A dare notizie della protesta, il quotidiano Israel News. Ad organizzare la manifestazione O Tepler, una donna di 28 anni, che ha creato l’evento invitando altre donne su Facebook a manifestare in modo non violento e legittimo in sostegno in di una donna coraggiosa che lotta contro i limiti alla libera espressione del suo paese.
Ad accettare l’invito, oltre cento donne israeliane, anche se poi in realtà se ne sono presentate circa una quarantina.
Aliaa Magda Elmahdy, studentessa egiziana iscritta in arte e comunicazione presso l’università de Il Cairo, la scorsa settimana ha postato sul suo blog una fotografia che la ritrae completamente nuda.
Un gesto di protesta che sarebbe passato quasi inosservato in un qualunque paese occidentale, o che avrebbe potuto avere come scopo il raggiungimento di una certa notorietà, ma che in un paese come l’Egitto ha suscitato non poco clamore.
Va infatti contestualizzato in un paese dove prevale una struttura sociale maschilista, patriarcale e misogina, che, seppur culla del primo femminismo arabo e islamico, da anni risente di una forte islamizzazione, a tal punto che le donne stanno tornando ad usare abiti tradizionali (neqab, burqa e chador) che, nel coprirne il volto, lasciano appena intravedere gli occhi.
Diritti che sembravano ormai acquisiti, si stanno perdendo grazie ad un islamismo politico che rischia di riportare indietro la società.
Prova ne sia, le migliaia di messaggi di critica e minacce, postati sul sito della blogger egiziana.
“Ragazze, diamo al mondo un buon motivo per vedere la bellezza unica delle donne israeliane”, ha scritto su Facebook la Tepler (v. foto), che ha organizzato la manifestazione delle donne israeliane. “Indipendentemente dal fatto che siamo ebree, arabe, etero o lesbica -.. Perché qui, ora, non importa, facciamo vedere gli scettici che il nostro è un discorso internazionale e non dipende da governi.
Le partecipanti, si sono fatte fotografare (v. foto in alto – Anat Cohen) con un cartello con su scritto “Love without Limits,” and “Homage to Aliaa Elmahdi. Sisters in Israel” (“amore senza limiti” e “Omaggio a Aliaa Elmahdi. Sorelle in Israele”).
L’idea, la Tepler l’avrebbe avuta dopo aver visto le foto della giovane Aliaa Magda Elmahdy pubblicate sul blog, e le migliaia di commenti offensivi e minacciosi.
La Tepler, che ha anche avuto un ruolo nel movimento di protesta sociale durante l’estate, ha provato a contattare la blogger egiziana, ma senza successo.
I suoi account su Twitter e Facebook sono stati chiusi e nessuna risposta ha ottenuto neppure tramite email.
Leggendo i commenti sul blog di Aliaa – arebelsdiary.blogspot.com مذكرات ثائرة clicca qui -, non si può fare a meno di notare come commenti critici o offensivi siano scritti anche in lingua italiana.
Purtroppo, segno di una cultura non conosce confini geografici, o la mancanza di conoscenza di realtà diverse da quella nostra, che non ci permette di comprendere il significato e le conseguenze del gesto della giovane blogger.
Abbiamo ritenuto doveroso, precisare come Aliaa è una ragazza che conduce una vita normale. L’università, il ragazzo, i suoi sogni. Non è certo una ragazza di facili costumi, né una delle tante che farebbero qualsiasi cosa per un attimo di notorietà.
Ben più del suo gesto di coraggiosa ribellione e per una nobile causa, da noi si fa anche per un seggio in parlamento (ma anche molto meno), senza che ci si scandalizzi o si senta il bisogno di insultare o minacciare nessuno.
Vogliamo pertanto invitare chiunque avesse voglia di postare commenti indecenti sul blog di Aliaa, a guardare le immagini che la ritraggono come una delle tante ragazze che incontriamo quotidianamente per strada, ricordandoci che stiamo guardando le immagini di una ragazza che per difendere la libertà delle donne del suo paese, sta mettendo a rischio la sua libertà, e forse la sua stessa vita.
gjm