Nell’edizione di Grandangolo 47 in edicola domani viene ricostruita nei minimi dettagli la vicenda che vede indagato per tentativo di estorsione e lesioni personali aggravate il consigliere comunale, avvocato ed ambientalista, Giuseppe Arnone, candidato a sindaco alle prossime amministrative. Una brutta tegola sul capo dell’arrembante esponente politico denunciato da una sua cliente perché picchiata dal professionista. Le ragioni di tale comportamento, che Arnone nega decisamente, ruotano attorno alla vendita di una casa (abusiva, in piena zona A del Parco archeologico) di proprietà di Maria Grazia Di Marco, la cliente di Arnone, peraltro confinante con la villa dell’ex senatore ed ex sindaco di Agrigento, Calogero Sodano. E’ proprio l’avvocato ambientalista che si occupa della cessione dell’immobile ed è proprio Arnone che, qualche anno denunciò il caso della villa abusiva di Sodano. Grandangolo, già nelle scorse settimane aveva sollevato la questione: perché la casa di Sodano è stata immediatamente raggiunta da ordine di demolizione da parte della Soprintendenza e la casa di Maria Grazia di Marco no?
Arnone, per questa vicenda è stato già interrogato dal magistrato inquirente: undici ore di duro faccia a faccia terminato a notte fonda. Ad Arnone, in particolare viene contestata un’accusa della donna: “Firmami la procura o mi farai perdere 20 mila euro”. E’ questa una storia di cui si parlerà ancora per molto tempo. Ed attorno alla vicenda principale ruota anche il tentativo del giovane figlio della donna aggredita di farsi giustizia da solo dato che lo scorso 24 settembre è stato bloccato appena in tempo dai carabinieri proprio sotto lo studio legale di Arnone munito di guanti e di chiave tubolare lunga trenta centimetri.
Il giornale diretto da Franco Castaldo, inoltre si occupa di varie vicende mafiose: le motivazioni che hanno sottoscritto i giudici della Corte d’appello di Palermo nel condannare per mafia Antonio Vaccaro di Favara; le dichiarazioni del nuovo pentito di mafia, Maurizio Carrubba che accusa Cosimo e Gaetano Caltabellotta, titolari del motel La fazenda sito lungo la strada Palermo-Agrigento; le dichiarazioni sotto banco del condannato per mafia Luigi Panepinto, ritenuto un mammasantissima della mafia della Bassa Quisquina, che gli sono valse un’accusa per calunnia ma che i giudici del Tribunale di Sciacca hanno ritenuto infondata. La politica locale trova ampio spazio grazie ad un articolo dal titolo significativo: Ormai è guerra tra Zambuto e il Pdl. Importante, per i risvolti inquietanti che l’avvolge, il processo a carico dell’ex sindaco di Porto Empedocle, Orazio Guarraci, assolto in appello dall’accusa di diffamazione. Guarraci in primo grado era stato ritenuto l’autore di un volantino anonimo gravido di offese nei confronti del rivale ed allora sindaco della città marinara, Paolo Ferrara. Dopo l’assoluzione, Guarraci ha convocato una conferenza stampa e candidamente ha affermato: il mio computer è stato manomesso mentre era custodito nei locali del Commissariato di Ps.