La fotografia più esaustiva dell’edilizia scolastica italiana
Il 66,5% degli edifici in Sicilia necessita di interventi di manutenzione urgenti, oltre il 95% è in aree a rischio sismico e solo il 29% possiede il certificato di agibilità
Le città siciliane in coda alla graduatoria della qualità dell’edilizia scolasticaAgrigento migliore città siciliana, è al 46° posto.
In assenza della pubblicazione più volte annunciata dal Ministero dell’Istruzione, dell’Anagrafe scolastica, che attraverso metodologie di rilevamento condivise con le Amministrazioni locali, avrebbe dovuto fornire una serie di dati aggiornati sullo stato degli edifici scolastici, il Rapporto Ecositema Scuola di Legambiente giunto alla sua undicesima edizione, fotografa ancora una volta lo stato allarmante dell’edilizia scolastica in Sicilia.
Il 66,5% degli edifici scolastici siciliani è in situazione di emergenza e necessita di interventi di manutenzione straordinaria, una percentuale che non ha fatto registrare variazioni positive negli ultimi anni.
Solo il 29% possiede il certificato di agibilità, in una regione che ha quasi l’intero territorio esposto ad alto rischio sismico.
Per uscire dall’emergenza che da undici anni Ecosistema Scuola denuncia è necessario garantire organicità e stabilità al trasferimento delle risorse e valorizzare il ruolo delle scuole autonome per una più efficace gestione dei fondi ed una maggiore tempestività degli interventi per la piccola manutenzione.
Oltre alle scarse e discontinue risorse finanziarie messe a disposizione, mancano poi una programmazione e una pianificazione a medio e lungo termine, che permettano di analizzare i bisogni del patrimonio edilizio scolastico nella sua complessità ed interezza.
Investire nella manutenzione e nel rinnovamento degli edifici scolastici, deve rappresentare una priorità nell’agenda politica del governo regionale.
Il complesso degli interventi potrebbe costituire il più grande cantiere dell’isola.
Un cantiere in cui costruire la sicurezza e il futuro dei giovani siciliani.
Richiamiamo l’attenzione sul fatto che la completa attuazione della legge 133/2008, che prevede la riduzione nel triennio 2009/2011 del numero di insegnanti e del personale non docente, oltre a costare, per il prossimo anno scolastico alla Sicilia il taglio di altri 2.534 insegnanti, secondo le stime più accreditate, è destinata ad aggravare ulteriormente il rischio per la comunità scolastica.
L’aumento del rapporto alunni/classi comporterà infatti aule più affollate, già oltre i limiti imposti dalle Norme tecniche sull’edilizia scolastica, e da quelle sulla sicurezza nei posti di lavoro e sulla prevenzione incendi.
E’ necessario superare le contraddizioni tra i nuovi parametri numerici di formazione delle classi ed i limiti massimi di affollamento delle aule previsti dalla normativa vigente, garantendo comunque sempre le massime condizioni di sicurezza nell’utilizzo degli spazi scolastici.
Lanciamo pertanto il nostro appello alle Amministrazioni locali, proprietarie degli edifici scolastici, affinché riconoscano come prevalente la tutela della salute e della sicurezza, e impongano il rigoroso rispetto dei parametri previsti dalle norme, evitando così che siano i dirigenti scolastici a doversi assumersi responsabilità anche di rilevanza penale.
Solo l’8% delle scuole siciliane utilizza energia ricavata da fonti rinnovabili. La diffusione del fotovoltaico sui tetti degli edifici scolastici stenta a raggiungere un livello adeguato.
E’ necessario perciò investire nel settore con maggiore convinzione, per realizzare un significativo risparmio energetico e utilizzare i proventi degli incentivi per la manutenzione degli stessi edifici scolastici.
Agibilità statica, prevenzione incendi, manutenzione, ma anche risparmio energetico, fonti rinnovabili, aree verdi, cibi biologici e raccolta differenziata dei rifiuti: sono alcuni degli aspetti di un’indagine dettagliata sulla qualità, la vivibilità e la sicurezza del patrimonio immobiliare delle scuole, elaborati da Legambiente per definire la graduatoria delle scuole nelle città capoluogo.
