Alle manifestazioni dinanzi la Prefettura ci stiamo ormai abituando. Non passa giorno senza che si debba assistere a manifestazioni di protesta che il più delle volte restano ignorate dalle Istituzioni. Se appare già grave il fatto che cittadini, sindaci, sindacati e lavoratori, ricorrano sempre più spesso a pacifiche manifestazioni di protesta – indice di un Paese che sembra ormai inesorabilmente andare a rotoli -, ben più grave è quando a dover ricorrere allo sciopero, sono coloro ai quali è affidata la legalità e la sicurezza della nazione. Ad esprimere il dissenso nei confronti della manovra economica approvata dal Governo, i magistrati aderenti all’ANM, la cui sezione di Agrigento ha comunicato in data odierna l’astensione dalle attività giudiziarie, nel rispetto del codice di autoregolamentazione e cercando di ridurre i disagi a carico dei cittadini. Su 41 magistrati in servizio ad Agrigento, ben 35 hanno aderito allo sciopero. Le ragioni della protesta, sarebbero da ricercare nella recente manovra finanziaria che penalizza il sistema giudiziario e rischia di minare l’autonomia della magistratura. Mentre era in atto lo sciopero da parte dei magistrati, dinanzi al palazzo della Prefettura di Agrigento, si svolgeva la manifestazione di protesta indetta dalle forze di Polizia. “Una firma per la sicurezza e la legalità”, è quanto chiedono unitamente i sindacati di polizia (Siulp – Sap – Siap Anfp – Silp Cgil – Ugl Polizia di Stato – Coisp – Anfp), che hanno sottoscritto un volantino d’appello ai cittadini. “La manovra correttiva varata dal Governo – si legge sul manifesto -, anziché eliminare i tanti sprechi, pensa di operare un ulteriore taglio orizzontale al diritto alla sicurezza pregiudicando in modo grave, la funzione di polizia”. Una denuncia vibrata, che mette in evidenza come per le sole auto blu – definite “spesso uno status simbol” per molti politici -, il Governo spende ben 21 miliardi l’anno (quasi l’intero ammontare della manovra correttiva), tagliando drasticamente i fondi destinati a garantire la sicurezza dei cittadini e causando la chiusura di Commissariati e Stazioni, riducendo il numero delle volanti utilizzate per il controllo del territorio e tagliando indiscriminatamente i già miseri stipendi di chi dovrebbe garantire la sicurezza dei cittadini. Il tutto, mentre si continua a garantire i “meravigliosi emolumenti ed indennità dei politici e membri del Governo”. Se queste sono le certezze sulla sicurezza e lotta alla mafia, che questo Governo aveva inserito come priorità nel corso della campagna elettorale, non osiamo immaginare cosa avverrà di tutte le altre promesse. Gian J. Morici