Un articolo di Alida Amico, pubblicato sul settimanale Centonove. A tal proposito, va
evidenziato come nonostante la vicenda trattata nell’articolo abbia notevole rilevanza politica, lo stesso non è entrato a far parte della rassegna stampa dell’Assemblea Regionale Siciliana. Vogliamo sperare che si sia trattato di un caso e non che la ragione sia da ricercarsi nel fatto che il presidente della Provincia di Agrigento, Eugenio D’Orsi, appartiene allo stesso partito del Governatore Raffaele Lombardo (Mpa).
“AGRIGENTO – Il terremoto giudiziario, che sta scuotendo la Provincia è senza precedenti. E vede al centro delle indagini della Procura della Repubblica agrigentina, il presidente della Provincia Eugenio D’Orsi (Mpa), ed altri 13 dirigenti e funzionari dell’ente.
Alla vigilia dell’ ennesimo rimpasto – che avrebbe dovuto consentire l’ingresso in giunta del segretario provinciale del Pd, Emilio Messana – D’Orsi, si ritrova sotto inchiesta per reati non da poco: truffa, peculato e concussione.”
Il presidente D’Orsi (con un passato socialista alle spalle), che secondo gli inquirenti ( i Pm Ignazio Fonzo e Giacomo Forte), avrebbe distolto dai suoi compiti d’ufficio l’agronomo Giovanni Alletto, dipendente della Provincia, per dirigere i lavori di sistemazione del giardino della propria abitazione; che si sarebbe appropriato di 40 palme del tipo “Washingtonia”, che erano di proprietà della Provincia; che si sarebbe fatto rimborsare una miriade di pranzi e cene, in ristoranti e bar di Agrigento, coinvolgendo il dirigente della Provincia, Ignazio Gennaro (responsabile del settore
stampa, Urp e attività culturali e sportive) indagato per concorso.
Tra i casi citati, quello della ricevuta fiscale del ristorante ”Hostaria enoteca l’Oste e il Sacrestano”, che si sarebbe fatto liquidare dalla Provincia (con 300 euro), ma che in realtà – osservano i magistrati inquirenti -, veniva “effettuata con carta di credito intestata a tale Giuseppe Malfitano”.
L’attività di promozione dell’ente Provincia, acquistando negli anni una miriade di coppe, targhe, medaglie e 250 gagliardetti, costati alle casse dell’ente oltre 15 mila euro, ma senza mai ricorrere alla “trattativa privata” (che avrebbe imposto la selezione tra più offerte) che ha portato all’iscrizione al registro degli indagati 2 dirigenti dell’Economato, Antonino Amato e Paolo Muratore, nonché la responsabile del procedimento dell’ente, Giuseppina Miccichè.
Lunga la serie dei regali di lusso: “Oltre una dozzina di penne a sfera Mont Blanc al prezzo di 235 euro cadauna (Iva esclusa), una penna stilo in oro per l’importo di 300 euro (l’iva a parte), e poi un’agenda organizer (di 300 euro), 30 penne Aurora, 65 euro
cadauna, 8 portablocco in pelle “Pi quadro” al prezzo di 90 euro ciascuno (720 euro in toto),10 agende firmate di 65 euro ciascuna, una cartella con 2 soffietti(per un importo di 270 euro). E poi ancora borse in pelle firmate (costate 300 euro ciascuna), una cartella costata addirittura 600 euro (tutte iva esclusa).”
Affidamento diretto, che in violazione della normativa e dello stesso regolamento della Provincia – secondo l’accusa – avrebbe riguardato anche i servizi alberghieri e di rinfresco: solo all’” Hotel della Valle” – il cui titolare, Sinatra, è il suocero del consigliere provinciale del Patto per il territorio, Riccardo Gallo – in occasione della rappresentazione teatrale “Notre Dame de Paris” sarebbe stato erogato dalla Provincia l’importo di 30 mila euro (per il cast dello spettacolo “I Promessi sposi” di Guardì altri 50 mila euro).
La reazione di D’Orsi dinanzi le accuse mosse:
“Non mi dimetto, perché sono convinto che dietro questa vicenda ci sia una macchinazione politica. Ho fiducia nei magistrati della Procura della Repubblica di Agrigento”, rivelando di avere valutato con il presidente della Regione Lombardo, l’ipotesi di sue dimissioni dopo il “ciclone giudiziario” abbattutosi alla Provincia (dagli esiti ancora in itinere).
La scena muta di D’Orsi, convocato per un primo interrogatorio, la solidarietà politica di Mpa (il suo partito), Udc, Fli, Fds e lealisti;ll’elogio per il “rigore, il senso civico del dovere ed il rispetto del territorio amministrato;…”; il silenzio da parte del Pd, che pure appoggia la giunta D’Orsi con 2 assessori; quello dei mass media agrigentini- tranne qualche rara eccezione, rappresentata dal periodico Grandangolo di Franco Castaldo -, che preferiscono minimizzare la vicenda, destinata quanto prima a scomparire dalle pagine della stampa locale.
Il quadro dettagliato di quello che la giornalista definisce come la “Provincia della Cuccagna”, su Centonove di questa settimana….
Minchiate, i giornalisti e le Istituzioni preposte, facessero meglio ad interessarsi delle travi e non dei peli negli occhi.
In quasi tutti i Comuni d’Italia, quello che viene raccontato nell’articolo è prassi comune, anzi è poco o quasi niente.
Andate a controllare e verificare quello che avviene nei Comuni del nord Italia.
Gaetano