Giorno 29 settembre, l’avvocato Arnone inviava agli organi stampa una nota con la quale chiedeva che si volesse evitare di dare notizie in merito ad una vicenda accaduta nel suo studio, esortando “alla correttezza ed alla serenità da parte di tutti, soprattutto quando eventuali strumentalizzazioni possono recare danno a persone private e soprattutto a soggetti minori” ed entrando ancora nel merito, continuava sostenendo che “la questione che riguarda alcuni miei clienti che ritengo di proteggere con il massimo di riservatezza anche in relazione al fatto che la vicenda coinvolge interessi di soggetti minori. Trattasi di una vicenda delicata sorta all’interno del mio studio professionale nei giorni scorsi e che ha attirato, per quanto che mi si dice, attenzioni improprie che vanno invece respinte appunto in nome del diritto alla privacy di persone estranee all’agone politico.”
Nulla quaestio, se di privacy si tratta, va sì rispettata.
La vicenda, riguardava invece un fatto di cronaca, che, com’è giusto che sia, veniva riportato da alcune testate giornalistiche.
All’epoca dei fatti, un sito in modo particolare, supportò le teorie arnoniane, minimizzando la vicenda e tirando un paio di stilettate all’aglio nei confronti di quelle testate giornalistiche che, a differenza del direttore di quel sito, sempre più spesso indicato nei social network come un sito satirico, avevano semplicemente adempiuto al dovere di informare i propri lettori su fatti d’interesse pubblico.
Quello stesso sito, satirico, oggi torna sulla stessa vicenda pubblicando una lettera dell’avvocato Arnone, che (evidentemente nel rispetto dea privacy) riferendosi ai famosi clienti da “proteggere con il massimo di riservatezza anche in relazione al fatto che la vicenda coinvolge interessi di soggetti minori”, scrive testualmente: “…ho avuto modo di comprovare di non aver incassato neanche una lira per le prestazioni professionali svolte e, al contrario, di avere invece prestato, più volte, somme di denaro sia alla mia storica cliente ed amica M.G. D.M., sia alla sorella di questa, F. D.M…”.
Alla faccia della privacy…
È come se in un momento di difficoltà economiche vi rivolgeste ad un vostro amico, nonché vostro legale, per un prestito con il quale far fronte alle vostre esigenze economiche del momento, e questi, a distanza di tempo e per difendersi da un’indagine avviata dalla Procura, vi sputtanasse mettendo in piazza i fatti vostri e quelli di vostri familiari.
Complimenti. Tanto all’avvocato, quanto al direttore del sito, che tante belle stilettate aveva tirato a chi si era limitato a diffondere notizie di pubblico interesse…
Come si dice dalle nostre parti: Ma che privacy e privacy d’Egitto…
gjm