Il decimo giorno di Muharram del calendario islamico, è ricordato dai musulmani sciiti come un giorno di lutto per la morte di Husayn ibn Ali. Quando milioni di musulmani sciiti si riuniranno attorno alla moschea Hussein a Karbala, per commemorare Husayn (il nipote di Maometto) Ahl al-Bayt, terzo Imam, il legittimo successore di Maometto, questo giorno di commemorazione, che già in passato si è sporcato di sangue a causa dello scisma tra sunniti e sciiti, sarà nuovamente un giorno di lutto, sangue, violenze e morti.
A preparare l’evento ci stanno pensando i jihadisti dello Stato Islamico che sui social network si scambiano, protetti da profili chiusi, immagini delle loro cinture esplosive, commenti e suppliche ad Allah affinchè accolga i “fratelli martiri” che s’immoleranno in nome di una fede che li porta al di là della più inimmaginabile delle follie.
Gli jihadisti esibiscono le loro cinture esplosive preparate per “augurare un buon compleanno jihadista per il prossimo ‘Ashura in Iraq”.
Quanti saranno i morti di quest’ulteriore follia? Purtroppo lo sapremo presto. Saranno donne, uomini e bambini che pagheranno con la loro vita il proprio credo religioso, in nome di un altro gruppo religioso che crede nello stesso Dio, che crede nello stesso Allah…
Questi i precedenti:
Il 20 giugno 1994 l’esplosione di una bomba in una sala di preghiera del santuario dell’Imam Reza a Mashhad uccise almeno 25 persone.
Nel 2004 attentati dinamitardi uccisero e ferirono centinaia di persone, così come molti furono i morti il 19 gennaio 2008, quando 7 milioni di pellegrini sciiti iracheni marciarono attraverso la città di Karbala, in Iraq e a seguito degli scontri tra le truppe irachene e membri di una setta sciita, morirono 263 persone(a Bassora e Nassiriya).
Ancora sangue il 27 e 28 dicembre del 2009, in Iraq e Pakistan quando una bomba esplose durante la processione a Karachi, Pakistan.
Il 5 dicembre 2011, una trentina di pellegrini sciiti che partecipavano a cortei dell’Ashura vennero uccisi da una serie di attentati dinamitardi a Hilla e Baghdad, in Iraq, mentre il giorno successivo, un attentato suicida uccise 63 persone e ne ferì gravemente 160 in un santuario a Kabul, in Afghanistan.
gjm