Gli agenti federali giorni fa hanno arrestato diversi membri della famiglia Bonanno con l’accusa di associazione mafiosa ed estorsione.
Tra gli arrestati Anthony “TG” Graziano, Vinny Badalamenti, Nicholas Santora, noto anche come “Mouth Nicky” e Antonio Calabrese. I primi tre, esponenti di primo piano della famiglia mafiosa dei Bonanno, mentre Calabrese sarebbe un affiliato non di spicco della stessa famiglia.
Tra gli altri, anche, James La Forte, associato alla famiglia Gambino.
Il massiccio rastrellamento contro la leadership Bonanno deriva in parte dal contributo dell’ex affiliato Hector Pagan, ex-marito di Renee Graziano, figlia di Antonio Graziano.
Pagan, oggi è un informatore della DEA.
Mentre l’FBI non sembra fare grandi progressi nel contrasto alla mafia messicana, le operazioni di polizia contro le famiglie criminali più affermate di New York, non danno tregua ai vertici della mafia italo-americana.
L’ultima operazione ha portato all’arresto di 14 uomini appartenenti alle 5 famiglie storiche della mafia newyorkese, puntando più ai vertici della mafia, che non alla bassa manovalanza che fino a non molto tempo fa rappresentava il risultato più facile da raggiungere e che dava grande visibilità a seguito dei numerosi arresti.
Un’ulteriore minaccia per le famiglie italo-americane, che dopo la faida interna che ha quasi messo fuorigioco la “Sesta Famiglia” (leggi qui), potrebbe ora essere falcidiata da una raffica di arresti.
Avevamo già anticipato come le vicende di mafia che riguardano gli Stati Uniti abbiano risvolti anche da noi. Anticipazioni successivamente confermate dall’operazione ‘Pit Stop‘, che ha interessato il territorio agrigentino e che, stando a quanto riportato dalla stampa, vedrebbe il coinvolgimento della ‘Ndrangheta nei traffici locali.
Un’operazione che a seguito del sequestro di pistole da guerra, kalashnikov e munizioni, nella disponibilità dei componenti del gruppo criminale, lasciava pochi dubbi su possibili conflitti armati con altri gruppi antagonisti per il controllo del territorio.
Agrigento, patria di tante famiglie che hanno esteso anche in America il proprio impero, definita di recente dalla DIA ‘capitale della mafia’, conta 9 mandamenti: Agrigento, Porto Empedocle, Canicattì (che comprenderebbe Racalmuto e Favara), Cianciana, Ribera, Sambuca di Sicilia, Casteltermini, Lampedusa/Linosa e Palma Montechiaro.
Il territorio agrigentino, ha già in passato ospitato diverse formazioni criminali, che talvolta hanno conteso il territorio a Cosa Nostra, lasciandosi alle spalle lunghe scie di sangue: le ‘Stidde’.
Terminata la precedente guerra tra ‘Stidda‘ e ‘Cosa Nostra‘, alla quale seguì un lungo periodo di relativa tranquillità durante il quale portarono avanti insieme le attività criminose, seguendo il più classico dei disegni della mafia tradizionale, nuovi fermenti sembrano scuotere l’apparente calma.
Il precario equilibrio interno a Cosa Nostra, falcidiata in Italia dai tanti pentiti che hanno portato all’arresto di molti “uomini d’onore”, unitamente allo scontro in atto negli Stati Uniti e in Canada, potrebbe portare a nuove alleanze e nuovi conflitti.
Il duplice omicidio avvenuto giorni fa a Palma di Montechiaro potrebbe rappresentare il primo importante segnale di una nuova guerra di mafia in casa nostra.
gjm
Non sarebbe l’ora di un intervento ONU contro tutte le organizazzioni criminali ?!
Leggete & sentite anche l’intervista con FRANCO Castaldo pubblicata su La Valle dei Templi recentemente & trasmessa nel programma Radio Italia http://www.k103.se x università svedese & associati.