Facendo seguito ad una precedente nota inviataci dal Professore Antonio Vaccarino, pubblichiamo questi ultimi pensieri ispirati a Cesare Beccaria ed inviateci dal Professore, ho avuto modo di ascoltare dalla diretta voce del Professore, alcune delle terribili e gratuite sevizie fisiche e psicologiche subite a Pianosa e vi assicuro che sarebbe difficile anche da scrivere tanta è la sofferenza che si prova ad ascoltare ciò e soprattutto pensando che queste sofferenze sono state inflitte ad un innocente e ad ogni modo non ad un assassino o serial killer di professione ma ad uno studioso, un professore. Già è grave che dopo aver fatto ingiustamente carcere duro a Pianosa, finalmente un Giudice si è degnato di leggere tutte le carte e forse illuminato dalla luce Divina ha anche capito che non vi erano neanche i presupposti per un arresto e quindi ha scagionato e liberato immediatamente il Professore, ma comunque sempre dopo cinque lunghissimi anni di sevizie. Tutto dovuto alla dichiarazione di una persona risultata poi falsa e bugiarda. Spero di aver dato risposta anche a qualche benpensante che si erge a giustizialista nel fare capire perchè si pubblica tutto questo. Provate solo ad immaginare di fare la Vostra vita tranquilla e sul più bello di trovarvi in carcere perchè un cattivo qualsiasi vi accusa di qualcosa. Malgrado tutto questo vi faccio notare che il Professore Vaccarino continua ad usare le lettere maiuscole indicando i termini “Stato e Giustizia”, io non lo farei e voi?
Cesare Beccaria Bonesana, marchese di Gualdrasco e di Villareggio, è stato un giurista, filosofo, economista e letterato italiano considerato tra i massimi esponenti dell’Illuminismo italiano, figura di spicco della scuola illuministica milanese.
Oltre due secoli fa Cesare Beccaria, cittadino dell’Italia civile, dell’Italia ancora da costruire, dimenticato progenitore della certezza del diritto, affermava i principi che qualunque Nazione Democratica avrebbe posto alla base della giurisprudenza.
“Nessun uomo dovrà considerarsi colpevole prima della definitiva sentenza del giudizio e la carcerazione preventiva deve durare il minor tempo possibile, deve essere meno dura possibile e deve essere dettata da ineludibile necessità sociale.
Perchè ogni pena non sia violenza di uno, o di molti, contro un privato cittadino, deve essere essenzialmente pubblica, pronta, necessaria, la minima delle possibili nelle date circostanze, proporzionata ai delitti, dettata solo dalle leggi.”
Queste alcune significative indicazioni di Beccaria. Ma se v’è chi dovesse ritenerle troppo lontane nel tempo passato, quindi di scarso rilievo, basterebbe che avesse la capacità di leggere la Costituzione dello Stato Italiano al suo articolo 27.
“Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso obbligato di umanità e debbono tendere alla rieducazione del condannato”
Le carceri italiane sono invece delle fosse dei serpenti (Paolo Ungari, presidente della Commissione per i diritti dell’uomo).
A quale Nazione appartengano Pianosa o l’Asinara. Le altre a queste speculari per terrore e perfidia, sarà preferibile lasciarlo nel vago per qualche secolo, posto che il tempo possa depurare tali ambienti dalle crudeli nefandezze che vi sono state commesse, da tutto l’orrore che, per residuo radioattivo, vi ha impregnato la terra, l’aria, l’acqua. Dovranno vergognarsi con la loro stessa coscienza, posto che ne possiedano magari lontane sembianze, quanti ne hanno fatto parte, a qualunque titolo e con qualsiasi ruolo della sottotribù di squadre di carcerieri seviziator, programmati con tale perfida e tale brutalità da rappresentare i feroci eredi di Barbablù-
Il rispetto della dignità umana da riservare al colpevole, durante l’espiazione della pena, deve essere finalizzato al reinserimento nella Società offesa attraverso il suo recupero totale ai principi della civiltà e alla sacra osservanza delle leggi dello Stato.
Rispetto, quindi, anche per chi si è macchiato di un qualche delitto.
Chi, invece, si ritrova schiacciato dall’ingiustizia più atroce, chi si ritrova privato della lbertà vitale pur non avendo commesso alcunchè, avendo piuttosto mantenuto condotta irreprensibile sia sul piano morale che su quello sociale, chi viene colpito improvvisamente dal più grosso male che affligge l’attuale nostra collettività, divenendo oggetto colpito da sospetto.
Chi la mafia l’ha sempre combattuta, si ritrova incredibilmente bersaglio di oscure manovre che adoperano strumenti mostruosi per fini che mortificano la Giustizia. Per la delittuosa vocazione alla calunnia, ala delazione manovrata, alla criminale vocazione all’uso del potere fine a se steso. Chi diviene, pure inconsapevolmente, bersaglio dei Potenti antimafisti può e deve raccomandarsi al Padreterno perchè riveli i demoni imperanti nella giustizia dell’aldiquà, confidando dogmaticamente nella Giustizia di Dio.
Maurizio Franchina
Il capolavoro dell’ingiustizia è di sembrare giusto senza esserlo…(Platone).