AGRIGENTO – Trombe, trombette, vessilli e tromboni. Questa la musica che si udiva stamane dinanzi il municipio di Agrigento. Chi si aspettava partecipazione alla manifestazione indetta dai sindacati degli elettrici Flaei, Uilcem e Filctem, che ha visto la partecipazione di Confindustria, Confartigianato e comitato pro rigassificatore, a favore del progetto del rigassificatore di Enel a Porto Empedocle, sarà certamente rimasto deluso.
Contro il Nimby (acronimo di not in my backyard), i sindacati, hanno schierato in campo manifestanti – per buona parte dipendenti Enel -, provenienti da altre città. La manifestazione svoltasi in mattinata davanti al municipio di Agrigento, ha visto la partecipazione di operai provenienti da Termini Imerese, Palermo, Messina e una delegazione di lavoratori della Centrale Enel di Porto Tolle.
Di agrigentini, ad esclusione dei sindacalisti e dei giornalisti locali, ben poche persone, tra le quali alcuni dipendenti Enel. Una manifestazione, che, vista la partecipazione di operai dell’azienda provenienti fa fuori provincia e fuori regione, sembrava più organizzata dall’azienda, che non dalle categorie sindacali.
L’unico aspetto della manifestazione che ha ricordato il ‘gas’, il passaggio di un ‘bombolaro’ (v. foto), con la sua brava bombola di gas sul vespino. Poco c’è mancato e il malcapitato ha corso il rischio di un ‘arruolamento forzato’ in quella che pareva più un’armata Brancaleone, che non una manifestazione di protesta. Avrebbe fatto numero anche lui…
Contro la realizzazione dell’impianto, si è già espresso il Tar Lazio e il 14 giugno prossimo dovrà pronunciarsi il Consiglio di Stato.
Se scopo della manifestazione, come dichiarato dai sindacati, era quello di sensibilizzare il Sindaco di Agrigento Marco Zambuto, affinchè rivedesse la propria posizione in merito alla realizzazione dell’impianto, è stato un vero fallimento.
A fronte di pochi dimostranti favorevoli al rigassificatore, Zambuto dovrà tenere conto delle migliaia di suoi concittadini che nel referendum del 2009 hanno votato contro la realizzazione dell’opera industriale, tranne che, il Sindaco di Agrigento non abbia in programma una candidatura a Termini Imerese o Porto Tolle. In quel caso, visto il numero dei presenti provenienti da quei comuni, otterrebbe voti sufficienti per farsi eleggere capo condominio di qualche palazzo.
La presenza maggiore, era quella dei giornalisti, di cui – anche in questo caso – una buona parte proveniva da fuori provincia e fuori regione. Una regia ben organizzata, per produrre un’informazione di regime, che certamente non è stata frutto dell’operato dei sindacati.
“S’ode a destra uno squillo di tromba…”, scriveva il Manzoni. Siamo certi, che se si udisse ‘una squillo che tromba’, i partecipanti alla manifestazione sarebbero stati molti di più.
Trombe, trombette e tromboni, valgon meno di….
Gian J. Morici
che schifo …. la dignità ormai è un optional
…Registrando per puro dovere di cronaca la presenza dell’ufficio stampa di Enel nuove energie, impegnata a smistare i cronisti per la realizzazione delle interviste, quasi fosse l’azienda la diretta interessata e non, come è stato detto, il tessuto sociale agrigentino
http://agrigento.agrigentonotizie.it/cronaca/i-sindacati-dicono-si-al-rigassificatore_60564.php
Ma la manifestazione l’hanno indetta i sindacati o Enel nuove energie?
Chi vogliono prendere per il culo? A questi operai dell’Enel che sono venuti qui da fuori che ce ne fotteva del rigassificatore di Agrigento? Hanno perso la giornata di lavoro o Enel li ha pagati lo stesso? Ho visto i sindacalisti e pure uno di loro con la sua bandiera rossa, invece di rompere i c……i con la storia dell’occupazione, perchè non pensa a sua figlia che ha impiegato nel sindacato come hanno fatto tanti suoi colleghi?
Che schifo!!!!!!
Ce ne erano tanti di Sindacalisti, ma tu te la pigli solo con “quello con la bandiera rossa”, ma che pezzo di merda che sei!
La Figlia non lavora al Sindacato e se anche foose, dov’è lo scandalo? Sarebbe scandaloso se l’avesse fatta assumere da qualche datore di lavoro, non trovi? Oppure i figli dei sindacalisti debbono rimanere disoccupati solo per farti contento?
Con la manifestazione di oggi il sindacato ha raggiunto l’apice della vergogna!
