Grandangolo – il giornale di Agrigento diretto da Franco Castaldo – pubblica, questa settimana nel numero 29, in assoluta esclusiva, le vicende, riservate e finora non conosciute che hanno preceduto la retata antimafia “Maginot”. Tutto parte da una nota riservata dall’AISE, l’Agenzia informazioni e sicurezza esterna che ha il compito di ricercare ed elaborare tutte le informazioni utili alla difesa dell’indipendenza, dell’integrità e della sicurezza della Repubblica dalle minacce provenienti dall’estero. Una cartella fitta di notizie confidenziali, elaborata dopo aver ricevuto notizie confidenziali. L’apparato segreto dello Stato era alla ricerca di Giuseppe Falsone, allora latitante e boss di prima grandezza della mafia agrigentina. E segnalava alle autorità giudiziarie italiane ciò che sapeva di Falsone e, soprattutto, chi in sua assenza, gestiva il potere mafioso in Agrigento. E’ finito in trappola così, “Ciruzza” soprannome di Carmelo Cacciatore, agrigentino di 46 anni, coinvolto, mani e piedi, nell’inchiesta “Maginot” della settimana passata. Per gli inquirenti, “Ciruzza” era l’uomo di Falsone e Gerlandino Messina ad Agrigento città ed in nome e per conto loro gestiva il malaffare mafioso. L’AISE, nell’informare gli inquirenti siciliani, gli attribuiscono un ruolo di primo piano nella mafia che conta. E maliziosamente lasciano intendere che la sua cattura aprirebbe scenari di potere ad altri due agrigentini, espressamente citati nella nota riservata: Bruno Gastoni e Vincenzo Cacciatore. Sempre l’inchiesta “Maginot” riserva altre sorprese. Come quella riguardante un professionista agrigentino che ricevuti tre proiettili calibro 357 magnum, chiara intimidazione, si reca subito dai boss piuttosto che in Questura. Sempre in tema di mafia, un’altra storia arriva da Racalmuto: l’imprenditore Calogero Romano, dopo aver subito un attentato nei giorni scorsi, ha ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini preliminari. L’accusa è di concorso in associazione mafiosa. E poi, l’inchiesta sulla depurazione e sullo stato del mare di San Leone, che, finalmente, è stata aperta.
La Procura della Repubblica vuol vederci chiaro e verificare, senza lasciare nulla di intentato, ciò che la gente, a migliaia, lamenta. Per quest’anno, la stagione estiva è pregiudicata. Ma, attraverso il lavoro dei pm della Procura, coordinati dal procuratore aggiunto Ignazio Fonzo, almeno le stagioni future, a partire dalla prossima, potrebbero essere migliori. Sono, dunque, cominciate le attività istruttorie per verificare lo stato di salute del mare sanleonino e con esse, strettamente collegate, stabilire se il sistema di depurazione nella fascia costiera rispetti le norme di legge. L’intervistona di Diego Romeo è dedicata al sindaco di Agrigento, Marco Zambuto che parla a ruota libera sui temi scottanti del momento.