In un paese con l’acqua alla gola, c’è poco da meravigliarsi se si decide di buttare in mare anche i bagnini.
Questo è quanto accade ad Agrigento, dove da anni il Comune provvede, con il contributo della Provincia Regionale, a garantire la vigilanza e il soccorso di salvataggio lungo le spiagge che, è bene ricordarlo, in passato erano note a causa delle tante vittime che ogni estate causava il nostro mare.
In questo contesto la Capitaneria di Porto – Guardia Costiera, unitamente ai servizi di salvataggio predisposti dal Comune, hanno giocato un ruolo determinante nel garantire la sicurezza dei bagnanti, limitando notevolmente il numero delle vittime per annegamento.
Ovvio dunque che la predisposizione di servizi di vigilanza e salvataggio con personale brevettato, sia, oltre che obbligatorio, irrinunciabile.
La doccia fredda – parlando di acqua – arriva dalla Provincia Regionale di Agrigento, la quale a seguito della richiesta di contributo da parte del Comune, così come avveniva negli anni passati, fa presente di non poter erogare alcuna somma per garantire il servizio.
Comprendiamo benissimo la crisi economica e tutto quello che ne consegue, ma riteniamo assurdo che vengano penalizzati servizi indispensabili per i cittadini, che, oltre a salvare vite umane, rappresentano anche piccole opportunità di lavoro per un territorio che è notoriamente tra i più poveri d’Italia e con il più elevato tasso di disoccupazione.
Il contributo richiesto dal Comune alla Provincia , era di appena 14.900 euro.
Somme queste, delle quali probabilmente, per garantire il servizio, si farà carico il Comune.
Vogliamo quantomeno augurarci che quelle somme impossibili per la Provincia da racimolare per garantire l’incolumità degli agrigentini, non debbano venir spese, come spesso accade, per organizzare futili conviviali mascherati da incontri pseudoculturali o di tipo convegnistico.
Garantire la sicurezza delle nostre spiagge, sarebbe stato certamente.un’indiscutibile segno di grande civiltà.
Evidentemente, Agrigento non merita tanto…