L’essersi svenduti al padrone nell’estremo tentativo di ritornare a rappresentare qualche cosa è la dimostrazione che oggi il sindacato vive di luce riflessa;deve fare riflettere che gli interessi per la realizzazione del rigassificatore superano qualsiasi ipotesi di interesse esclusivo per il futuro dei ns. figli ad esclusivo interesse dei poteri forti e di qualche assunzione elemosinata dai sindacati.
Che schifo è molto riduttivo, dovrebbero schifarsi chi crede in questo sindacato compromesso.
Finalmente i sindacati hanno buttato giù la maschera, e come al solito si sono schierati con i poteri forti delle lobi industriali. Che ormai i sindacati si fossero trasformata in Casta è un dato comprovato dagli avvenimenti degli ultimi anni, che non salvaguardino più le aspettative di vita migliore di tutti i lavoratori e cosa risaputa, ma che mettano le sigle sindacali al servizio dei potentati economici,e contro il volere dei cittadini agrigentini, che democraticamente avevano ribadito il no, con un referendum, la cosa fa indignare e riflettere.
Giusto dice l’avvocato Arnone, dove erano i sindacalisti e i politici agrigentini nel 2009, forse erano rannicchiati nelle loro tane ad aspettare che passasse la bufera REFERENDUM, per poi uscire allo scoperto in vista delle elezioni Europee del giugno 2009, e promettere illusioni, dando baci, abbracci e patacche sulle spalle.
Ma attenzione cittadini agrigentini, sono stati baci di giuda, con il loro silenzio, con la loro omertà hanno svenduto il futuro dei nostri figli, dei nostri nipoti ed anche il nostro, per pochi posti di lavoro e molti milioni di euro di compensazioni; a loro e parlo dei sindacalai e dei politicanti di destra e di sinistra, non importa il rischio che corre l’ambiente con tutti i suoi ……….. animali, ……… si animali!!!!, perché cosi ci trattano, come merce di scambio, loro si dovrebbero vergognare, quando barattano la salute e l’incolumità pubblica, per qualche posto di lavoro, e voi CITTADINI non fatevi incantare da questi venditori di fumo e di fantomatici posti di lavoro, perché noi sappiamo in ultima analisi a chi vanno a finire questi posti( vedi PARENTOPOLI agrigentina negli enti bilaterali e CONCORSOPOLI ecc, ecc ), l’equazione è semplice, tanti più posti di lavoro a disposizione = tanti figli, nipoti e parenti da sistemare.
WW L’AUTONOMIA SINDACALE
….. ma certo! Basta con questi sciocchi tentativi di trovare sviluppo e lavoro per la nostra terra. Noi vogliamo vivere cosi, senza la paura di morire soffocati dai fumi della cementeria o dal gas del rigassificatore! E non ce ne frega niente del lavoro. Vogliamo che il mare sia pulito, il cielo libero dai fumi e l’aria senza gas. Il lavoro viene dopo. Chi come me se ne fotte del lavoro, come il mio amico Livio, Orgoglio e Birillo vogliamo morire disoccupati noi e i nostri figli però senza il rigassificatore e senza niente che deturpi l’ambiente. Noi, cari sindacalisti, vogliamo stare nel nostro ambiente familiare a grattarci la schiena l’uno con l’altro. Per caso Voi sindacalisti volete per caso trovare il lavoro ??????? No, mai! Viva Orgoglio, Livio e Birillo come me autentici scansafatiche ma con il coraggio di non toccare niente. W il sole, le pale eoliche, e tutto ciò che non procura lavoro. Trionfo Agrigentino
bla bla bla lavoro bla bla bla sviluppo bla bla ma perchè non vai a vedere quanti posti di lavoro ha offerto il rigassificatore a La Spezia? o forse sei uno dei tenti nella qualità di amici e parenti di qualche sindacalista tanto volenteroso a manifestare in favore dell’occupazione, quanto pronto a sistemare il parentado fottendosene di tutti gli altri? ma fammi u piaciri…
SIATE SERI , UNA BAGARRE , COME CORRETTAMENTE VALUTA IL DIRETTORE MORICI, ORGANIZZATA AD ARTE CON PRESENZE PREVALENTI DI PERSONE VENUTE DA FUORI . TRANNE I NS SINDACALISTI LOCALI ED I GIORNALISTI AL SEGUITO, ED A MALAPPENA QUALCHE SPARUTO “MILITANTE” DEL PARTITO DEL RIGASSIFICATORE …
TUTTAVIA AL DI LA’ DEI NUMERI E DELLE MODALITA’..CHE LASCIA PRESUMERE UN’ASTUTA REGIA … IO DICO , LASCIAMO LA SICUREZZA DA PARTE , QUALI VANTAGGI OCCUPAZIONALI PORTERA’ IL MOSTRO ? PORTERA’ UNA GRADUALE PERDITA DI POSTI NEL SETTORE TURISTICO ALBERGHIERO . PERCHE’ QUALCHE TOUROPERATOR CANCELLERA’ AG DALLE TAPPE OBBLIGATE !!!
