Il Partito Democratico agrigentino chiamato a partecipare al governo dell’Ente provincia ha accettato l’invito ed è entrato in giunta con due assessori. Da tempo anche il sindaco Marco Zambuto in diverse occasioni ha chiesto al PD di entrare in giunta a Palazzo dei Giganti, ma sino ad oggi Messana e gli altri dirigenti hanno rifiutato. Eppure a pensarci bene con Zambuto si tratterebbe per il Pd di riprendere un’alleanza nata in occasione delle elezioni amministrative, quando il giovane avvocato venne eletto grazie al sostegno del centro-sinistra e quindi anche del Pd agrigentino. Accettare l’invito di Zambuto, con cui il partito democratico ha fatto un pezzo di strada importante, dovrebbe essere meno problematico per il segretario provinciale del Pd Messana , rispetto al fatto di accettare di entrare nella giunta di D’Orsi, un presidente eletto dall’intero centro-destra e quindi per molto tempo avversario politico del Pd.
Possiamo anche aggiungere che Zambuto aderisce da qualche tempo ad un partito, quello di Casini, con cui una buona parte del Pd intende dialogare in vista di una possibile alleanza elettorale intesa a battere Berlusconi. I rapporti tra Mpa e Pd sono certamente più problematici rispetto a quelli odierni tra Pd e Udc, entrambi all’opposizione rispetto al Pdl.
E allora perché il Pd non intende entrare nella giunta comunale retta da Zambuto ?
In realtà molto probabilmente in qualsiasi altra città un accordo di questo genere tra un Sindaco dell’Udc e il Pd si sarebbe già fatto, in considerazione del quadro politico attuale. Ma ad Agrigento c’è un macigno, che si chiama Peppe Arnone, che ostruisce la strada su cui potrebbero incontrarsi il Pd e Zambuto
A mio parere sin quando Marco Zambuto non prenderà nettamente le distanze dall’avvocato Peppe Arnone il Pd di Messana non entrerà in giunta comunale.
Non può certamente il Pd, non può certamente Messana accettare di stare in una giunta sostenuta dal maggiore avversario politico del Pd.
Non può il Pd stare con un Sindaco che si fa rappresentare e difendere fin troppo spesso da chi porta il Pd in tribunale, attacca con espressioni note a tutti i leader del Pd agrigentino un giorno sì e l’altro pure, stampa libri, magliette, volantini, manda in giro posterbus ostili al Pd e ai suoi leader locali.
Non può proprio il Pd fare una simile sciocchezza. Se dovesse farla, se cioè accettasse di entrare in una giunta caratterizzata dalla presenza di Arnone, che li ha così spesso attaccati nei termini e modi a tutti quanti a noi noti, allora certamente Messana, Capodicasa, Di Bendetto, ecc perderebbero proprio la faccia dinanzi ai propri elettori e simpatizzanti, dinnanzi a tutta la città.
Non ha che una strada Zambuto da percorrere se vuole che il Pd entri nella sua giunta, realizzando anche al Comune quanto è maturato di nuovo con l’intesa tra il Pd e l’amministrazione provinciale: deve prendere le distanze nettamente da Arnone.
Avrà così modo di riprendere il cammino con un’ importante realtà politica della città e riprendere nuovi rapporti con chi nel Pd non ha mai osato definirlo “Pupo”, non ha stampato alcun manifesto offensivo (anzi non ha stampato proprio nessun manifesto contro di lui), neppure nei giorni in cui Zambuto ha abbandonato l’alleanza col centro-sinistra (grazie a cui è diventato Sindaco), per aderire al Pdl. Riconosca Zambuto chi è stato davvero sempre corretto con lui, rispetto a chi non sempre lo è stato.
Anche nel capoluogo e non solo in provincia potrebbe realizzarsi un quadro politico diverso dall’attuale. Un quadro politico che vede già il Pd presente in giunta regionale e in quella provinciale. Dimostri oggi Zambuto a chi lo ha definito di essere un “Pupo” e di avere “Pupari” di essere capace di saper fare la scelta migliore per sé e per la città.
Elio Di Bella
La verità è che mentre il PD aveva inizialmente intrapreso un percorso con Zambuto, poco tempo dopo Zambuto, il sindacuzzo, ha intrapreso tutti i percorsi possibili ed immaginabili. Arriverà la resa dei conti per Zambuto, a cui molti potranno dire: “DOVE HAI TRASCORSO L’ESTATE, TRASCORRI L’INVERNO”. Solo così; FORSE, si renderà conto della sua “POCHEZZA” politica. Altro che “sindaco super partes”; sindaco sub partem: Pepè Arnone. Tradotto in termini a lui più noti: E’ SEMPRE LO STESSO PUPO, MA CHE HA CAMBIATO PUPARO.
Zambuto, con tutta la sua miopia e dipendenza da Arnone, dovrà aspettare le prossime elezioni per rendersi conto del suo suicidio, da quando ha ritenuto di sottostare alla volontà di un Arnone qualunque, privo di scrupoli e dignità politica. Ha dimostrato di non avere adeguato carattere per resistere ad Arnone ed alle sue minacce. Evidentemente è terrorizzato più dal giudizio di Arnone che da quello della cittadinanza. Che errore madornale: solo puro SUICIDIO.
Zambuto,il sindacuzzo: Mischinu ! ! ! Un sapi mancu unni stà di casa: Macari aspetta ca ci u dici Arnuni.
Il problema è che da sindaco al di sopra dei partiti è stato un sindaco alla ricerca di una collocazione politica che potesse servire da trampolino di lancio per altre mete come per i suoi predecassori. Purtroppo la ricerca non si è ancora fermata se è vero che si sta riavvicinando ad Alfano. Arnone gli è servito mediaticamente, ma credo che ora si accorge che è ingombrante e non riesce a scaricarlo. Non credo che gli interessi molto il rapporto con il PD, penso invece che aspetti le prime elezioni che possano lanciarlo alla regione o a Roma. Però le comunali saranno prima e quindi sta tentando di non perdere questo carro prima di aver agganciato l’altro. Forse fantapolitica?