Dopo il punteruolo rosso (Rhynchophorus ferrugineus) che sta devastando le palme italiane, a preoccupare botanici e contadini, è un altro coleottero, anch’esso proveniente dall’Asia:’ l’Anoplophora chinensis, detta cerambide dalle lunghe antenne o tarlo asiatico.
L’insetto, ritrovato per la prima volta in Europa nel territorio lombardo, e successivamente nel Lazio, sta continuando a colonizzare altri spazi, e potrebbe raggiungere anche le regioni più meridionali del paese, con notevoli danni per l’agricoltura.
Se è pur vero che l’Anoplophora chinensis rappresenta un serio problema per la produzione di piante ornamentali in vivaio e per piante di latifoglie, che contraddistinguono la flora tipica del nord Italia, altrettanto vero è che le larve di questo insetto potrebbero arrivare anche nelle regioni più a sud, proprio tramite le piante ornamentali, nei cui tronchi si potrebbero annidare.
A differenza del punteruolo rosso, il quale infesta le palme che da noi sono coltivate a scopo ornamentale e non come piante da frutto (datteri), questo bombice infesta e distrugge oltre 50 varietà arboree, tra le quali anche alberi da frutto molto importanti per la nostra agricoltura, come agrumi, peri, meli e fichi.
Questo coleottero, che nella sola Cina, ha causato negli ultimi anni l’abbattimento di 50.000.000 alberi di agrumi, in Lombardia ha già causato milioni di euro di danni, tanto da indurre la Regione Lombardia a stanziare oltre 5 milioni di euro, per far fronte al problema.
Le larve del cerambice, penetrano nelle piante nutrendosi della parte legnosa, danneggiando in maniera irreversibile il tronco dell’albero.
Allo stato attuale non esistono mezzi di lotta, se non quello di distruggere le piante che manifestano i sintomi dell’infestazione.
A tal proposito, è bene sapere che le larve sono di grandi dimensioni e una volta trasformatesi in insetti adulti fuoriescono dalla parte bassa del tronco o da radici affioranti lasciando un foro di uscita facilmente visibile, viste le notevoli dimensioni dello stesso (15-20 mm).
Per evitare la diffusione dell’insetto, e i notevoli danni che produrrebbe, è indispensabile la collaborazione di cittadini che segnalino la presenza del coleottero, facilmente riconoscibile dalle immagini.
gjm