Agrigento – Ancora un sequestro di beni, questa volta nel punto vendita di contrada Minaga, a Fontanelle, per la società Gsb srl che gestisce i supermercati un tempo di proprietà dell’ex re della grande distribuzione alimentare, Giuseppe Burgio. Infatti, il giudice del lavoro, Gaia Muscato, letta l’istanza con cui Giuseppe Maurizio Sammartino, Tommaso Violi, Antonio Patti, Salvatore Pecoraro, Giuseppe Gariboli, Massimiliano Sacco, Rosetta Manzella, Teresa Sciascia, Calogero Marullo, Ilenia Bananno, Salvatore Celauro, Vincenzo Mendola, Carmelina Castronovo, Giuseppe Montana Lampo, Calogero Galluzzo, Rosa Morreale, Giuseppe Scannella, Salvatore Orlando, Alessandro Cipolla, Vincenzo Bongiorno, Davide Desiri, Carmela Vella, Giuseppe Vinciguerra, Giuseppe Bongiovì, Ignazio Di. Maria., Salvatore Crapanzano, Carmela Barresi, Valerio Fantauzzo, Francesco Pirrera, Enza Montana Lampo, Katia Giulia Bonanno, Nicola Madonia e Luisa Accardo chiedevano l’estensione del sequestro conservativo già concesso inaudita altera parte nei confronti della Gsb s.r.l. con decreto del 19.10.2011 – alle merci esposte e depositate nel punto vendita di Agrigento, c.da Minaga, via Unità d’Italia – insegna Interspar; ritenuto che la detta istanza costituisca mera precisazione dell’originaria domanda di sequestro, ritenuto infatti che l’individuazione de lprovvedimento cautelare dei beni da sottoporre a sequestro è meramente eventuale e facoltativa, attenendo precipuamente alla fase attuativa; ritenuto tuttavia opportuno prevedere espressamente, a precisazione e integrazione del decreto del 19.10.2011 che il decreto si estenda agli altri beni mobili della Gsb srl a integrazione del decreto di sequestro del 19.10.2011 specifica che il disposto sequestro si estende a tutti i beni mobili della ditta Gsb srl. In precedenza gli stessi dipendenti avevano chiesto, ottenendolo, il sequestro conservativo della merce (esposta negli scaffali ed in deposito) nei punti vendita della predetta società (siti in: Agrigento via Crispi, Agrigento via Mazzini; Porto Empedocle c/o il centro commerciale “Le rondini”), a garanzia dei dediti di lavoro da essi vantati por una misura complessiva superiore a € 300,000,00. Il giudice ha affermato che rilevato che presupposti del sequestro conservavo da un lato la sussistenza del fumus boni juris in ordine alla pretesa fatta valere e dall’altro lato una situazione di periculum in mora;
ritenuta, per quanto attiene all’esistenza dell’obbligazione retributiva, che i ricorrenti hanno fornito la prova della fonte dei loro credito (rapporto di lavoro) mediante produzione delle buste paga emesse dalla GSB s.r.l. dispone il sequestro dei beni.
(Fonte: http://www.grandangoloagrigento.it/)
FINALMENTE SI ALZA LA TESTA. ERA ORA CHE SI INCOMINCIASSE A RICHIEDERE I DIRITTI. PER I LAVORATORI NON CI DEVONO ESSERE SOLO DOVERI E PRECARIATO ESISTE ANCHE UNA GARANZIA CHE SI CHIAMA DIRITTO AL LAVORO; E PER QUESTO LAVORO ESSERE GIUSTAMENTE REMUNERATI