Ho seguito la rassegna pubblicata sino ad oggi, dei Vs articoli sulla storia della mafia a Castelvetrano e ho notato che questi hanno, essendo storia vera e documentata, lasciato ben poco spazio all’immaginazione e fatto capire nell’arco temporale di un trentennio quali siano stati i vertici della mafia castelvetranese e che tutti i capi si sono avvicendati al comando senza buchi di tempo e quindi da qui la mia decisione di scrivere questa lettera. E’ ormai conclamata la inattendibilità del pentito Vincenzo Calcara che oltretutto non ha mai menzionato i veri mafiosi, mentre invece è certificata l’attendibilità di altri pentiti come Patti, Siino, Brusca e tanti altri che di seguito avrete modo di leggere e se in questo trentennio tutti i capi erano al loro posto senza lasciare spazio ad altri, se tanti pentiti dichiarano l’estraneità del mio assistito alle vicende di Mafia e se invece solo un finto pentito ne parla e alla luce del fatto che a Caltanissetta è stato dichiarato che vi è stato un depistaggio nelle stragi allora appare sempre più chiaro che tutto è partito veramente da Castelvetrano che con l’operazione Palma del maggio 92 ha dato inizio alle danze.
Negli anni, quale difensore del Prof Vaccarino, ho avuto modo di esaminare molteplici atti processuali. Leggendo quanto pubblicato con i vostri articoli rilevo ulteriore conferma di quanto già affermato da diversi collaboratori di giustizia. Ed invero:
GERACI FRANCESCO ebbe a dichiarare che Matteo aveva informato tutti i mafiosi , peraltro non indicati da Calcara, che potevano stare tranquilli perché Calcara era una persona indegna che diceva soltanto bugie. Che si erano fatte un sacco di risate visto che tutte le invenzioni di Calcara mettevano i veri mafiosi al sicuro indicando invece quelli che non c’entravano affatto. Procura della Repubblica di Palermo (Proc n° 11247/01 RGN – 09 Maggio 2002) “Messina De-naro Matteo mi parlò in quei termini del Calcara subito dopo gli arresti eseguiti sulla base delle sue dichiarazioni, quando fu pubblico il suo asserito pentimento. (…………) Non mi risulta alcun rapporto del Vaccarino con i Messina Denaro, sia il figlio che il padre dicevano che il Vaccarino non c’entrava nulla con Cosa Nostra e che con lui non avevano mai avuto alcun rapporto. Sia Matteo che il padre mi dicevano che Calcara si era fatto pentito per farsi mantenere dallo Stato considerato che era un nulla facente”.
BRUSCA GIOVANNI ( Proc Pen 11247/01 RGNR – 06 Aprile 2002) Ha ribadito e confermato tutte le dichiarazioni che ha reso ….”Calcara non è uomo d’onore né vicino a Cosa Nostra; quando fu noto il suo pentimento commentammo con gli altri uomini d’onore (commenti fatti ripetutamente con Messina Denaro Matteo, Manciaracina, Sinacori, Gancitano Andrea e Ferro Giuseppe) che si trattava di un collaboratore “fasullo” e che era stato costruito non so per quali fini anche se le sue dichiarazioni ci hanno giovato in quanto riguardavano anche persone che nulla avevano a che fare con Cosa Nostra”. (Proc pen 2293/98 RGNR – 02 dicembre 1998 ) Non ho conosciuto l’ex sindaco di Castelvetrano Vaccarino, ma sono a conoscenza del fatto che lo stesso è stato ingiustamente accusato da un pentito “costruito” manovrato dagli inquirenti. (……) Del pentito, però in Cosa Nostra, dottore queste erano valutazioni all’interno di Cosa Nostra, cioè il… che spesse volte si pensava alla cattiveria, poi se cattiveria c’è questo se lo sa lui, che venivano imbeccati, imbeccati per dire: dice questo, dice qest’altro e dice quest’altro. (………..) Aggiungerà Siino , confermeranno Pellegrino ed altri che la falsa accusa contro Vaccarino era stata una manovra politica….!!! “….era vero quello che vi racconta il Patti e il Sinacori, il Messina Matteo Denaro, cioè commentava per dire, lo hanno imbeccato per fargli dire questo, questo e quest’altro ………., e quindi si diceva che a qualsiasi costo dovevano creare un collaborante a Trapani e quindi si interpretava la venuta di Borsellino perché dovevano trovare un collaborante. Possibilmente il dott Borsellino secondo me in buona fede, ma chi gestiva dietro le quinte, doveva trovare a qualsiasi costo il collaborante. ………cioè veniva poi…venivano portati i verbali fuori. Poi oltre a questo venivano indicate tutte le persone che i collaboratori, i vari collaboratori facevano nomi, cognomi, e tutte ste belle cose… quindi c’erano persone di Cosa Nostra e persone non di Cosa Nostra, infatti se lei vede, tutti quelli di Cosa Nostra no venivano arrestati, venivano arrestati tutti quelli non di Cosa Nostra. P.M.: Si, intendo dire, Matteo, anche se sapeva che veniva coinvolto suo padre, aveva poco da temere perché tanto…!” Calcara dichiarava a comando che non “era più il capo perché latitante”!!!!!!!! “ Di Calcara in linea generale guardi, le posso dire che, per quello che le ho detto, non erano uomini d’onore, erano tutti fasulli, il commento generale era che qualcuno li imbeccava o qualcosa che loro sapevano, poi li traducevano su fatti…… “
SINACORI VINCENZO (Procura della Repubblica Palermo – Proc n° 11247/01 RGN – 20 marzo 2002) (……) “Escludo qualsiasi coinvolgimento del Vaccarino nell’omicidio Lipari al quale come ho già riferito ho partecipato direttamente. Escludo altresì che il Vaccarino potesse in qualche modo esse-re coinvolto in traffici di droga. Il Vaccarino non è uomo d’onore. All’omicidio di Vito Lipari non ha partecipato il Vaccarino. Non ha partecipato a traffici di armi e droga. (cfr verb ud del 19.12.2006 – 29.01.2007; proc pen n° 209/05 RG) Era stato accusato per sollevare un polverone. Che Calcara era un “fradiciume” totalmente falso.
