La regione ha negato il patrocinio alla rassegna cinematografica Efebo d’oro promossa dal Centro di ricerca per la narrativa ed il cinema di Agrigento. Pur in ristrettezze economiche, la manifestazione comunque anche quest’anno si svolgerà regolarmente alla fine del mese di settembre. L’Efebo d’oro non è una manifestazione qualunque. Per altre iniziative di modesto valore culturale e di scarso richiamo non ci saremmo scomodati per segnalare l’accaduto. Ma L’Efebo d’oro da 32 anni porta nella Valle dei Templi grandi registi ed artisti, scrittori e giornalisti. La stampa specializzata ha molta stima per questo evento culturale che premia le trasposizioni cinematografiche di grandi testi letterari. Ma la Regione nega a questa importante iniziativa il suo contributo. I deputati agrigentini all’Ars tacciono ancora una volta. Soldi pubblici finiscono facilmente a Taormina e Cefalù, mentre ad Agrigento non arriva un solo euro. Anche l’ultima edizione del convegno organizzato dal centro nazionale di studi pirandelliani ha ricevuto – e con grave ritardo – solo pochi spiccioli dalla Regione. Migliaia di studenti arrivano per seguire le conferenze di brillanti docenti universitari sull’opera pirandelliana, ma la Regione non considera questo appuntamento così importante da meritare il patrocinio economico. Ecco due chiari esempi del fatto che Agrigento anche per la Regione siciliana è una periferia dell’impero. Pertanto sono solo ipocrite chiacchiere quelle sprecate in tanti convegni in cui si parla della vocazione turistica della Città dei Templi. Il governo Lombardo ha tagliato i fondi per la cultura, soprattutto quelli che arrivavano nella nostra città. Il Sindaco non protesta, il presidente della provincia tace. Troppo impegnati a stabilire se stare con Alfano o con Cimino, col patto per il territorio o col partito dei siciliani. La vita culturale agrigentina con le attuali amministrazioni comunali e provinciali si è ulteriormente spenta. D’altra parte cosa pretendere da amministratori scelti non per capacità culturali o professionali ma perché indicati dai capobastone delle varie correnti del centro-destra? Pare proprio che per vedere un po’ di luce culturale in città, dovremo accontentarci di qualche foto d’epoca esposta in una vetrina del centro e niente più. Oltre non sanno andare i nostri amministratori. E dire che proprio quelle cartoline a Porta di Ponte, parlandoci della Girgenti del primo Novecento, ci fanno vergognare di quanto oggi sta accadendo a danno nelle nostre istituzioni culturali per lo scarso impegno delle nostre amministrazioni.
Elio Di Bella