Tra conferenze stampa, video e gargarismi a base di acqua di mare condita da scarichi fognari, anche questa estate è trascorsa senza che gli agrigentini potessero fare un bagno nel mare di San Leone, senza correre il rischio di trovarsi immersi in schiume di provenienza e di qualità ignota.
Anche ieri, il mare sanleonino si presentava dell’ormai consueto “color cacca“, velato in superficie da chiazze oleose e schiuma.
Giorni di ordinaria schifezza, che hanno visto paladini difensori di non si capisce cosa e un sindaco che abbandona la città, come consuetudine, nei momenti più critici, dopo aver garantito la qualità del mare, a suo dire semplicemente “sporco” ma non inquinato.
A darci la buona notizia secondo la quale tra poche settimane i problemi saranno risolti, il giornalista Franco Pullara (perlacittà.it), che dopo un’attenta analisi del fenomeno, scrive:
“Poco meno di un mese e sarà risolto il tormentone pennello a mare, ché non ci sarà più bisogno di video e di inventati difensori dell’impossibile per avere, finalmente, il mare balneabile.
San Leone, Cannatello, Zingarello si svuoteranno e chiusi i cessi il mare sarà da “bere”.
Si potrà ammirare il fondale e i pesci che pure ci sono stati, ma non si vedevano tra i liquami del mare agrigentino.
Si archivia un’altra estate di degrado e di vergogna.
Con due o con un solo pennello, non è cambiato assolutamente nulla rispetto agli anni precedenti.
Lo schifo è figlio di un territorio non governato da sempre, dove ognuno può fare ciò che gli pare. Le condotte delle acque bianche, il torrente Cannatello, il fiume Naro e gli scarichi abusivi condannano il mare del Capoluogo di provincia e la sua economia.
La politica è incapace di trovare le opportune soluzioni per risolvere una volta per tutte la problematica.
La gente, intanto, guarda dal bagnasciuga il lento ondeggiare della fogna in mare e si chiede dov’è lo Stato.
Lo scarico diretto delle fogne nel mare di San Leone e il pennello non collegato con il depuratore favoriscono i lidi di Porto Empedocle, Realmonte, Siculiana e Eraclea Minoa. In pochi “fuggono” verso est, mentre si registra in crescita il fenomeno Licata che accoglie una significativa fetta di bagnanti agrigentini e potenziali turisti della Città dei templi.
Non rimane che scappare a fronte della situazione che ci propone lo scatto pubblicato, fresco di giornata.
In futuro nulla cambierà se non cambia la classe politica agrigentina.
Ci vuole gente con la vera vocazione alla politica e un elettorato responsabile.”
Pullara ha ragione. Solo il susseguirsi delle stagioni risolve i problemi di quella fogna estiva che è ormai San Leone. Purtroppo, dopo i mesi invernali arriverà una nuova primavera ed un’altra estate.
E quindi nuovamente il mare inquinato, gli allacci abusivi, i reflui fognari non depurati e le tante, quanto inutili, lamentele di un popolo che non ha il coraggio di protestare e manifestare il proprio disappunto dinanzi a un’amministrazione che, se sotto il profilo dello sviluppo economico e dei servizi ci tiene nella melma, sotto il profilo della balneabilità, ci fa sommergere e annegare.
Ringraziamo dunque i nostri amministratori, sindaco in testa, e quanti ogni anno contribuiscono ad allietare le vacanze degli agrigentini e di quei poveri disgraziati turisti che hanno la sventura di venire dalle nostre parti.
Gian J. Morici
Sarebbe veramente beffardo se, a causa di un “anomalo” sabotaggio, Girgenti Acque passasse dal ruolo di responsabile di molti guasti nella rete fognante al ruolo di vittima, che certamente non le calza, proprio nel momento in cui riceve le peggiori critiche al suo operato, E’ veramente il caso che gli organi inquirenti indaghino a 360° sulla denuncia pubblicamente lanciata dall’amministratore di Girgenti Acque, Giuffrida, che non lesina commenti, valutazioni e circostanziati (anche troppo) sospetti.
Ma visto che il mare continua, anche dopo lo “sventato attentato”, a rivelarsi inquinato (e non sporco), vorremmo chiedere al patron di Girgenti Acque se per caso non ci sia stato un altro sabotaggio, questa volta non sventato, che magari (anzi quasi certamente) “sventerà” domani, con dovizia di particolari ed accuse a probabili “esperti” sabotatori, attraverso tutti i mass-media, con Arnone (“l’unico vero ambientalista” senza secondi fini, a cui è ed è stata sempre a cuore la balneabilità del mare di San Leone) prontissimo a fare da contraltare. E’ veramente ora che la Procura ci metta le mani su queste vicende, per individuare sul serio chi e quali “reali interessi” ha, soprattutto economici, a propendere per alcune soluzioni piuttosto che altre, minimizzando (sporcizia e non inquinamento) o esaltando (mare molto più pulito rispetto agli anni precedenti dopo l’intervento salvifico di Girgenti Acque), in taluni casi, quanto è sotto gli occhi di tutti. Le accuse ed i sospetti trovano il tempo che vogliono; ben venga la magistratura per passarli al setaccio. Oggi tutti si improvvisano tecnici, ambientalisti, interpreti insindacabili del programma delle fognature e del piano regolatore, ed usano tutti i mezzi di comunicazione (una emittente televisiva soprattutto) per “dare peso” alle proprie opinioni, dimenticando che le scelte precedenti sono state frutto di un Piano Regolatore, di un PARF (per le fognature) di scelte tecniche operate da funzionari comunali, tecnici comunali, amministratori comunali, tecnici progettisti, funzionari amministrativi e tecnici dell’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente, funzionari amministrativi e tecnici della Cassa per il Mezzogiorno. Ma cosa possono rappresentare tutti questi di fronte all’operato insindacabile di Girgenti Acque (con lo staff tecnico più qualificato della provincia e oltre) e di un ambientalista come Arnone, che rappresenta la “Cassazione” sia in campo tecnico, sia in campo ambientale, sia -e soprattutto- in campo giudiziario?