AL SOLITO CONTINUEREMO AD ARRICCHIRE LE MULTINAZIONALI DELL’ENERGIA IN QUESTO CASO . INSOMMA POTERI FORTI , CHE DA UN PO’ DI TEMPO INSIEME A CERTO CAPITALISMO SONO DIVENTATI COMPARI E SPONSOR DEL CENTRO SINISTRA !!!! E CHI VUOL CAPIRE CAPISCA !
SALUTI ROBERTO GALLO
La cosa più assurda da vedere in questa manifestazione erano i Sindacati che sfacciatamente prendevano in giro i disoccupati.Ma quanti posi di lavoro può dare sto rigassificatore??? E se darà posti di lavoro saranno solo per operai altamente specializzati. Ma poi un paio di settimane fa i sindacati erano a Palma di Montechiaro a fare la catena contro le centrali nucleari, e ad Agrigento mi manifestano a favore del Rigassificatore??? Ma cosa c’è sotto???
ecco cosa dice in sindaco di Trieste in riferimento al rigassificatore di Zaule (uno dei tanti motivi perchè agrigento è l’ultima provincia d’Italia è legato alla miopia dei nostri amministratori )
La notizia dell’assenso venuto da Roma per il rigassificatore di Zaule ha comportato alcune prese di posizione pubbliche – attraverso inserzioni sul giornale – dalle quali vengo chiamato in causa con toni e argomenti distanti dalla realtà dei fatti. Per questo mi rivolgo ai triestini, i quali in questi anni hanno dimostrato di apprezzare il mio lavoro, improntato a quell’approccio pragmatico che ha permesso alla città di avviare e portare e termine progetti di sviluppo bloccati da decenni. Ai miei concittadini voglio dire in primo luogo che il rilancio economico di Trieste, specialmente in questo momento di crisi globale, può passare soprattutto attraverso investimenti privati, perché la politica della questua allo Stato – per motivi di cassa – è finita. Ecco allora che l’investimento di 600 milioni di Euro della Gas Natural per l’insediamento del rigassificatore, connessi alla bonifica di un’area che altrimenti rimarrebbe bloccata dalle pastoie romane per almeno altri cinquanta anni, rappresentano di fatto un’opportunità di sviluppo formidabile per la città. Formidabile non certamente solo per il centinaio di posti di lavoro garantiti dal funzionamento dell’impianto: è da miopi rivolgere lo sguardo esclusivamente al particolare, senza cogliere la prospettiva generale di questa annunciata presenza industriale. Stiamo parlando, infatti, di una produzione energetica che si legherà alla nuova centrale termoelettrica e che garantirà al territorio un approvvigionamento alternativo e maggiormente conveniente sia per i cittadini, che per le aziende. Aziende che potranno in questo modo essere più competitive, e quindi avere davanti a sé concrete occasioni di crescita convertibili in ricchezza per il territorio e in posti di lavoro. Ci troveremo di fronte ad un volano economico che sarebbe da pazzi non cogliere al volo, a meno che qualcuno non punti al declino della città, piuttosto che al suo sviluppo. Ecco spiegato, quindi, perché non si tratta solo di cento posti di lavoro, ma di un indotto complessivo le cui ricadute positive vanno anche oltre le famose compensazioni economiche pagate dalla Gas Naturàl alla città, o il gettito fiscale aggiuntivo per il Comune derivante dalla nuova società che avrà sede a Trieste. Infine – ultimo, ma non ultimo – è condizione assolutamente certa che l’impianto di rigassificazione comporterebbe la conseguente riconversione della Ferriera di Servola, impianto la cui dismissione viene ormai auspicata da una larga parte di opinione pubblica e da un insieme maggioritario di forze politiche trasversale agli schieramenti. Tutta questa impresa progettuale, è bene ribadirlo, dovrà sottostare alle normative di sicurezza internazionali, le stesse che garantiscono da decenni la presenza ambientalmente compatibile di rigassificatori in ogni parte del mondo: da Barcellona a Tokyo, solo per citare due aree densamente abitate. Certo, non sarà un lavoro semplice quello di trovare le soluzioni di sintesi che sgombrino il campo dai dubbi e dai timori di chi, alle volte in buona fede, manifesta sin d’ora le sue opinioni contrarie. Ma si tratta di un lavoro essenziale, al quale non ho alcuna intenzione di sottrarmi, perché amare Trieste significa anche puntare concretamente alla sua crescita economica e produttiva, senza lasciarsi attrarre dalle facili rendite di posizione garantite dalla demagogia a buon mercato, quella stessa che ha determinato l’arretratezza energetica e strutturale dell’intero nostro Paese.