il Comune insieme alla Soprintendenza – argomenta Biondi – dovrebbe creare un ufficio ad hoc, che agevoli il ripopolamento del centro storico, mediante sgravi fiscali ed aiuti economici a coloro che vogliono ristrutturare le case, e li segua nella complessa procedura burocratica. Inoltre – aggiunge il critico agrigentino – occorre un monitoraggio delle case che sono a rischio crollo…
A raccogliere finora l’appello degli intellettuali agrigentini, è stato il candidato di Epolis, Totò Pennica. Il quale ha preannunciato – in caso di vittoria elettorale – la costituzione di una “Consulta per il centro storico”…
da rendere “subito operativa”. Mentre l’ex deputato regionale Lillo Miccichè, candidato al consiglio comunale nella lista “Agrigento bene comune” ha preannunciato per sabato 31 marzo un convegno sul centro storico, in cui presenterà un dossier sulla “devastazione urbana” che il Comune starebbe realizzando nella zona più vecchia della città, denominata “Terravecchia”.
Tano Siracusa, fotografo innamorato della sua città, è uno dei pochi agrigentini, che si è schierato a favore della “decostruzione” dei cosiddetti “tolli”: cioè l’abbattimento dei palazzoni, che hanno sfregiato la città dei Templi, salita negli anni 60 alla ribalta nazionale, per via della frana e della speculazione edilizia selvaggia. Siracusa, cita non a caso il nome dell’ingegnere agrigentino Rizzo. “Fu lui per primo a prevedere nel piano particolareggiato del Comune – rammenta – ad inizio degli anni ‘90, interventi di decostruzione, che prevedevano l’abbattimento dei piani alti dei palazzoni. Solo che il piano particolareggiato, venne approvato dal Comune, senza queste prescrizioni. Che incontrarono l’opposizione generale, anche del circolo di Legambiente, allora diretto da Peppe Arnone…
L’ingegnere Rizzo, anni fa, in una intervista, spiegò che l’idea dell’abbattimento, gli era venuta ascoltando Argan (lo storico dell’arte n.d.r.). “Che nell’ 85’, trovandosi ad Agrigento – come riferisce Tano Siracusa – disse: “queste costruzioni sono degli orrori, di cui vi dovrete sbarazzare!” Sul tema, poi scrissero anche altre importanti “penne” nazionali: da Bocca a Cederna…
….continua in edicola su Centonove di questa settimana….