di Maria Elena Caligiore
Secondo l’ultimo rapporto “Zoomafia” redatto da Ciro Troiano, criminologo e responsabile dell’Osservatorio Zoomafia della LAV, il giro di denaro complessivo del solo traffico di cani in Italia è intorno a 500 milioni di euro all’anno, per giungere ai 3 miliardi di euro lucrati illegalmente dalle organizzazioni criminali su tutti gli animali coinvolti nelle lotte clandestine tra cani, corse clandestine di cavalli ed altro. Cifre iperboliche a fronte delle quali si stima che in Italia vi siano circa 400 mila cani vaganti sul territorio e circa 200 mila cani rinchiusi nelle “prigioni/canili”. Canili che nella maggior parte dei casi risultano essere dei veri e propri lager e nel migliore dei casi restano pur sempre delle prigioni sovraffollate ed inadeguate anche dal punto di vista strutturale. Vere e proprie “carceri” dove i cani restano a vita in attesa di un’adozione che non arriva mai. Nell’affare randagismo si intrecciano interessi e soggetti diversi. Sia la normativa nazionale che quella regionale vengono puntualmente ignorate. I Comuni, responsabili degli animali presenti nel loro territorio, si liberano dei randagi relegandoli nei canili lautamente pagati ai gestori o lasciandoli abbandonati in città e fuori città come cani di quartiere o di territorio. Le ASL, che in base alla normativa vigente hanno un ruolo fondamentale nella lotta al randagismo,si limitano a fare il minimo dovuto e nella maggior parte dei casi neanche quello. Le associazioni che secondo la legge, hanno l’importante compito di vigilare e accertarsi del benessere dei cani chiusi nei canili e di quelli vaganti sul territorio, spesso sono loro stesse a gestire i canili o ad averne interessi nella gestione, nel ricevere e restituire favori ai gestori. Talvolta, alcune associazioni si rendono responsabili del trasferimento all’estero con dubbia e preoccupante destinazione. Ciò avviene in particolare in paesi dove i diritti degli animali sono diffusamente violati come confermato anche da inchieste condotte da giornalisti di quotidiani nazionali e di animaliste seriamente impegnate nel denunciare in maniera puntuale e documentata attraverso i loro blog questa pratica illegale. Cominciamo con l’analizzare ed informare l’opinione pubblica dei compiti dei diversi soggetti coinvolti a vario titolo nel fenomeno del randagismo, facendo uso dello schema allegato.
LO STATO
L’approvazione della legge 281 del 199 “in materia di animali d’affezione e prevenzione del randagismo” può essere considerata una vera rivoluzione culturale nel rapporto con i gatti ed i cani randagi. Nella sua concezione di base possiamo paragonarla alle importanti leggi di riforma degli anni ’70. Uno dei principi più importanti della L.281/91 è la prevenzione del controllo delle nascite e quindi del conseguente randagismo attraverso la sterilizzazione e l’identificazione del cane con l’iscrizione all’anagrafe canina, sia per i cani di proprietà che per i randagi i vaganti che vengono registrati a nome del Comune di appartenenza. Non più l’uccisione del cane senza padrone. Quindi un diverso approccio verso gli animali d’affezione che denota la diversa sensibilità e l’accresciuto interesse dei cittadini verso queste creature senzienti. La suddetta Legge quadro prevede all’art.8 un fondo per l’attuazione della legge. Il fondo statale viene ripartito annualmente tra le regioni ed i finanziamenti regionali ricevuti dal Ministero della Salute, attraverso un piano di spesa dell’Assessore alla Sanità della Regione Sicilia dovrebbero essere finalizzati all’anagrafe canina, alla sterilizzazione, alla creazione di canili sanitari comunali ed al mantenimento e cura dei cani che si trovano già nei canili pubblici o privati convenzionati. Strada facendo vedremo di capire come vengono spesi i finanziamenti statali concessi alla Regione e quelli concessi direttamente ai Comuni in base ai specifici progetti.
Maria Elena Caligiore
Cittadini aragonesi, non siete i soli ad avere il triste primato di cani randagi maltrattat,impiccati,vittime dell’indifferenza verso verso queste creature anche da parte delle Iatituzioni preposte a proteggerle. Oggi ho saputo che anche nella mia città, Siracusa, hanno avvelenato ben 5 cani in una contrada denominata Targia e tutto è passato in assoluto silenzio!!! Nessun giornale ne parla, sono venuta a conoscenza di questa ennesima strage per caso perchè cerchiamo i cani spariti dal branco che accudiamo in quella zona ed ancora non li abbiamo trovati ed una persona qualificata perchè appartenente alle Forze dell’ordine ci ha informate.
