Tre le vicende forti su cui Grandangolo – il giornale di Agrigento, in edicola domani (nr.13) – diretto da Franco Castaldo, apre i riflettori andando ben oltre il fatto di cronaca ed approfondendo minuziosamente temi e fatti. Il primo riguarda Racalmuto e lo scioglimento dell’amministrazione attiva per mafia. E’ notizia freschissima, infatti, che il ministro degli Interni, Anna Maria Cancellieri verrà a Racalmuto il prossimo 10 aprile per portare testimonianza diretta della presenza dello Stato nella città di Leonardo Sciascia e dare un segnale forte per il ripristino della legalità in un territorio che è stato lungamente in mano alla mafia. Il ministro darà il benvenuto alla commissione prefettizia che reggerà per 18 mesi le sorti del Comune. Un bel segnale che rasserena la popolazione e che porta alto il grado di attenzione dello Stato verso Racalmuto specie dopo che sono divenute note le motivazioni che hanno portato allo scioglimento del Consiglio comunale. Motivazioni dure, pesanti che fanno della città di Sciascia un coacervo di intrecci dove illegalità, parentele, violazioni di legge sembrano alla base di tutto. E Grandangolo pubblica ampi stralci della relazione che ha atto sciogliere l’amministrazione.
L’in chiesta all’Asp 1 di Agrigento. E’ noto che i Carabinieri del Nas di Palermo, unitamente a militari dell’Arma territoriale, hanno eseguito, nelle province di Agrigento e Catania, cinque decreti di perquisizione locale emessi dalla Procura della Repubblica di Agrigento, nei confronti di 3 tra funzionari ed ex dirigenti della locale Azienda sanitaria provinciale nonché dell’amministratore di una società di vendita di arredi dì Catania, ritenuti responsabili di turbativa d’asta e truffa in danno del Servizio sanitario nazionale. Grandagolo spiega la genesi dell’indagine, indica nomi e cognomi e, soprattutto, spiega che la vicenda si inquadra nel contesto di una gara d’appalto aggiudicata con un ribasso dell’1%. Nacque, all’epoca dei fatti, uno scontro, sfociato in denunce, tra l’allora manager Salvatore Olivieri e Cataldo Manganaro, alto dirigente della struttura sanitaria. La gara venne rifatta e il ribasso fu del 20 %. Analoga vicenda riguarda l’acquisto di un particolare apparecchio sanitario destinato all’ospedale di Licata. Nel mirino degli investigatori, tuttavia ci sono una serie di appalti banditi tra il 2010 e 2011 i cui accertamenti non sono stati ancora ultimati. Ma le indagini non sono finite. In particolare, la Procura ha avviato una verifica in relazione alla fornitura di presidi ai diabetici erogata dalla ditta De Rosa di San Cipriano d’Aversa agli assistiti della Asp 1. La ditta De Rosa si è aggiudicata la gara con un ribasso di un centesimo sulle siringhe e sugli aghi e di tre centesimi sulle strisce reattive. Uno sconto ridicolo.
Infine la vicenda Anone – Di Marco che è costata all’avvocato ambientalista, ex Pd, candidato a sindaco di Agrigento, l’imputazione e una richiesta di rinvio a giudizio per tentativo di estorsione e lesioni personali aggravate. Ciò che sembrava chiaro, a parole, secondo le innumerevoli prese di posizione di Arnone, chiaro non è. Anzi, tutto è fosco, nebuloso ed a chiarire i misteri non ha contribuito lo stesso consigliere comunale, come affermato pomposamente nelle conferenze stampa. Molte cose sono state taciute e l’opinione pubblica, davanti ad un atto così grave, non può avere come versione quella del candidato sindaco. Già la settimana passata avevamo aperto ampi squarci di luce, attraverso la testimonianza della donna che accusa l’avvocato, Maria Grazia Di Marco. Ed oggi continuiamo a farlo sempre con le sue parole. L’opinione pubblica poi confronterà le due versioni, adesso sì note, e saprà valutare. La Procura, prima di tutti, ha già valutato. E chiede al Gup del Tribunale di Agrigento, Stefano Zammuto, il processo per l’ambientalista.
Note politiche, l’intervistona di Diego Romeo all’eurodeputato Salvatore Iacolino e i classici articoli di Attila, Ulpiano, Salvatore Patti completano il giornale.