Allarmante l’ultimo rapporto del CPJ, il Comitato per la Protezione dei giornalisti.
Secondo i dati raccolti la sorte dei giornalisti riflette la crescita mondiale dell’autoritarismo. Per il terzo anno consecutivo sono oltre 200 i giornalisti arrestati per l’esercizio della professione. Nel 2014 Cina il paese che più ha violato la libertà di stampa è stato la Cina.
In totale i giornalisti arrestati ed identificati sono 220, ossia nove più dell’anno scorso. Restano fuori molti free-lance e colleghi in paesi autoritari come Egitto, Etiopia e Birmania. Cina ed Iran insieme detengono un terzo dei giornalisti imprigionati nel mondo. Il censimento dei giornalisti in prigione non tiene conto di chi è imprigionato o messo sotto controllo governativo. Non sono compresi neppure gli ostaggi di gruppi non governativi. Il CPJ ritiene che una ventina di giornalisti siano scomparsi in Siria e ritiene che molti di loro siano tra le mani dei militanti dello Stato Islamico.
La Turchia, peggior paese nel 2012 e 2013 ha liberato molti giornalisti quest’anno e ne detiene ormai “soltanto” sette. Tuttavia, il 14 dicembre, ha arrestato diversi giornalisti, intellettuali, registi, produttori… accusandoli di cospirazione contro lo stato turco.
Il sito del CPJ riporta molti altri dati nonché testimonianze su chi ha cercato e cerca ancora di rompere le catene di chi vuole imprigionare la libertà di stampa.
Luisa Pace