I dati sono raccolti attraverso autocertificazioni dei Comuni e delle Province coinvolte, con la somministrazione di un questionario o interviste telefoniche con gli assessorati competenti e vengono poi incrociati mediante coefficienti di importanza attribuiti alle singole categorie, determinando così dei punteggi sulla base dei quali sono stilate la diverse graduatorie.
Nella graduatoria del livello di qualità dell’edilizia scolastica nelle scuole dell’obbligo nei comuni capoluogo che hanno partecipato alla ricerca, Agrigento è la prima delle città siciliane, ma bisogna scorrere la graduatoria nazionale fino al 46° posto, le altre seguono, Caltanissetta al 51° posto, Ragusa al 68° posto, Enna al 70°, Trapani al 75°, Palermo al 76°, Catania al 78° e Messina all’81° e penultimo posto.
Siracusa figura nella lista dei comuni ‘bocciati’ per non aver fornito i dati richiesti.
Nella graduatoria delle buone pratiche, che mette in evidenza i servizi messi a disposizione delle istituzioni scolastiche e l’avvio di pratiche ecocompatibili, le cose perfino peggio. Enna, la prima delle città siciliane, occupa la 53a posizione, Caltanissetta occupa la 56a posizione, Ragusa la 58a, Palermo la 64a, Trapani la 71a, Agrigento la 72°, Catania la 75a e Messina la 81°, ancora in penultima posizione.
Nella graduatoria del rischio, che mette in testa i comuni in cui il livello di attenzione sull’edilizia scolastica è più basso, Trapani figura al 2° posto, Catania al 38°, Messina al 39°, Ragusa al 43°, Palermo al 47°, Caltanissetta al 54°, Agrigento al 57° e Enna al 67° posto.
Nel 2010 sono stati investiti in Sicilia, in media 34.253,65 € in manutenzione straordinaria per ogni edificio, e 5.931,85 € in manutenzione ordinaria.
Messina è la città in cui è stato massimo l’investimento in manutenzione straordinaria, che è stato di 105.798,56 € per ogni edificio.
Ad Agrigento và invece la palma della città siciliana in cui si è investito di più in manutenzione ordinaria: 24.324,32 € per ogni edificio.
I parametri che sono stati presi in considerazione sono:
– per definire il livello di qualità dell’edilizia scolastica, l’anagrafica e le informazioni generali sugli edifici, l’anno di realizzazione, la destinazione d’uso originaria, la presenza di spazi per le attività sportive e di aree verdi, la necessità di interventi di manutenzione, la presenza delle certificazioni previste dalle norme e gli elementi strutturali;
– per definire le buone pratiche, i servizi messi a disposizione delle istituzioni scolastiche e l’avvio di pratiche ecocompatibili, la disponibilità del servizio scuolabus, il finanziamento progetti educativi, l’introduzione di pasti biologici nelle mense scolastiche, la promozione della raccolta differenziata dei rifiuti, ‘utilizzo di fonti d’illuminazione a basso consumo energetico e di fonti d’energia rinnovabile o altre forme di risparmio energetico;
– per definire il livello di rischio, la presenza di fonti d’inquinamento interno (amianto, radon), la presenza di fonti d’inquinamento esterno (atmosferico, elettromagnetico, acustico, pericolo incendi ed esplosioni,…).
Alcuni dati evidenziano in modo particolare il ritardo della nostra regione riguardo le strutture scolastiche:
Sicilia
Edifici scolastici in affitto 18,19%
Edifici con giardini 26,19%
Edifici che necessitano d’interventi di manutenzione urgenti 60,55%
Edifici che hanno goduto di manutenzione straordinaria negli ultimi 5 anni 17,22%
Scuole in possesso del certificato di prevenzione incendi 22,81%
In generale il patrimonio immobiliare delle scuole italiane è vecchio: il 65% degli edifici è stato costruito prima del 1974 (anno in cui la legge ha definito i criteri di edilizia antisismica), e in Sicilia la percentuale sale a oltre 66%, dato particolarmente significativo in un territorio a forte rischio sismico.
Meno del 23% delle scuole siciliane è in possesso del certificato di prevenzione incendi.
Il Responsabile Legambiente Scuola e Formazione
(Michele Accolla)
10 marzo 2011