In un angolo del mercato “Ballarò”, degli uomini si muovono in maniera enfatica, attorno ad un tavolino dalle “gambe” lunghissime. Uno, quello con l’occhio più furbo, maneggia con fare abile delle carte, gli altri hanno in mano mazzette di euro. Un gioco antico, da strada. Un gioco che improvvisamente è diventato di attualità, un gioco che “ubriaca” non più l’ignaro passante, ma un intero esercito di lavoratori: Gli ex lsu. Il posto delle carte è stato preso da un istituto contrattuale che si chiama “banca ore”, uno strumento per la gestione della prestazione lavorativa. Un “conto corrente” individuale che consiste nell’accantonare non soldi, ma ore. Nel corso dell’anno il singolo lavoratore potrà attingere dal suddetto conto per godere di riposi compensativi secondo le modalità previste dalla contrattazione collettiva.
La banca ore “funziona” nel modo seguente: il lavoratore che svolge più ore di lavoro rispetto al normale orario di lavoro previsto dal contratto non viene immediatamente pagato per esse ma accumula tali ore aggiuntive in un conto detto, per l’appunto, banca ore. “Qualora il dipendente dovesse avere bisogno di assentarsi dal lavoro può, in accordo con il datore di lavoro, sottrarre le ore non lavorate dalla sua banca ore evitando così che le ore non lavorate gli vengano scalate come permessi o gli vengano trattenute in busta paga. In parole povere le ore di lavoro straordinarie vanno a sommarsi nella dotazione della banca ore, mentre quelle di assenza vanno a diminuire tale dotazione”. Trascorso un certo periodo di tempo, che viene stabilito dal contratto collettivo o dagli accordi aziendali, viene determinato il saldo della banca ore, quindi la differenza tra le ore lavorate in più dal dipendente e quelle di assenza. Fin qui tutto chiaro, ma non per i lavoratori ex LSU utilizzati da aziende e cooperative di mezza Italia con il cosiddetto “sistema banca ore”, che doveva servire a distribuire ai dipendenti in servizio le ore dei colleghi che a vario titolo cessavano di lavorare nell’appalto. Un sistema che in tutto questo tempo ha distribuito agli ex LSU appena un’ora settimanale in più, costringendo così i lavoratori a dover sopravvivere, con stipendi da fame. In sostanza un “sistema” fallimentare per lo più sottoscritto dalle organizzazioni sindacali. (vedi ad esempio quello firmato il 15 Gennaio 2015). Ma il sindacato non è un’associazione di lavoratori o di datori di lavoro costituita per la tutela di interessi professionali collettivi?
Scrisse Georges Bernanos, scrittore francese: “I veri nemici della società non sono quelli che essa sfrutta o tiranneggia,ma quelli che umilia”.
Aldo Mucci