Servizio di Alida Amico, per il settimanale Centonove
“Restano ancora chiusi, per motivi di sicurezza, gli impianti sportivi del capoluogo. Un vero tornado, si è abbattuto nei giorni scorsi in città, dopo che la Questura di Enna, ha dichiarato inagibili – in quanto a rischio sicurezza – il campo sportivo “Gaeta”, il Palazzetto dello sport ad Enna bassa ( che in realtà è una palestra polisportiva), ed un altro campo sportivo (per le squadre amatoriali e di rugby), attorno all’autodromo di Pergusa…”.
La giornalista, nel descrivere le attuali condizioni di quelle che per anni hanno rappresentato la “punta di diamante” dello sport ennese, mette in risalto come qualche giorno fa, è stato consentito l’utilizzo degli impianti ai giocatori, ma senza la presenza del pubblico alla palestra polisportiva ed al campo di Pergusa. Ma che senso ha una partita disputata senza il pubblico dei tifosi e con queste modalità? “L’importante è che gli impianti siano riaperti e le gare si possano fare – rileva il presidente del Coni ennese Roberto Pregadio, già assessore comunale del Pd – non me ne frega nulla del pubblico…
È lo stesso Pregadio a fare un’analisi di come i tifosi non frequentano le partite dell’Enna calcio, ormai da quasi un anno, contestando la dirigenza dell’Enna calcio… Una squadra che ormai senza liquidità finanziaria, è sull’orlo del fallimento. “Ed è lo specchio della città” osserva Dario Cardaci, capogruppo del Pdl in consiglio comunale. Il quale attacca per “indolenza ed incapacità” l’attuale amministrazione comunale, che gestisce tutti gli impianti sportivi nel capoluogo.
Il sindaco Paolo Garofalo del Pd, ha manifestato l’intenzione di “delocalizzare” la struttura ad Enna Bassa. “Vorrebbe utilizzare l’area del vecchio Gaeta per farvi un centro direzionale – spiega il capogruppo del Pdl Cardaci – e potremmo anche essere d’accordo: ma non si sa dove realizzerà quello nuovo e con quali soldi. Ed il rischio è che mentre il “Gaeta” cade a pezzi, per mancanza di interventi quello nuovo, non lo avremo neanche”…
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