E sebbene, nel tempo, alcune tradizioni legate ai riti della settimana Santa siano state perse, come per esempio il peregrinare della Madonna Addolorata per le vie del paese il Sabato Santo, altre ancora persistono. Tra quelle più degne di nota ricordiamo la preparazione del “Tagano” e la “Vestizione dei San Paoloni”, due appuntamenti, che tra sacro e profano, affondano le proprie radici nella più autentica tradizione contadina. E così, il Sabato Santo, tutta la famiglia, come da tradizione, si riunisce attorno al “focolare” per preparare il “Tagano”, utilizzando gli stessi ingredienti e gli stessi metodi di preparazione di tre secoli fa. Uova, pasta, formaggi, carne, prezzemolo e spezie sono gli ingredienti base di questa sorta di timballo, che celebra la festa prima della festa, aggregando grandi e piccoli attorno ad una tavola, prima nella preparazione, poi nella lunga attesa ( circa quattro ore per la cottura) ed infine nel momento conviviale. E mentre l’odore intenso del tagano si diffonde in tutte le vie del paese, nelle Chiese del Carmine e del Rosario, alla presenza di centinaia di curiosi, inizia la preparazione dell’Incontro con la vestizione di San Pietro e San Paolo, a cui vengono inamidati i nastri, lucidati spada, tiara e chiave e assicurate le imbracature.
I due San Paoloni, la domenica mattina, alle dodici in punto, escono dalle chiese e con un’insolita rappresentazione, che con movenze danzanti e ritmi musicali sembra cullare la folla assiepata in Piazza Umberto, iniziano attraverso un gioco di attesa e sorpresa a rievocare l’incontro tra il Cristo e la Madonna. Ma non finisce qua, perché dopo il grande incontro i simulacri della Madonna e del Cristo Risorto seguiti dai due San Paoloni e dalla banda percorrono di corsa le vie dei Santi, le stesse che nella giornata di venerdì Santo percorre l’urna del Cristo Morto. Ritornati in Piazza Umberto, ecco che danno vita ad un secondo incontro: il piccolo incontro. Ma la Pasqua aragonese non conclude le sue celebrazioni la domenica di Pasqua, continua ancora nelle due domeniche successive, regalando la suggestione del grande e del piccolo Incontro e riportando in processione, la terza domenica, i simulacri e i Santoni ognuno nella propria chiesa.
Tre settimane dunque di celebrazioni, che fanno della Pasqua aragonese certamente la Pasqua più lunga di tutta la Sicilia.
Aragona venerdì 22 aprile 2011