Il 21 marzo u.s. l’Italia ha rinunciato alla sua sovranità nazionale cedendo al ricatto politico ed economico di uno Stato terzo che da quasi sedici mesi disprezza il Diritto e le Convenzioni Internazionali e detiene in ostaggio due militari italiani. Ha rispedito in India come fossero merce di scambio i nostri due Fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, solo perchè Delhi “ha alzato la voce” minacciando di limitare le garanzie diplomatiche e la stessa libertà personale del nostro Ambasciatore e perchè qualcuno dell’Esecutivo del momento ha preferito difendere gli interessi di lobby economiche, piuttosto che di due nostri militari praticamente “svenduti” per trenta denari.
Decisione che lasciava in quel momento perplessi suscitando in molti il desiderio di capire cosa in realtà stese accadendo. Prioritaria l’esigenza di assicurarsi che i due militari fossero assolutamente tutelati sulla non applicazione della pena di morte nei loro confronti. Chiedevo quindi al Ministero degli Affari Esteri di poter disporre di una copia del documento prodotto dall’India in tal senso ed a cui si riferivano rappresentanti istituzionali.
Ieri finalmente una risposta della Farnesina che, però, rinnova tutte le perplessità precedenti. Una lettera a firma del Ministro Emma Bonino da cui emergono due punti essenziali.
Il primo relativo alla volontà italiana di pretendere che l’India rispetti il diritto internazionale. Testualmente “Sulla base del diritto internazionale consuetudinario e pattizio, continuiamo a ritenere che la giurisdizione sui due Fucilieri di Marina coinvolti nel tragico episodio spetti all’Italia e che essi debbano essere giudicati dalla magistratura italiana. I più recenti sviluppi confortano il Governo italiano nella scelta di un confronto costruttivo con l’India. In particolare, il dialogo avviato ha fatto emergere la consapevolezza, anche da parte indiana, di dover affrontare con maggiore decisione, linearità e speditezza la vicenda, per una sua soluzione equa e rapida”.
Il secondo meno importante ma puranche sostanziale con il quale viene negato di poter disporre di una copia dell’assicurazione indiana sulla non applicabilità della pena di morte motivata con l’affermazione “Il documento, infatti, rientra in una delle categorie – quella dei carteggi scambiati dall’amministrazione con i rappresentanti degli Stati esteri in Italia ed esponenti dei Governi e delle amministrazioni degli Stati esteri – che il Decreto Ministeriale n. 604/1994 sottrae all’accesso, fra l’altro, “per motivi attinenti alla correttezza delle relazioni internazionali”.
Evidentemente qualcosa in un recente passato è sfuggito ai controlli del Dicastero considerando che uno stralcio del documento è stato pubblicato e commentato in un recente articolo pubblicato sul settimanale Panorama.
Precisazioni quelle sottoscritte dal Ministro che però non rispecchiano, almeno per quanto attiene alla “competenza di giudicare”, quanto riportato da vari organi di stampa che ci informano che la Bonino abbia riferito in Parlamento “i due Fucilieri di Marina saranno sottoposti ad una nuova procedura di indagine a New Delhi che dovrebbe durare due mesi in applicazione di una legge che esclude la pena di morte”, aggiungendo “un processo fast and fair (rapido e giusto) è la strada da seguire, bisogna trovare un modo per portare a casa i Marò e questa strada di dialogo e fermezza ci potrà consentire di risolvere la questione”.
Pronunciamenti la cui sostanza è confermata anche da una dichiarazione del dott. De Mistura rilasciata il 14 maggio all’ANSA che riporta fra l’altro ”l’inchiesta sarà veloce, rapida ed equa’, lasciando presumere che ormai si accetta che l’India emetta un verdetto.
Affermazioni differenti che, come avvenuto in passato, inducono sicuramente confusione. L’11 marzo, l’allora Sottosegretario De Mistura dichiarava all’AGI “La decisione di non far rientrare i maro’ in India e’ stata presa in coordinamento stretto con il presidente del Consiglio Mario Monti e d’accordo tutti i ministri….”, mentre in Parlamento il 26 marzo il Senatore Monti praticamente si dissociava da quella decisione. Ieri la missiva del Ministro Bonino che in prima approssimazione sicuramente non è coerente con quanto riferito dalla stessa sempre in Parlamento.
Non è azzardato affermare, quindi, che la vicenda si fa sempre meno chiara e viene proposta agli italiani in maniera sicuramente confusa, quasi un’offesa all’intelligenza di molti e sicuramente alla mia.
Probabilmente è stata scelta una soluzione all’italiana che non rende però onore al nostro Paese né tantomeno rispecchia la volontà di pretendere che il Diritto Internazionale sia rispettato né tantomeno riconosciuta l’immunità funzionale di cui i due militari italiani hanno diritto, come invece sottoscrive il Ministro.
Piuttosto un arrangiamento a discapito della nostra sovranità nazionale e che potrebbe compromettere la sicurezza futura dei nostri militari impiegati nel mondo in operazioni di Peace Keeping ch potrebbero dubitare di avere garantito dalla propria Nazione il riconoscimento del loro status come sta avvenendo per i due Fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone.