La Guardia Costiera per ordine della Procura della Repubblica di Brindisi ha sequestrato il complesso turistico che stava sorgendo a VENTI METRI dal confine Nord della Riserva di Torre Guaceto.
Nell’assoluto rispetto del lavoro della magistratura e dei diritti degli operatori economici proprietari dell’area auspichiamo una rapida soluzione della vicenda che comprenda la verifica delle procedure che nel 2014 portarono all’acquisto, tramite asta dell’agenzia del Demanio di terreni agricoli confinanti con la struttura sequestrata. (Ventitré ettari di terreno e due casolari acquistati a circa 130.000 euro con vincoli assoluti di destinazione d’uso).
Sapremo finalmente come mai l’agenzia del demanio nel 2014/15 rifiutò di sospendere l’asta dopo la richiesta dell’allora Sindaco di Carovigno Mimmo Mele e di un Comitato di Cittadini per destinare i terreni ad uso pubblico.
Sapremo come mai il Consorzio di Torre Guaceto non chiese gratuitamente quei terreni e non partecipò all’asta per poi, dopo solo due anni, acquistare da privati, nella stessa identica zona, tre ettari di terreno agricolo da trasformare in parcheggio pagandoli ben 105.000 euro. Un prezzo enorme rispetto al mercato
La Federazione provinciale dei Verdi Auspica che il sindaco di Carovigno Massimo Lanzilotti che da consigliere comunale di opposizione nel 2017 ebbe il coraggio di fare un esposto al Presidente della Repubblica sulla legalità nella Riserva di Torre Guaceto continui nella sua opera meritoria ripristinando immediatamente la Commissione Comunale D’inchiesta per Torre Guaceto.
Le eventuali collusioni e le illegalità tra portatori d’interesse economici, politica locale, amministratori ed ex amministratori, tecnici pubblici e privati non sono e non devono essere di sola competenza della magistratura e delle forze dell’ordine (oggi unico baluardo della legalità) ma ci sono aspetti “etici” ed “amministrativi” che vanno affrontati dall’Amministrazione Comunale e dal troppo silenzioso Ministero dell’Ambiente.
Bisogna fare i conti con la realtà dell’intera area della Riserva di Torre Guaceto al cui interno insistono lucrose strutture ricreative già oggetto di denunce e polemiche. Nella zona oltre agli interessi legati alla fruizione turistica vi sono quelli dello scarico del depuratore di Carovigno e della costruzione di un impianto di irrigazione da sei milioni e mezzo di euro. Un’opera, a nostro parere, assurda e inutile che è stata incredibilmente affidata ad un soggetto “privato” quale è il Consorzio di torre Guaceto e che verrà realizzata dove l’acqua sorgiva della falda è gratuita e si trova a soli due metri di profondità.
Adesso spunteranno come funghi i falsi difensori dell’ambiente e i paladini della giustizia tra cui politici vecchi e nuovi. Improvvisamente tutti si accorgeranno che Torre Guaceto è un prezioso bene da proteggere. E’ proprio vero che “ipocrisia” e “vergogna” sono parole per molti sconosciute.
Elio Lanzillotti. Portavoce Provinciale Federazione dei Verdi. Responsabile regionale aree protette.