Cesare o non Cesare, non v’è dubbio che l’Impero berlusconiano rischi di frantumarsi sotto i colpi della debolezza degli uomini che lo compongono.
Non saranno i conflitti di classe, o assai improbabili ribellioni da parte di un popolo che ha perso la cognizione di ciò che è lecito e ciò che non lo è, quanto la stessa debolezza di una classe politica che ha perso il senso della ragione, a far cadere un sistema affaristico-massonico, nel quale la politica, quella con la “P” maiuscola, riveste un ruolo del tutto marginale.
Se è pur vero che non esiste lotta socio-politica e che i soli motivi endogeni non sembrerebbero sufficienti a far cadere un sistema – è difficile usare la parola “governo” -, altrettanto vero è che la corruzione, la decadenza dei costumi, l’immoralità, stanno minando le basi di un sistema che giunge ormai inaccettabile agli occhi del mondo intero.
La nuova P3, mette a nudo uno scandalo che è di gran lunga superiore a quello di “Mani Pulite”. I più recenti avvenimenti, in un momento di particolare crisi economica, cominciano ad incrinare lo zoccolo duro del berlusconismo.
Tre milioni di poveri assoluti, assistono impotenti alla spartizione di torte milionarie da parte di chi, con arroganza e forte di un senso d’impunità, non si preoccupa nemmeno di celare il malaffare, la corruzione e l’immoralità che albergano nelle stanze del potere.
Certo, gli italiani, cristiani cattolici pronti sempre a perdonare, tutto sono all’infuori che “rivoluzionari”, ma, dinanzi la fame e la miseria che dilaga ormai nel Paese, fin quando saranno disposti a sopportare?
A chiederselo, è ormai anche una parte del mondo politico, che comprende che la fine potrebbe non essere lontana e non vorrebbe ritrovarsi travolto dagli eventi.
A pressare, anche il mondo anglosassone che ben comprende il rischio che può rappresentare l’Italia in un delicato gioco di equilibri internazionali.
Le stesse leggi, che potrebbero favorire i mafiosi, se passano nell’assoluto silenzio degli italiani, vengono immediatamente contestate all’estero. L’Europa gli Stati Uniti e l’O.N.U. tengono ben aperti gli occhi su quanto accade in Italia e non è da escludere che “osservatori“, più o meno ufficiali, siano già presenti sul territorio, pronti a rimescolare le carte per favorire giochi che vanno ben al di là delle Alpi.
Peraltro, va detto che se il fiscalismo e le leggi inique, riguardano l‘intero Paese, è anche vero che il Sud, rispetto l‘industrializzato Nord, è quello che ha meno da temere e da perdere.
Questo, potrebbe portare anche ad una minore stabilità del governo centrale. Le regioni settentrionali, sono più ricche e quindi meno disposte a dividere le loro ricchezze con altri. Tant’è, che la Lega Nord, puntando sul federalismo, fa leva su questi aspetti per ottenere ampi consensi da parte della popolazione.
Quando i valori morali si indeboliscono, il rimedio è quello dell’autoritarismo istituzionale, che diventa tanto più forte quanto più è debole la coesione sociale sui valori comuni.
In questo caso, l’indebolimento morale, riguarda proprio le istituzioni. Ecco perché l’autoritarismo si manifesta sotto la nuova veste della “dittatura democratica”, del controllo dell’informazione e del pensiero, senza una presenza militare.
Tutto questo, potrebbe funzionare se non vivessimo in un’era di globalizzazione che non può consentire ad un Paese come il nostro, di sfuggire a regole ed interessi internazionali.
Il berlusconismo non cadrà dunque per motivi endogeni, dovuti alla grande corruzione che lo caratterizza, ma anche per motivi esogeni, dovuti agli interessi del suo leader ed all’incapacità dello stesso di gestire i rapporti con gli altri Paesi, che non siano quelli a regime quasi totalitario.
“Ave, Caesar, morituri te salutant”.
Ma come accadde negli anni ‘90, quando Cosa Nostra non si sentì più garantita dagli alleati di sempre, ancora una volta si potrebbe assistere alla caduta dell’Impero.
E difficile risulta garantire determinati equilibri, quando si hanno puntati addosso gli occhi del mondo…
Gian J. Morici