Il docente dell’Università di Messina interviene dalla Slovenia dove ha tenuto seminari per docenti e discenti all’Istituto “Dante Alighieri” a Isola in Istria.
Nuovo appello del sociologo Pira dopo l’ultimo caso dell’Istituto di Parma:“Si mobilitino le istituzioni e le famiglie collaborino con la scuola”.
Isola (Slovenia) – “Troppi episodi di cyber bullismo e di sexting. Troppi pre-adolescenti e adolescenti che con le loro bravate su Facebook, Whatsapp, Instagram, Youtube riempiono le cronache dei giornali. Comprendo il messaggio lanciato oggi dal Dirigente Scolastico, Pier Paolo Eramo, dell’Istituto Sanvitale Salimbene che chiede la collaborazione delle famiglie. Ma come ho detto ieri e oggi in Slovenia spesso i genitori non sanno quello che scrivono i loro figli e a che livello di offese o quali immagini erotiche o pornografiche possono viaggiare sulla rete.”
Lo ha detto il sociologo Francesco Pira, docente di comunicazione e giornalismo all’Università di Messina invitato a tenere all’Istituto “Dante Alighieri” di Isola due seminari per docenti, genitori ed educatori e per i discenti. L’esperto con l’ausilio di video e riportando i risultati di ricerche e indagini recenti ha parlato della generazione app, dei digitali nativi ed anche dei piccolissimi born mobile. Il professor Pira ha sottolineato come dati di quest’anno parlano di una percentuale che raggiunge il 71% di ragazzi tra i 13 e i 17 anni che è iscritto e vive su Facebook. Le ragazze dominano i social, in particolare quelli con un più spiccato orientamento visual. I ragazzi utilizzano le piattaforme di condivisione per i videogiochi. L’incontro con il sociologo italiano è stata un’occasione per fare il punto sulle sfide che le nuove tecnologie offrono al mondo degli educatori ed ai genitori. L’accesso ad una quantità notevole di informazioni, può contenere pericoli e tranelli. In una società iperconnessa abbiamo modo di ricercare le nostre fonti, creare informazione metterci in comunicazione, ma diventiamo anche i soggetti degli strateghi del marketing; intendiamo i rapporti sociali come imprescindibilmente legati a computer, social networks e smartphones; e rischiamo di rimanere vittime di disinformazione, bufale o addirittura violenze cibernetiche. “Io credo che la rete sia una grandissima opportunità, per abolire le distanze, per poterci documentare in maniera diversa”, ha detto il sociologo e docente universitario, Francesco Pira- la rete rappresenta un’occasione unica per tutti noi, in termini di conoscenza, ma questa condivisione della cultura e della conoscenza non deve diventare, invece, pericolosa nel momento in cui utilizziamo la rete per delle devianze che non sono assolutamente sopportabili. C’è uno scaricabarile – conclude Francesco Pira- tra la scuola e la famiglia sulle responsabilità. Invece di accusarsi reciprocamente, scuole e famiglie dovrebbero collaborare insieme alle istituzioni per una consapevolezza sull’uso dei nuovi media. Se invece si rompe, come dice Papa Francesco, il patto tra famiglia, scuola e istituzioni allora rischiamo di continuare a leggere di casi come quello di Parma dove gli insulti superano anche la nostra immaginazione”.