“La molteplicità ,in tutti i campi, è una ricchezza se costruisce l’unità – ha dichiarato il card.Bagnasco presidente della CEI-; se invece disgrega e allontana, allora non diventa più un valore ma un disvalore». «Si vorrebbe, a tutti i livelli e in tutti gli ambiti – aggiunge il presidente dei vescovi italiani -, che le specificità delle persone, come delle culture e delle regioni, diventino una ricchezza per il bene dell’insieme, un bene che deve essere reale per tutti». Un Bagnasco a tutto tondo quello che si è espresso in una intervista all’Osservatore Romano in occasione di un Convegno sul progetto politico federalista lanciato nell’800 da Antonio Rosmini.
Non basta a tranquillizzare il presidente della Cei l’intervento del ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli: «Sul federalismo il Cardinal Bagnasco può stare tranquillo: la riforma che noi proponiamo e che stiamo realizzando è quella di un federalismo che storicamente ha unito quello che era diviso o ha impedito, attraverso la valorizzazione delle diversitá, della responsabilitá e della trasparenza, ineludibili processi di disgregazione». E tanto poco credibili sono le parole del Calderoli di turno che alla ripresa dei lavori è stato chiesto un nuovo incontro con lo stesso Presidente della Cei per presentare i decreti delegati di attuazione della legge delega, che rappresentano la vera ricchezza richiamata dal Cardinale e la soluzione sia della questione settentrionale che di quella meridionale.
Tanto poco credibili le parole di Calderoli che nel convegno c’è stata una sorpresa proveniente dalle file della stessa Lega: «Non posso che plaudire alle parole del Cardinale Angelo Bagnasco – ha detto il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia -. Non a caso egli fa riferimento a Rosmini per parlare di federalismo. Non a caso, perché il federalismo di matrice cattolica è stato la vera scommessa perduta di questo Paese, che soltanto settant’anni dopo l’unità d’Italia riusciva a convincere anche i cattolici che quel tipo di unità era utile per tutti. Cosa che, naturalmente, si dimostrò non del tutto vera».
L’intervento a tutto campo del cardinal Bagnasco non ha risparmiato neanche i media . Infatti il prelato critica i mezzi di comunicazione che “trasmettono modelli culturali dominanti che possono impoverire la fede. Anche i cattolici, osserva Bagnasco, sono chiamati a fare i conti con la crisi dei valori, e citando il Papa ricorda le sue parole di richiamo a una “maggiore attenzione, perchè certe forme culturali dominanti che si respirano attraverso i mezzi di comunicazione, attraverso modelli di comportamento, toccano e possono toccare tutti: credenti e non credenti, cattolici e non cattolici; nessuno è esente da questo clima di possibile contaminazione che potrebbe impoverire strada facendo la fede, ma soprattutto il comportamento degli stessi cristiani”.
D.R