“I massicci flussi migratori degli ultimi mesi non possono ripercuotersi sull’area Schengen, vera e propria conquista di civiltà per l’Unione Europea. Piuttosto che al ripristino temporaneo delle frontiere occorre pensare a possibili controlli in presenza di situazioni eccezionali in linea con le attese della popolazione interessata.
Fiducia e sicurezza dei cittadini europei vanno di pari passo, invece, con la difesa delle frontiere esterne con il concorso responsabile degli Stati membri. La solidarietà del Consiglio si misura attraverso comportamenti concreti che possono premiare il costo che la Sicilia e Lampedusa stanno sopportando in forza dell’elevata pressione migratoria anche per quei cittadini europei – così come per taluni Stati membri – che continuano a pensare a questa vicenda come propria esclusivamente dello Stato italiano e di quello maltese.
Adesso i tempi sono maturi – conclude Iacolino dopo il passaggio parlamentare di oggi – perché Commissione e soprattutto Consiglio svolgano per intero la loro parte, facendosi carico della responsabilità politica del problema migratorio nel Mediterraneo”.