Se non sono ancora stati trovati, come si fa a dire avvelenati??
Allora se una persona qualificata appartenente alle forse dell’ordine vi informa che gli asini volano, cosa fate? ci credete?
Avere questo tipo di primato è vergognoso!
Evidentemente non sono soltanto le istituzioni a latitare, lo sono anche i cittadini, soprattutto!
Penso che, in ogni paese, se tutti avessimo la consapevolezza che i randagi esistono perchè l’uomo fa si che questo accada e se rispettassimo tutti le leggi ma, in particolare modo, amassimo tutti gli esseri viventi, tutto ciò non accadrebbe, quindi, l’indifferenza è vostra e l’indifferenza uccide…..!!!!
Gentile Signora Iannaccio, mi piacerebbe tanto essermi sbagliata ed aver creduto ad un asino che vola, ma purtroppo ieri pomeriggio davanti a chi scrive, davanti alla Polizia Municipale, davanti agli agenti del 113 presenti sul posto, davanti al veterinario dell’ASP, davanti a tanti volontari, c’erano due poveri cani avvelenati.
La responsabile dell’associazione del canile Snoopy ha ammesso che Lunedì aveva recuperato altre carcasse di cui ho scritto qui nei commenti.
Nessun asino che vola purtroppo!
Di quelle creature non si era detto nulla e i cittadini non erano stati informati.
peggio ancora non eravamo stati informati sopratutto i tanti volontari che da giorni cercavamo i cani dei quali ci occupiamo da anni.
Domenica 22 gennaio 2012, di prima mattina i cani erano stati accuditi da noi volontarie ed anche il pomeriggio erano passate da lì altre volontarie. I cani erano tutti vivi, spaventati dalla mandria, ma c’erano!!
Ed erano vivi!!
Se avessimo saputo immediatamente dell’avvelenamento del lunedì 23 u.s. forse qualche cane si sarebbe salvato e i volontari non ci saremmo disperati a cercali.
Per quanto attiene alla indifferenza dei cittadini converrà che in tutta italia il fenomeno del randagismo e’ endemico e se al nord i cani non sono per strada, sono comunque nei canili e nei rifugi.
Con la sua frase “l’indifferenza è vostra e l’indifferenza uccide!!!” , spero che non voglia intendere che tutti i siciliani siamo indifferenti?
Lei gentile signora dovrebbe soffermare la sua attenzione sui tanti volontari che come me combattono ogni giorno per fare rispettare i diritti degli animali e magari guardarsi intorno per scoprire che in tutta Italia c’è tanto da cambiare.
curioso pensare che le forze dell’ordine possano dire che “gli asini volano” da parte di chi parla di rispetto delle leggi..e piuttosto ovvio attribuire alla indifferenza dei popoli anche ciò che accade agli animali…
dove vive la signora Mikela funziona tutto?
Certo che fa specie vedere che alla comunicazione di un fatto così drammatico la Sig.ra Mikela Iannaccio preferisce invece che commentare, dileggiare chi riporta la notizia. Se Lei avesse approfondito la vicenda saprebbe che nei termini in cui è stata esposta è esatta. E lasci stare le forze dell’Ordine insinuando essere intente a fare affermazioni campate in aria ad uso e consumo dei creduloni.
I drammatici fenomeni dell’avvelenamento ci sono in tutta Italia. Mi ricordo di una campagna contro questo drammatico fenomeno in Veneto. Grave il fenomeno in Toscana. Che a rimetterci la vita siano animali randagi, di quartiere o di proprietà poco importa, il fenomeno è nazionale.
Poi evitiamo i luoghi comuni: se in questo momento siamo qui a scrivere è perché a partire da questa testata “La Valle dei Templi” per arrivare a chi scrive gli articoli e spesso li commenta e a chi si occupa in pratica di tanti animali sul luogo, non possono certo chiamarsi indifferenti.
Personalmente penso che più che l’indifferenza, uccida la stupidità umana.
Chissà quanti di questi cani spariti hanno preso la via del nord… Poveri loro