“Alla luce delle recenti vicende – scrive Principato – , quali il crollo di Palazzo Lo Iacono-Maraventano e l’incontro che il Vescovo assieme al Sindaco hanno avuto con la Protezione Civile Nazionale di concerto con il Ministro di Grazia e Giustizia Angelino Alfano, non posso non evidenziare quanto la mia interrogazione al Consiglio comunale di otto anni fa’ fosse validamente fondata ed attuale.
La soluzione della via di fuga del centro storico (Zona Duomo) individuata dagli uffici preposti, attraversa una zona su cui insistono numerosi edifici fatiscenti che, come recentemente accaduto, non sono esenti da crolli per la vetustà propria.
Spesso gli interventi su tali edifici, necessariamente, si sono limitati a superficiali operazioni di lifting estetico. Inoltre, il tracciato nella parte finale (lato nord) planimetricamente si sviluppa prevedendo tre tornanti con prevista formazione di rilevati consistenti (oltre 10 metri di rilevato), che certamente aggraverebbero la condizione di precaria stabilità di un territorio fragile e poco distante da luoghi coinvolti a suo tempo nella disastrosa frana del 1966.
Compromettendo pertanto, la già precaria condizione di staticità degli edifici monumentali che sorgono alla sommità del versante sul ciglio della scarpata nord.
Il suggerimento che allora avevo espresso in seno al Consiglio prevedeva invece un percorso di via di fuga esterno al centro storico che avrebbe richiesto il consolidamento del pendio attraversato (ovvero quello posto a settentrione del complesso Seminario-Duomo-Castello) ma proprio per questa necessaria azione di tutela del territorio comunale avrebbe aiutato a preservare il Duomo, come altri edifici della zona, da gravi dissesti geologici, come quello verificatosi di recente ai danni della Cattedrale stessa.
Come avevo già evidenziato, la soluzione da me suggerita avrebbe comportato il contestuale consolidamento del costone.
Oggi assistiamo alla necessità di consolidare comunque il pendio su cui sorge il Duomo e nel contempo si dovranno spendere soldi della collettività per realizzare la via di fuga attraverso il centro storico – continua Principato -, con il rischio che dopo qualche tempo saranno necessari ulteriori lavori di consolidamento per rendere la stessa via “fruibile e sicura”. Tutto ciò indubbiamente, rappresenta un dispendio di soldi a carico della collettività ingiustificato ed immotivato.
Chiedo con motivato giudizio, pertanto, che l’Amministrazione comunale di concerto con le altre predisposte alla incolumità della città e alla tutela dei beni storici rivedano la proposta di soluzione della via di fuga, optando per una soluzione che – dopo otto anni si può affermare che risulterebbe più vantaggiosa sia in termini economici che di sicurezza oggettiva.
Agrigento 04/05/2011