L’Italia Dei Valori – federazione provinciale di Brindisi, per quanto riguarda la vicenda del depuratore circondariale di Carovigno con particolare riferimento alla autorizzazione allo scarico delle acque nel Canale Reale, ribadisce con forza il proprio dissenso così come meglio formulato nella recente interrogazione parlamentare(sotto riportata) a firma del senatore IDV Giuseppe Caforio.
Torniamo a sottolineare la gravità delle conseguenze che lo scarico delle acque nel Canale Reale avrebbe per il patrimonio ambientale che Torre Guaceto oggi rappresenta. Non si comprese a suo tempo la variazione del progetto che in un primo momento prevedeva l’uso irriguo delle acque depurate, non si comprende oggi il perché di tale dannosa ed irresponsabile scelta: basterebbe allungare di qualche centinaio di metri la condotta a mare!!!!
IDV invita tutti i soggetti coinvolti nella vicenda, non solo a moderare i toni troppo spesso intolleranti e violenti, ma anche a valutare le conseguenze in termini di violazione della legge e di responsabilità penali che vi sarebbero con l’avvio dell’impianto di depurazione. La politica non ha e non deve avere il potere di superare le leggi.
IDV deve anche, purtroppo, lamentare la disinformazione che alcuni organi di stampa stanno producendo sull’argomento rappresentando il presidente Ferrarese unico “testardo” oppositore alla messa in funzione dell’impianto. Non è così perché oltre al Consorzio di Torre Guaceto e all’IDV vi sono i cittadini che hanno manifestato con migliaia di firme il loro dissenso.
Elio Lanzillotti Responsabile Dipartimento regionale Ambiente
Lorenzo Caiolo coordinatore provinciale
Di seguito l’interrogazione parlamentare fatta dal senatore Caforio.
INTERROGAZIONE TORRE GUACETO
Premesso che:
con Decreto interministeriale 4 dicembre 1991 è stata istituita la Riserva Naturale Marina di Torre Guaceto comprendente l’area marina costiera antistante Torre Guaceto ed i territori limitrofi dei comuni di Brindisi e Carovigno. L’area marina protetta è stata affidata, in quegli anni, alla Capitaneria di Porto di Brindisi che avrebbe svolto un prezioso lavoro di tutela del territorio;
nell’ambito del programma comunitario “Natura 2000” e del relativo programma italiano “Bioitaly”, la Regione Puglia ai sensi della Dir. 92/43 CEE “Habitat” ha proposto Torre Guaceto come Sito d’Importanza Comunitaria (SIC) denominandolo Torre Guaceto Macchia San Giovanni. Sempre la Regione Puglia ha individuato la zona umida di Torre Guaceto come Zona di Protezione Speciale (ZPS) ai sensi della Dir. 79/409 CEE “Uccelli”;
il Ministero dell’Ambiente con Decreto del 4 febbraio 2000 ha istituito la Riserva Naturale dello Stato di Torre Guaceto. Nel decreto istitutivo, precisamente nell’art. 4 la gestione della stessa è stata affidata ad un consorzio misto fra l’Amministrazione Comunale di Brindisi, l’Amministrazione Comunale di Carovigno e l’associazione protezionistica senza fini di lucro World Wildlife Italia-W.W.F. Italia. Lo stesso Consorzio è individuato, sempre dall’art. 4 del medesimo decreto come organismo di gestione della riserva naturale marina di Torre Guaceto;
Considerato che:
l’area Marina Protetta di Torre Guaceto è seriamente minacciata dall’attivazione dell’impianto di depurazione consortile del comune di Carovigno, in costruzione da più di trenta anni e non ancora completato, situazione che ha nel frattempo determinato una notevole lievitazione dei costi. In data 18 febbraio 2011, l’Acquedotto Pubblico Pugliese ha richiesto alla Provincia di Brindisi l’autorizzazione per lo scarico delle acque reflue, depurate dall’impianto di cui sopra, all’interno del Canale Reale. Tale canale, già seriamente compromesso a causa delle forti pressioni antropiche nonché dagli scarichi effettuati dalle aziende locali di confezionamento alimentare, sfocia nella Zona A dell’Area Marina Protetta di Torre Guaceto, la più importante dal punto di vista ambientale, distante 900 metri dall’habitat prioritario Praterie di Posidonia, presente all’interno della stessa area SIC. Inoltre, non è escluso che lo stesso Canale possa raccogliere scarichi occasionali effettuati da soggetti non autorizzati. Inoltre, da notizie apparse su alcuni organi di stampa, il progetto sarebbe privo della valutazione di impatto ambientale prevista dalla legge;
