Sempre più drammatica la situazione della Grecia, dopo che l’incontro di ieri tra il premier Luca Papademos e gli altri leader di governo per ottenere il sostegno del Parlamento dinanzi le richieste delle riforme avanzate dal Fmi e dagli altri paesi europei, si era concluso con un nulla di fatto.
Un nuovo piano di aiuti da 130 miliardi di euro, per scongiurare, almeno per il momento, il rischio di default per la Grecia.
Ad opporsi alle condizioni dettate dalla troika per concedere il nuovo aiuto da 130 miliardi, Antonis Samaras, leader del Partito socialista di Nuova democrazia, il quale ritiene che le misure imposte porterebbero il Paese nella direzione di una grande recessione che non può permettersi.
In cambio degli aiuti, la troika chiede nuovi tagli alle spese, ulteriori liberalizzazioni, l’abbassamento dei salari minimi e l’abolizione di tredicesime e quattordicesime nel privato e altri licenziamenti e prepensionamenti nel pubblico impiego, che riguarderebbero ben 150 mila persone.
Lunghi anni di malgoverno, corruzione, evasione fiscale e menefreghismo da parte dei cittadini, hanno ridotto la Grecia in miseria, a tal punto che oltre 500 famiglie chiedono alle istituzioni e ad enti benefici di prendersi cura dei propri figli, visto che loro non sono più in grado di mantenerli.
Intanto, il presidente francese Nicolas Sarkozy nel corso di una conferenza stampa congiunta con il cancelliere tedesco Angela Merkel, cita l’Italia, che “con Monti ha fatto progressi spettacolari”, come esempio da seguire.
In effetti il governo Monti, quantomeno sul piano della lotta all’evasione, qualche piccolo-grande risultato lo ha già incassato. Altro non fosse che per il fatto di avere avviato una campagna di sensibilizzazione e moralizzazione che pian piano sta inducendo i cittadini a considerare chiunque ruba allo Stato, per quello che è: un ladro!
Ma qual è oggi l’identikit del presunto ladro?
Esclusi corrotti e corruttori, così come tutte le altre forme di malaffare, limitiamoci a quella che comunque resta tra le più grandi piaghe dell’economia italiana. L’evasore.
La gamma è piuttosto vasta. Si va dal contribuente che dietro un’apparente regolarità nasconde i suoi utili aumentando i costi d’impresa, al professionista in giacca e cravatta, che ricorre ai prestiti infragruppo tramite paradisi fiscali, al mago delle società che come scatole cinesi ingurgitano milioni facendoli sparire all’occhio del fisco (e a volte dei creditori), per poi arrivare, passando per altre figure, all’evasore per necessità.
Anche in questo caso, la categoria non è soltanto una. Si va dal clandestino al pensionato che si dedica a qualche lavoretto in nero; dal cassaintegrato al dipendente pubblico doppiolavorista. Apparentemente tutti evasori per necessità. Ma anche in questo caso, si violano delle regole che sono o dovrebbero essere uguali per tutti.
Eppure, se sotto il profilo fiscale non può esserci alcun distinguo, quantomeno sotto il profilo morale delle differenze sussistono e non si può non tenerne conto.
Se da un lato c’è il pensionato o l’impiegato che per arrivare a fine mese fa qualche lavoretto senza neppure pagare le tasse, dall’altro c’è chi fa parte di un sistema collaudato di doppio lavoro che trae benefici dall’impiego ufficiale, che, totalmente in nero, permette un indebito arricchimento non più finalizzato al potere arrivare a fine mese, ma al condurre un tenore di vita piuttosto elevato o migliorare la propria condizione patrimoniale.
È questo il caso di chi, pur dipendendo da un ente pubblico, esercita la libera professione o lavora alle dipendenze di professionisti o società che avendo rapporti con l’ente, hanno tutto l’interesse ad avere all’interno dello stesso un proprio punto di riferimento.
Spesso l’identico risultato di chi paga una tangente per ottenere un favore, con la differenza che in questo caso si può disporre della manodopera in nero di soggetti che possono essere utilizzati anche per lavori che non necessariamente riguardano l’ufficio dal quale dipendono.
Per arginare il dilagante fenomeno della corruzione e dell’evasione, il governo sta facendo ricorso a misure che, straordinarie in Italia, in altri Paesi trovano già da tempo applicazione.
Una di queste, è la nota del ministro della Funzione pubblica Patroni Griffi, che fra le varie misure prevedere un sistema di premi per il funzionario pubblico che denuncia le corruttele garantendogli l’anonimato.
Un’altra iniziativa, è l’intesa firmata tra i Comuni e il governo, che consentirà ai sindaci di poter segnalare eventuali sospetti di evasione, che se accertati andranno a creare ricchezza per le casse comunali. In questo caso infatti, le tasse dovute allo Stato, che saranno accertate dall’ Agenzia delle Entrate, i tributi e i contributi previdenziali recuperati, andranno per intero al comune il cui sindaco avrà effettuato le segnalazioni.
Ad oggi, sono già 600 i Comuni che hanno stipulato con l’Agenzia delle Entrate una convenzione per combattere l’evasione fiscale.
Un buon metro di valutazione anche per giudicare l’operato del vostro sindaco, il reale interesse dello stesso a sanare il bilancio comunale, il suo concetto di collettività e di onestà intellettuale.
Informatevi dunque se il vostro primo cittadino rientra tra coloro i quali hanno stipulato la convenzione per combattere l’evasione fiscale, e traete le dovute conseguenze.
Ma l’idea forse più dirompente ed efficace, è quella maturata da un gruppo di hacker, e si chiama GlobaLeaks. Un tool open source che permette l’invio e l’archiviazione sicura di documenti scottanti senza che altri possano intercettare il mittente assicurandogli l’anonimato.
Un segreto portato in forma anonima a “chi ha buone orecchie per intendere”, che potrebbe essere utilizzato come fonte d’informazione dall’ufficio trasparenza di un qualsiasi ente pubblico.
Il WikiLeaks della trasparenza, utilizzato nella lotta all’evasione.
Se l’Italia non vuol seguire a ruota la Grecia, dovrà necessariamente cambiare rotta e cominciare a pensare seriamente a dare scacco matto alla corruzione e all’evasione fiscale, in qualsiasi forma queste avvengano.
gjm
Sarebbe interessante sapere se anche Zambuto ha sottoscritto la convenzione con l’Agenzia delle Entrate. Dopo avere fatto firmare ai dipendenti una sorta di dichiarazione di lealtà e legalità, sarebbe inaccettabile se non avesse stipulato la convenzione
è con profonda nostalgia & amarezza che seguo la sorte della Culla della Cultura & della Filosofia, paese nativo dei miei 4 nonni…….