Sabato scorso, in occasione della visita a Palazzo di Città del Presidente della Regione, Raffaele Lombardo, il Sindaco di Agrigento, Marco Zambuto, ha anticipato alla stampa il testo di una lettera aperta agli agrigentini che di seguito si riporta:
“Agrigentine ed agrigentini,
il sogno di avere l’acqua corrente nelle nostre case, giorno e notte diventa realtà!
Su proposta del Presidente Lombardo, la Giunta regionale di Governo, nella riunione del 30 dicembre scorso, ha stanziato i primi 25 milioni di euro (50 miliardi delle vecchie lire) per la sistemazione definitiva della rete idrica cittadina.
Per ottenere tale risultato storico mi sono impegnato con tutte le mie forze sin dal mio insediamento a sindaco di Agrigento.
Ricordo che nell’estate del 2007 l’acqua arrivava nelle case ogni 15-18 giorni: una città che doveva essere conosciuta nel mondo per le sue bellezze, la sua storia, la sua Valle ed il suo clima restava colpevolmente la capitale della sete e del degrado.
Tale insopportabile realtà era dovuta alle carenze nell’approvvigionamento, alle continue perdite nella rete idrica cittadina ridotta ad un colabrodo ed al cattivo servizio di distribuzione.
Mi sono messo subito al lavoro per affrontare in modo razionale e definitivo la piaga della nostra sete.
Approvvigionamento idrico
Con l’intervento delle forze dell’ordine si bloccarono i continui furti d’acqua lungo le condotte esterne e, con l’aiuto dell’allora Presidente Cuffaro, si intervenne con decisione per accrescere la dotazione idrica della città e per migliorare il funzionamento del dissalatore di Porto Empedocle, evitando i costi aggiuntivi a carico dei cittadini.
Distribuzione idrica
Con la partecipazione di tecnici esterni e con una migliore utilizzazione del personale comunale si cercò di razionalizzare il sistema di distribuzione.
Rete idrica interna
Non si sono potuti ottenere però migliori risultati perché la rete idrica interna faceva disperdere oltre il 50% dell’acqua pagata a caro prezzo dagli agrigentini nelle strade e nelle fogne. Da oltre 50 anni non si registravano interventi di rilievo nella rete idrica cittadina! Bisognava agire subito. Con l’apporto dell’ATO idrico, intanto subentrato al Comune per legge nel servizio, si predisposero efficaci e moderni progetti per i necessari interventi nella rete interna.
Nel 2008, quando l’on. Berlusconi lanciò il “progetto del fare”, avendo tra i suoi collaboratori l’on. Alfano, agrigentino come noi, mi rivolsi a loro perché dessero ad Agrigento tutto ciò che la città aspettava, a cominciare dall’acqua, dopo anni di pessima amministrazione anche per colpa della loro parte politica.
Berlusconi ed Alfano mi promisero non solo interventi urgenti per l’acqua ed il centro storico, ma che avrebbero fatto di Agrigento, come capoluogo medio-piccolo, una città modello.
Per avere creduto a tali promesse subii gli attacchi più volgari: si disse che avevo svenduto a loro la città in cambio di favori personali e di poltrone parlamentari per miei familiari. Solo quando si ebbe la certezza che avevo chiesto solo interventi concreti per Agrigento gli attacchi diminuirono.
Per tutto il 2008 ed il 2009, con sacrifici personali e stancanti saliscendi da Roma, ho inseguito Berlusconi ed Alfano per dare concretezza alle promesse. Con Alfano, Matteoli e Bertolaso si individuarono procedure d’urgenza per consentire un pronto e decisivo intervento per la nuova rete idrica della città. Con pazienza e fiducia raggiunsi Berlusconi e i suoi ministri Alfano e Matteoli nelle sale d’attesa di decine di Consigli dei ministri a Palazzo Chigi ed in quelli straordinari a L’Aquila ed a Napoli.
Dopo due anni di sollecitazioni, preghiere e perfino di umiliazioni, subite per l’amore che ho sempre nutrito per la nostra Agrigento, questi uomini di governo mi hanno fatto recapitare, come una doccia fredda, il 14 ottobre 2009, una lettera burocratica del Ministero delle Infrastrutture con la quale mi si comunicava che “l’intervento per la ristrutturazione e automazione per l’ottimizzazione della rete idrica di Agrigento non risultava ricompreso tra quelli della cosiddetta legge obiettivo”. Come dire: abbiamo scherzato due anni! Ho capito allora di essere stato usato per fini elettorali e che Alfano non era disponibile per aiutare la sua città.
Con la più cocente delle amarezze ho fatto tirare fuori dai cassetti romani il progetto della nuova rete idrica ed il 4 febbraio 2010 l’ho fatto depositare alla Regione Siciliana.
A Palermo ho trovato subito la grande disponibilità dell’allora vice Presidente Cimino e degli assessori Di Mauro e Gentile. Insieme abbiamo operato per ridurre i tempi di approvazione del progetto ottenendo il 16 dicembre scorso il parere favorevole e definitivo della Commissione regionale dei lavori pubblici.
Il Presidente della Regione ha fatto il resto: l’on. Lombardo, senza farsi pregare e senza chiedere, a differenza di altri, contropartite di alcun genere, ha dato alla Città dei templi ciò che il Governo di Roma, ingiustamente ed inspiegabilmente, non ha voluto dare.
