Con una nota di vibrante protesta indirizzata al sindaco di Ribera Carmelo Pace e al direttore dell’ufficio agricoltura Giovanni Puma, il Coordinatore di Sinistra Ecologia Libertà Angelo Renda esprime rincrescimento e rammarico per lo stato di abbandono e trascuratezza che hanno causato la rovina di circa 150 preziose piante di arancio. Che il sindaco di Ribera avesse un particolare feeling con le piante di agrumi, con le arance, e soprattutto con il colore arancione, lo si è capito subito all’indomani della sua elezione a primo cittadino, scrivevano le cronache cittadine nel mese di febbraio corrente anno, quando ha pensato che la crisi economica del comparto agricolo potesse essere risolta con il binomio agricoltura-turismo. In questo suo progetto non potevano mancare all’appello gli ampi svincoli viari sulla strada statale 115 che in pochi giorni venivano addobbati con la messa a dimora di alberi di arance, i quali avrebbero dovuto offrire, a chi si trovava a transitare in auto per l’unica strada che collega le province di Trapani e di Agrigento, una bella immagine del più pregiato prodotto della città. L’amministrazione comunale non ha guardato a spese, continua la nota di protesta di Angelo Renda, quando incaricava una ditta locale, «Natura Verde», del geometra Ezio Tavormina, che provvedeva a piantumare i migliori alberi di agrumi sul terreno degli svincoli di Verdura, di Piana Grande, di Borgo Bonsignore e di Seccagrande che a partire dalla prossima annata agraria avrebbero dovuto cominciare a produrre le prime arance. Il comune di Ribera non poteva scegliere di meglio perché proprio «Natura Verde» di Ribera, con un certosino progetto, aveva provveduto ad abbellire e a rendere accoglienti gli svincoli del comune di Porto Empedocle, sulla stessa strada statale 115, su invito del sindaco Calogero Firetto della cittadina empedoclina. La cerimonia della piantumazione degli alberi di arance fu solenne, laboriosa, ma soprattutto esaltante nei quattro svincoli della SS 115. Nella stessa conferenza stampa del sindaco Carmelo Pace e dell’assessore Baldassare Tramuta veniva enfatizzata, con esagerazione retorica, l’iniziativa mirante alla « “valorizzazione delle nostre arance: in tutti gli svincoli, affermavano con esaltazione, verranno piantati alberi di arance. Un modo nuovo che servirà a far identificare Ribera con il suo prodotto tipico per eccellenza” ». Oggi, dopo sette mesi, chi attraversa quegli svincoli, quei luoghi avrebbe dovuto vedere le preziose piante di arancio rigogliose, floride, piene di vigore, di salute e di energia. Al contrario resta inorridito per lo spettacolo desolante e raccapricciante che si presenta ai propri occhi (foto).Le piante di arancio che avrebbero dovuto essere accoglienti ombrelloni verdeggianti, evidenzia Angelo Renda, sono ridotte ad aridi ed insecchiti legni: sono morte per sete. Nessuno, colpevolmente, si è preoccupato nemmeno in queste torride giornate d’estate a dare loro dell’acqua. Oltre al grave danno economico e di immagine che ha subito la città di Ribera, non meno significativa è la beffa. Infatti per chi percorre lo svincolo dove incrociano la SP 86 con la SS 115 (direzione Piana Grande), lo svincolo dove incrociano la SP 33 e la SS 115 (direzione Seccagrande), lo svincolo dove incrociano la SP 57 e la SP 32 Ribera – Cianciana (direzione Borgo Bonsignore), lo svincolo dove incrociano la SS 386 e la SS 115 (zona Verdura), s’imbatterà e scoprirà, in un modo nuovo ed originale, che a far identificare Ribera con il suo prodotto tipico per eccellenza saranno gli aridi ed insecchiti legni!. Possiamo ben dire che gli svincoli di Ribera saluteranno i forestieri come città della “ignobile beffa!”
2 thoughts on “RIBERA- Uccise per sete le piante di arancio agli svincoli. Oltre il grave danno la beffa!”
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Caro Morici Quando si fanno grandi proclami al solito si profetizzano grandi incoerenze e miseri scenari derivanti dalle parole a cui si dovevano susseguire i fatti. Questa è la politica agrigentina fatta di gente incoerente che non crede alle proprie parole e che usa la politica solamente per arricchire le proprie finanze, non è una novità che ormai ad agrigento vige la regola del votiamo quel povero padre di famiglia avi bisognu! Sistimamulu come consigliere comunale! Grazie con 1500 euro al mese senza fare niente! E’ chiaro che oramai a nessuno interessa andare ad amministrare per il bene della collettività ma per il bene della propria tasca…. provate a smentirmi! Suggerirei di fare politica come volontariato senza percepire niente, tanto chi si deve vendere lo fà ugualmente anche se ne guadagnasse 10.000 al mese!
Un triste “SPACCATO” della realtà agrigentina. Gli Agrigentini! “L’ACQUA I VAGNA E U VENTU L’ASCIUCA”. Altrimenti dove potrebbero allignare un “ambientalista doc” ed una emittente televisiva “regina dell’informazione…..a contratto” ?