“L’accordo per le misure di liberalizzazione tra UE e Marocco per i prodotti agricoli e della pesca all’esame della Commissione Commercio Internazionale – dopo essere stato proposto dall’Esecutivo di Bruxelles – suscita preoccupazione per le conseguenze negative che verrebbe a creare, in particolare, al comparto agricolo siciliano, già penalizzato dalle oggettive difficoltà di mercato, sfociate in Sicilia nelle manifestazioni di piazza e nei blocchi autostradali dei giorni scorsi.”
“Il Partito Popolare Europeo intende sostenere il vento di libertà che soffia nel Mediterraneo e l’anelito di democrazia dei paesi terzi frontalieri, protagonisti della Primavera Araba. Pur condividendo le ragioni politiche di tale posizione, sono dell’avviso che occorra parimenti tutelare i produttori europei e in particolare le nostre produzioni agricole, alla luce anche della prossima revisione della Politica Agricola Comune, e specificatamente quelle delle Regioni del Sud Europa.”
“Contestualmente al dossier, in Plenaria verrà votata – su proposta del PPE – una Risoluzione in cui il Parlamento esprimerà la sua preoccupazione per le potenziali ricadute economiche negative nei territori specializzati nella coltivazione dell’ortofrutta, prevedendo la sospensione temporanea dell’accordo nel caso di violazioni gravi e ripetute, una maggiore gradualità nella liberalizzazione negli accordi futuri in modo da ridurre l’impatto sulle produzioni europee e livelli elevati di qualità dei prodotti stessi, in linea con le produzioni agricole europee.”
“Di contro – afferma Iacolino – ribadiremo la necessità che il Parlamento Europeo sia informato sull’implementazione dell’accordo e che si faccia pieno uso dei meccanismi di salvaguardia quando l’accordo non é rispettato e i produttori agricoli europei risultino danneggiati. Occorrerà prevedere controlli più severi sulle quote effettive esportate dal Marocco e standard fitosanitari elevati per tutelare la salute umana dai rischi e pericoli provenienti dall’uso improprio di sostanze non autorizzate”.
“Non possiamo dimenticare il grido di allarme della categoria – continua Iacolino – che ha già perso ventimila aziende, chiuse nel 2011, e che adesso deve fare i conti pure con le nuove imposte decise dal Governo Monti.”
“Sarà il Parlamento Europeo nella Plenaria di febbraio – conclude Iacolino – a decidere sull’Accordo in questione che cade in un periodo di crisi profonda del comparto agricolo dell’UE che soffre, come mai prima, di un rilevante deficit di competitività.”