L’on. Lombardo, che oggi a buon diritto diventa cittadino onorario di Agrigento, con il finanziamento della nuova rete idrica cittadina ci aiuta a sognare la ripresa della città ed un suo migliore futuro.
Una città senz’acqua non è una città e non può essere la meta di nessun forestiero, turista, avventore o cittadino. Senza questo servizio essenziale la città non è cresciuta. Senza acqua i turisti arrivano e scappano dopo qualche ora.
Per raggiungere tale risultato, in questi tre anni di sindacatura, ho impegnato tutto me stesso nella consapevolezza che, risolto il problema idrico, dovremo trovare altri finanziamenti per il centro storico, la viabilità, le scuole, gli impianti sportivi e quant’altro ci serve per costruire una città a misura d’uomo più efficiente e più vivibile.
So di avere subito e di continuare a subire critiche ed attacchi per avere chiesto a destra e a manca aiuto e finanziamenti per la città. Ma in questi anni ho sempre cercato di salvaguardarla non a parole, ma con fatti concreti, rendendola impermeabile alle vecchie e logore clientele ed ai partiti che l’hanno messa in ginocchio con tanto sperpero di denaro pubblico.
Abbiamo evitato il dissesto finanziario del Comune, malgrado i “buchi” che abbiamo trovato. Risanare le casse comunali dissanguate da tanti sperperi non è stato facile. Abbiamo recuperato facendo sempre e soltanto gli interessi della città: ieri come oggi amministriamo con passione ed onestà.
Agrigento è diventata diversa, va crescendo, ha i progetti, partecipa ai bandi di finanziamento della Regione, dello Stato, dell’Unione europea.
Abbiamo cambiato le cose: ogni atto amministrativo avviene con oculatezza e trasparenza.
Sono certo che partendo da questo grande sofferto risultato, con l’acqua corrente nelle nostre abitazioni, tutti faremo uno sforzo per rendere più pulita la nostra Agrigento, specie se si scriverà una parola di chiarezza sugli ATO.
Oltre al Presidente della Regione, Raffaele Lombardo, che ospiteremo in città in tempi brevi, è mio dovere ringraziare tutta la Giunta regionale, gli ex Assessori Michele Cimino, Roberto Di Mauro e Luigi Gentile, i componenti della Commissione regionale dei lavori pubblici e, segnatamente, i due tecnici relatori, l’architetto Rino La Mendola e l’ingegnere Mimmo Armenio.
Posso assicurare infine gli agrigentini che il finanziamento regionale dei primi 25 milioni di euro per la nuova rete idrica cittadina è vero e concreto e che questi soldi pubblici, che siamo riusciti ad ottenere dopo anni di tribolazioni, saranno spesi bene e che le opere verranno eseguite seriamente.
Costituirò, a tal fine, una sorta di “osservatorio popolare di controllo”, composto da persone che amano questa città e che vogliono il bene comune, con lo scopo di seguire giorno dopo giorno il flusso della spesa pubblica e la conseguente realizzazione delle opere a regola d’arte.
Tanto dovevo alle donne ed agli uomini di Agrigento per un’informazione completa su tutta la vicenda.
Rimane però dentro di me una grande cocente amarezza! Se il Governo di Roma avesse mantenuto le promesse fatte nel 2008 oggi le opere sarebbero in fase di avanzata realizzazione. La Provvidenza però non abbandona mai: con buona pace di chi avrebbe dovuto e potuto e non ha voluto, la nuova rete idrica della città sarà costruita e, con la soluzione di questo epocale problema, avremo più forza e determinazione per disegnare l’Agrigento del futuro.
Un caro saluto a tutti.
8 gennaio 2011”
11 gennaio 2011
Sotto l’ombrello della reta idrica si cela il megaaffare del secolo, mediante il quale:
– Raffaele Lombardo di venta il miglior presidente della regione che Agrigento abbia mai conosciuto.
– il suo delfino locale, Roberto Di Mauro, il miglior politico che Agrigento abbia mai potuto esprimere.
– Marco Zambuto, il miglior sindaco che la storia di Agrigento possa vantare, avrà di che millantare allorquando tenterà la scalata ad una poltrona regionale o nazionale.
– il gestore per Agrigento, delle reti idriche e fognanti, vero artefice unico del finanziamento, con i suoi tecnici, l’amministratore delegato e consiglio di amministrazione, il migliore gestore che la provincia di Agrigento potrà mai esprimere.
– lo staff tecnico che ha progettato la rete idrica, con incarico autoconferito, il più trasparente e valido che la piazza abbia potuto offrire.
– l’impresa che verosimilmente eseguirà i lavori, senza espletamento di alcuna gara, che ha un ruolo al vertice dell”ente gestore della rete idrica, espressione di quella imprenditoria sana (di arnoniana memoria) della prima repubblica, a cui è subentrata a pieno titolo e con analogo ruolo, sarà l’orgoglio e vanto di tutta l’imprenditoria siciliana.
– gli agrigentini, all’ombra di tutto questo, potranno gridare al miracolo per avere ottenuto quello che per anni era stato loro negato, probabilmente per la mancanza di adeguati sponsors interessati.
IN DEFINITIVA COSA VOGLIAMO DI PIU’, DAL MOMENTO CHE TUTTI SARANNO FELICI E CONTENTI ???, a meno che qualche istituzione non decida di vederci meglio