Farà anche sorridere il balletto dei numeri e dei giudizi nei riguardi degli amministratori locali, che più volte ci vengono propinati dalle aziende che si occupano di statistiche, ma a pensarci su un attimo seriamente, c’è solo da piangere.
Anche di recente i nostri amministratori han fatto vanto di risultare tra i più graditi alla popolazione.
Eppure, secondo i dati che emergono dall’edizione 2010 del ‘Citizen monitoring’’, avrebbero veramente ben poco da stare allegri.
Stando allo studio prodotto, l’unico giudizio positivo nei riguardi di chi amministra i comuni capoluogo isolani, riguarda la città di Ragusa.
Maglia nera invece per gli amministratori di Palermo, Enna, Messina, Catania e Agrigento.
Tra le cause di tanta insoddisfazione e sfiducia nei confronti di chi amministra, i problemi legati ai rifiuti ed alle opere pubbliche.
Fallita dunque anche la “primavera agrigentina”, che rischia di perdere la sua verde (di speranza) chioma, per lasciare posto a foglie ormai appassite.
A nulla è servita neppure la nomina di “assessori viaggiatori” che il sindaco Zambuto aveva decantato come soluzione ai problemi economici della città invitando gli stessi ad andare dai propri referenti politici a batter cassa.
Fallimento dopo fallimento, Agrigento resta tra le più povere città d’Italia e l’ultima in graduatoria per la qualità della vita.
Ha poco da star allegro Zambuto e a nulla serve il continuo invio di lettere – strombazzato su tutti i mezzi stampa – al ministro Alfano.
Se è vero, come si dice dalle nostre parti, “ca nun c’è cchiù surdu di cu nun voli sentiri”, neppure usando l’altoparlante Alfano presterà orecchio.
Zambuto ritiene di dover fare solo da portavoce delle necessità dei cittadini, o è in grado di passare ad una fase progettuale che tenga conto delle misure di finanziamento a cui poter attingere?
Se il ruolo del primo cittadino dovesse essere scambiato con quello dell’ambasciator che non porta pene, la comunità agrigentina potrebbe risparmiarsi l’esoso gravame di dover mantenere in piedi un simile giocattolo, assumendo un solo “banniaturi” che provveda a far sentire al ministro e a tutta la deputazione, nazionale e regionale, la voce dei cittadini di Agrigento.
Con minor spesa, si potrebbe certamente raggiungere un miglior risultato…
Gian J. Morici
Egreg.Direttore nel condividere quanto da Lei scritto,a mio parere il SINDACO MARCO ZAMBUTO ha fatto un gravissino errore abbandonare politicamente il Sig.Ministro.
Non ha avuto pazienza,é stato troppo frettoloso.In politica bisogna avere tanta pazienza perche’ prima o poi si raccolgono i frutti.
A mio avviso la strada intrapresa dal Sindaco é stata sbagliata perche’ non va da nessuna parte.
Pazienza, aspettiamo le prossime elezioni e poi vedremo se il popolo agrigentino si comportera’ come il 2007.
Grazie dell’ospitalita’
giuseppe
Zambuto deve riprendere con vigore rinnovato la vertenza con lo Stato e la regione che lo hanno abbandonato.Egli non deve avere paura di gridare con forza le ragioni che hanno condotto la città al collasso e le responsabilità politiche del passato.Ma deve chiedere, con altrettanto forza, riparazione urgente forte
del sostegno degli abitanti.Molti politici lo temono e vogliono fargli fare brutta
figura.Con la gente per una battaglia vera può riprendere il largo con rinnovata
speranza di successo. Si guardi dai finti amici e dalle ragnatele vischiose di
gattopardesca memoria.
X IL LETTORE SIG.PALILLO:
DALLE NOSTRE PARTI,PURTROPPO,SE UNA PERSONA NON APPARTIENE A QUALCHE POLITICO NON SI VA DA NESSUNA PARTE E NON OTTERRA’ MAI, DICO MAI , QUALCHE FAVORE .
GIUSEPPE
Egreg.Direttore ,ma è mai possibile che dopo alcuni giorni il sindaco non ha ancora deciso la strada da percorrere?
Meno male che le elezioni comunali sono molto vicine…. e nelle more il movimento che fa CAPO ALL’AVV.TOTO’ PENNICA SI INGROSSA SEMPRE DI PIU’. ( vedi articolo pubblicato sabato 17/07/2010 sul giornale GRANDANGOLO )
Grazie della cortese ospitalita’
giuseppe