l’Area Marina Protetta di Torre Guaceto rappresenta un tesoro di biodiversità per la Puglia e per tutto il Mediterraneo. I rischi, in caso di attivazione dell’impianto di Depurazione sopra citato, sono molto alti. È previsto, infatti, lo scarico in mare di circa 3.000 metri cubi al giorno di acqua dolce depurata, ricca di materiale organico sospeso che inevitabilmente avrà notevoli conseguenze ecologiche, provocando una variazione locale della salinità e la scarsa motilità delle acque della laguna;
risultano non individuate, sia per il breve che per il medio – lungo periodo, soluzioni per la mitigazione dei danni direttamente derivabili in caso di malfunzionamento del suddetto impianto di depurazione. Inoltre, l’Acquedotto Pubblico Pugliese prevede un periodo di tempo dall’attivazione dello scarico, quantificato in 120 giorni, per la messa a regime dei processi depurativi. Ciò significa che, necessariamente, nei primi mesi si verificherà lo scarico nella Zona A di acque non sufficientemente depurate, con conseguenti ingenti danni, non solo ambientali ma anche economici. In riferimento a questo secondo aspetto, a pagare maggiormente le conseguenze sull’ecosistema sarebbero i pescatori, che vedrebbero fortemente ridotte le proprie rendite a causa dei danni che subirebbero le specie ittiche di valore commerciale, nonché gli operatori del settore turistico dell’intero territorio provinciale;
la Regione Puglia e la Provincia di Brindisi, di fronte ai pareri negativi del Consorzio di Torre Guaceto, del Ministero dell’Ambiente, dell’Arpa Puglia, della Capitaneria di Porto e nonostante l’attività di scarico rappresenti una palese violazione della legge istitutiva di Torre Guaceto di cui in premessa, continuano a portare avanti il progetto. A tal proposito, è stata lanciata, nel Salento, in special modo nell’ambito dell’hinterland brindisino, una raccolta firme per opporsi alla distruzione di Torre Guaceto;
Considerato inoltre che :
già nel maggio 2011 l’Unione Europea, attraverso la procedura di infrazione n. 3272 – 2011, invitava l’Italia a porre immediatamente fine alla sistematica violazione della direttiva CEE 91/271, recepita con Legge 30 maggio 1991, n. 135 e concernente il trattamento delle acque reflue urbane, nell’ambito dell’attività di scarico delle acque di depurazione realizzata dagli impianti siti nei comuni di Latiano, Mesagne e Francavilla Fontana, proprio all’interno di Torre Guaceto. In luogo di rispondere positivamente alle istituzioni comunitarie, otto mesi dopo, anziché procedere con urgenza alla soluzione del problema anche per i comuni di cui sopra si è invece pensato bene di prevedere la possibilità di scarico per altri comuni, tra questi Carovigno, San Vito dei Normanni e San Michele Salentino;
oltre che nella Direttiva CEE “Habitat” 92/43 anche nell’art. 17, comma 2, lettera a) e nell’art.19, comma 3, lettera f) della legge quadro sulle aree protette, la n. 394/1991 è stabilito il divieto di ogni forma di discarica di rifiuti solidi e liquidi all’interno delle aree marine protette. Tale attività è, infatti, ritenuta capace di compromettere la tutela delle caratteristiche dell’ambiente oggetto della protezione, nonché le finalità per le quali la stessa area protetta è stata istituita;
si chiede di sapere: se e quali misure concrete intenda porre in essere il Ministro in indirizzo, per quanto di propria competenza, per evitare che si realizzi l’ennesimo scempio ambientale ai danni della Puglia, in particolar modo del territorio brindisino, già ampiamente violentato in passato da scelte politiche, a giudizio dell’interrogante a dir poco discutibili, che ne hanno irrimediabilmente minato la propria bellezza e fruibilità turistica;
se e quali iniziative intenda porre in essere il Ministro in indirizzo per rilanciare un confronto serio e costruttivo tra Stato, Regione Puglia, Provincia di Brindisi, Arpa Puglia e popolazione locale al fine di individuare soluzioni alternative che consentano la messa in funzione dell’impianto di Depurazione di Carovigno, nel rispetto delle peculiarità ambientali dell’Oasi di Guaceto; se, con riferimento alla citata procedura di infrazione, si intendano porre in essere idonee misure atte a chiudere il contenzioso con le autorità comunitarie e prevenire atti di messa in mora, valutando altresì la modalità di intervento delle autorità competenti per il ripristino dello status quo ante.