Grandangolo – il giornale di Agrigento – diretto da Franco Castaldo, stampa domani, nell’edizione nr. 9, in esclusiva, notizie su due nuove inchieste giudiziarie avviate dalla Procura della Repubblica di Agrigento. La prima riguarda il progetto “Terra vecchia”, un appalto di molti milioni di euro per la valorizzazione del centro storico andato al Gruppo Campione, appalto sul quale si sono puntate le attenzioni dell’ex deputato regionale Calogero Miccichè – al quale Diego Romeo dedica l’intervistona – che proprio recentemente ha sollevato, nel corso di una conferenza stampa, dubbi e perplessità.
L’altra inchiesta riguarda invece l’Asp 1 di Agrigento ed un concorso sospetto che ha fatto registrare l’intervento politico, all’Ars, del deputato Giulia Adamo (Udc) con una interrogazione. Prima ancora che il commissario Salvatore Messina modificasse il bando, la magistratura inquirente agrigentina, con la speciale sezione che ha competenza sui reati contro la pubblica amministrazione, ha avviato gli accertamenti. Entrambe le vicende, prima dei due esponenti politici, erano state sollevate da Grandangolo. Sempre in tema di giudiziaria, e sempre in esclusiva, Grandangolo si occupa dell’inchiesta già nota relativa al crollo di Palazzo Lojacono. Il pubblico ministero Santo Fornasier, infatti, ha disposto una nuova perizia tecnica. Nel procedimento risultano indagate sette persone tra cui il sindaco di Agrigento, Marco Zambuto, il capo dell’Ufficio tecnico comunale, Giuseppe Principato e il capo della Protezione civile comunale, Attilio Sciara. Tiene sempre banco la vicenda legata al tentativo di estorsione e relative lesioni aggravate contestate al consigliere comunale ed ambientalista Giuseppe Arnone. L’indagine preliminare è stata chiusa con la nuova deposizione-fiume dell’esponente politico (otto ore dopo le dodici di un mese fa). Ed intanto Grandangolo scova un documento datato 1984: la villa abusiva della cliente di Arnone, Maria Grazia Di Marco, oggi sua accusatrice, venduta dallo stesso Arnone per conto della donna, oltre ad essere gravata da ordine di demolizione e diniego di sanatoria, era stata acquisita al patrimonio indisponibile del Comune di Agrigento già 27 anni fa.