SIINO ANGELO ( Procura della Repubblica D.D.A. Palermo – Verbale di interrogatorio, di persona indagata in procedimento connesso o collegato – 22 dicembre 1998 ) “Quel che era poi assolutamente inverosimile nelle dichiarazioni di Calcara era che lo stesso collocava il Vaccarino come capo della cosca di Castelvetrano. Di tale fatto ma, in genere, del coinvolgimento del Vaccarino per fatti di mafia tutti i mafiosi parlavano, peraltro, come di circostanza assolutamente inverosimile. (….)A proposito del Vaccarino il Furnari, (……), mi fece capire che lo stesso era vittima anche di una faida politica” . Tribunale di Marsala – Proc pen n° 2610/02 RGNR – Ud del 29.01.2007 ) In Cosa Nostra mi occupavo di rapporti tra politica e mafia in materia di appalti”. Aveva rapporti con tanti esponenti politici, Siino, con i quali concordava appalti e manovre economiche mafiose ! Mai avuti rapporti con Vaccarino, che pure era la massima autorità del Partito!!!! “Ho conosciuto i vertici della famiglia mafiosa di Castelvetrano. So che il Vaccarino non era uomo d’onore. Escludo che si sia occupato di droga. Negli anni ’80 a vertice della famiglia mafiosa di Castelvetrano c’era Francesco Messina Denaro, conoscevo il figlio Matteo e il genero Guttadauro” Proprio quelli che Calcara proteggeva non nominandoli affatto!!!! “Con me era ristretto (carcere di Termini Imerese) anche il prof Vaccarino perché era stato accusato da Calcara di essere capo della famiglia mafiosa di Castelvetrano. Questo fatto suscitava ilarità fra i detenuti……..” Furnari Saverio, addirittura quasi offeso perché veniva indicato falsamente come mafioso, teneva a precisare che era stato calunniato dai politici avversari. “Io quello che mi risulta Vaccarino non ha mai preso parte a traffico di armi , nè di droga”.( Cfr verb ud del 19.12.2006 – 29.01.2007 )
MILAZZO FRANCESCO (Procura della Repubblica Palermo – Proc n° 11247/01 RGN – 11 Aprile 2002 ) “Mi trovavo a Mazara da mastro Ciccio (Messina Francesco) quando apresi della collaborazione di tale Calcara; Il Messina Francesco, alla presenza di Cola Messina e di altri mazaresi commentava tale notizia dicendo che Calcara era un “fradiciumi”, che non sapeva nulla di Cosa Nostra e che era imbeccato da qualcuno e che meritava di essere ammazzato. (……..)Di Vaccarino, sindaco di Castelvetrano, ho appreso nel medesimo contesto che ho prima indicato ricordo che il Messina Francesco diceva che Calcara aveva “fatto delle tragedie” accusandolo ingiustamente; per quello che mi risulta e che ho appreso dai mazaresi anche Vaccarino non aveva nulla a che fare con Cosa Nostra
FERRO GIUSEPPE (Procura della Repubblica Palermo Proc n° 11247/01 RGN – 12 Aprile 2002) “Tra il 91 e il 92 sono stato in libertà. Ricordo che in quel periodo Messina Denaro Matteo portò la notizia che c’era qualcuno che “parlava”; dopo qualche tempo si seppe che tale Calcara aveva cominciato a collaborare e ben presto ci tranquillizzammo perché si trattava di un “fradiciume” cioè di uno che non aveva nulla a che fare con Cosa Nostra come ebbe a ribadire Messina Denaro Matteo che ra il capo del mandamento di Castelvetrano (….) Matteo diceva che questo Vaccarino era una “povera vittima”, un politico con il quale non aveva avuto nemmeno rapporti e che non c’entrava nulla con Cosa Nostra:testualmente “un povero cristo, con cui non abbiamo nemmeno parlato”.
PATTI ANTONIO ( Procura della Repubblica Palermo – Proc n° 11247/01 RGN – 06 Aprile 2002) (…..) “non conosco Vaccarino Antonino; escludo che possa essere un uomo d’onore o un “vicino” all’organizzazione mafiosa; ho conosciuto tutti gli appartenenti alla potente famiglia di Castelvetrano ma non ho mai sentito parlare di Vaccarino. Non esiste proprio che Calcara e Vaccarino abbiano a che fare con Cosa Nostra” In ogni sede giudiziaria , sempre e comunque, porteremo queste e tantissime altre testimonianze della totale estraneità del Prof Vaccarino da qualsivoglia contesto criminoso. Sottolineeremo la generale difesa della sua correttezza affermata sempre con determinazione da tutte le Forze dell’Ordine. Generali e Questori, Appuntati e Ispettori. Tutti con eguale calore investigativo. Porteremo nuove ed eclatanti dichiarazioni che dimostrano , inconfutabilmente, come tutto sia stato creato per depistare preventivamente quel che a Castelvetrano, nell’autunno del 1991, era stato deciso sulle stragi . Occorrono altre conferme? A mio avviso NO! Occorre soltanto accettare nelle sedi giudiziarie ciò che è stato semplice accertare nel vasto campo investigativo.
Avv. Giovanna Angelo