Dopo che ieri il Consiglio comunale all’unanimità si era espresso a proposito del mantenimento in vita del dissalatore di Porto Empedocle, questa mattina il Sindaco di Agrigento Marco Zambuto ha scritto al Presidente della Regione ed agli Assessori competenti una lunga ed articolata nota in cui, dopo aver citato i diversi contratti, fa rilevare che un apposito articolo del primo contratto preveda che la Regione, entro sessanta giorni dalla scadenza (prevista per l’08 agosto 2010), possa esercitare il diritto di riscatto dell’impianto, versando all’affidatario la somma di euro 500.000,00, I.V.A. esclusa, e qualora la Regione non eserciti nel termine suddetto tale diritto, lo stesso possa essere esercitato alle medesime condizioni dal comune di Agrigento.
Il Sindaco constata che ancora la Regione non si è pronunciata nel merito ed evidenzia che l’Amministrazione comunale, nell’interesse degli agrigentini, ha sempre sostenuto e conferma che l’impianto vada mantenuto e conservato in perfetta efficienza, mentre fa rilevare che il Comune non può più garantire la gestione del servizio idrico per cause allo stesso non imputabili e dovute unicamente alle subentrate disposizioni di leggi che hanno sottratto allo stesso ogni competenza ed incombenza trasferendole al Consorzio d’ambito Agrigento Servizio idrico integrato e, per esso, alla società di gestione Girgenti acque s.p.a..
La lettera si conclude con la comunicazione che il Comune è disponibile ad esercitare il diritto di riscatto dell’impianto e rassegna l’urgente ed indifferibile necessità di delineare e stabilire inequivocabilmente il percorso giuridico e gestionale da seguire, in considerazione del mutato quadro normativo che ha spogliato il Comune dalla gestione del servizio di distribuzione trasferendo l’intero servizio idrico integrato al relativo Consorzio d’ambito.
“Tengo a ribadire – precisa a tal proposito Zambuto – che non è possibile lasciare inutilizzata un’opera costruita con il denaro pubblico: per la sua messa in funzione sono stati spesi 5 milioni e 250 mila euro. Mentre la Regione ha sostenuto anche la spesa per la gestione dei vari moduli per la produzione dell’acqua dissalata con una spesa annua, dal 2007 ad oggi, di circa 1 milione e novecento mila euro, mentre per la gestione delle opere civili ha pagato annualmente oltre 800 mila euro.”
“E poi – prosegue il Sindaco di Agrigento – non possiamo rinunciare ad avere a disposizione una fonte di approvvigionamento alternativa alle altre risorse in caso di emergenza. Non dobbiamo dimenticare che la città di Agrigento è geograficamente sempre un sito terminale di ogni condotta presente sul territorio: o dal dissalatore di Gela, o dal “Favara” di Burgio o dalla parte interna della provincia.”
“Ed ancora: proprio ora che si sta concretizzando il finanziamento per il rifacimento della rete idrica interna – conclude Zambuto – non possiamo tollerare di non avere fonti continue e costanti di approvvigionamento che vanificherebbero gli sforzi fin qui compiuti.”
Continui pure a scrivere letterine, è l’unica cosa che gli riesce di fare. Così almeno, non prendendo alcuna iniziativa, non rischia di urtare la suscettibilità di chi al comune comanda in vece sua. L’appellativo che qualcuno, oggi nella sua giunta per interposta persona, gli ha appioppato, purtroppo per noi e per lui è del tutto veritiero.