RIBERA. In una nota, Angelo Renda Segretario di Sinistra Ecologia Libertà, rileva che la querelle sulla vicenda della Centrale a biomasse di oli vegetali di Contrada Castellana, ha immesso nel tessuto sociale riberese momenti aspri di scontro politico, che hanno alimentato una fase di incertezza e di ambiguità. Se è vero che l’Autorizzazione n.106 del 31 Marzo 2010 alla ditta Palermo olii, è figlia del “Piano Energetico Ambientale Regionale Siciliano (P.E.A.R.S.), che la Giunta Regionale, con Deliberazione n.1 del 3 Febbraio 2009, ha posto in essere, elaborato da un Gruppo di Lavoro composto da una équipe di università di cui capofila è l’Università di Palermo (Dream). Infatti, le linee guida se da un lato esaltano il percorso di una Terza Rivoluzione Industriale che dovrà consentire il passaggio da una economia basata sul ciclo del carbonio a una fondata su quello del sole, dell’acqua e del vento, con il consequenziale positivo effetto del decentramento della produzione, dell’accumulo e della distribuzione dell’energia e del conferimento di un nuovo protagonismo economico e politico, ai livelli territoriali regionali e locali, dall’altro non trova assolutamente elemento contestuale locale l’autorizzazione di una Centrale a Biomassa di oli vegetali nel territorio di Ribera la cui vocazione è da un lato sull’ agricoltura soprattutto protetta, dall’altro lato sul turismo e insediamenti alberghieri. E’ apprezzabile che tale Piano Energetico Ambientale Regionale nell’esame delle istanze nei procedimenti autorizzatori riserva priorità temporale ai progetti che garantiscono la filiera industriale completa all’interno del territorio regionale (sviluppo dell’impianto, esecuzione del progetto, produzione delle componenti tecnologiche per gli impianti, etc.)., nell’obiettivo dello sviluppo e dell’incremento dell’occupazione in Sicilia. Le linee guida, continua ancora il Segretario di SEL Angelo Renda, sono carenti di elementi di verifica e di controllo immediato, alla luce della completa inefficienza
che ha evidenziato e mostrato un organo locale qual è l’ ARPA – Agenzia Regionale Protezione Ambiente. Chi andrà a controllare quanto previsto nell’autorizzazione della Centrale a Biomasse di Contrada Castellana, poiché il Piano Energetico Ambientale Regionale prevede che il Titolare dell’autorizzazione rilasciata ex art. 12 D. L.gs n. 387/2003 deve depositare, prima dell’inizio dei lavori, copia del contratto di fornitura delle componenti tecnologiche essenziali dell’impianto o dichiarazione che indichi la loro disponibilità e provenienza, con specificazione delle produzioni realizzate nel territorio della Regione. A nessuno può sfuggire inoltre che la Centrale a Biomasse di Contrada Castellana è subordinata all’utilizzazione di Biomasse provenienti per almeno il 50% del fabbisogno da aree dislocate in un raggio non superiore a Km. 70 dall’impianto. (come avviene negli impianti da “filiera corta”). Attenzione, evidenzia ancora il Piano Energetico Ambientale Regionale, se tali Biomasse non siano disponibili entro tale perimetro, potranno essere utilizzate solo biomasse provenienti dal territorio regionale. Appare evidente che l’impianto di contrada Castellana inizialmente si troverà in estrema difficoltà a reperire Biomasse provenienti per almeno il 50% del fabbisogno da aree dislocate in un raggio non superiore a Km. 70 dall’impianto. Ecco perché il titolare dell’impianto di Contrada Castellana è costretto a fare tutto il possibile per reclamizzare a Ribera la pianta di Jatropha dai cui semi si estrae l’olio combustibile. Lo stesso Titolare della Centrale, tramite un settimanale locale, ha asserito che ha già contattato alcune aziende dell’India grosse produttrici di piante di Jatropha attraverso un agente importatore spagnolo. Alla luce di questi fatti, conclude l’esponente politico Angelo Renda, si avverte l’assoluta necessita di una “Moratoria”, un provvedimento legislativo dell’Assemblea Regionale Siciliana, per cui resta sospesa la scadenza delle obbligazioni dell’iter costruttivo dei lavori. Si evidenzia, inoltre, in modo forte la necessità, non più rinviabile, di un Tavolo Tecnico Comunale che segua tutta quanta la vicenda.