Il voto palese sulla decadenza da senatore di Silvio Berlusconi sembra essere diventata una priorità per la maggior parte delle forze politiche dell’arco parlamentare, ad eccezione del PdL che considera la modalità dello scrutinio segreto la via maestra per lasciare libertà di coscienza a quei politici che devono pronunciarsi attraverso il voto.
A puntare per primo sul voto palese era stato il M5S seguito a ruota da PD, UdC e Lega. Piccate le reazioni del PdL con Renato Schifani e Renato Brunetta, con quest’ultimo, capogruppo del PdL alla Camera dei deputati, che ha puntualizzato: “Beppe Grillo non ha paura dei franchi tiratori ma del voto di coscienza”.
Dopo le ironie di Carlo Giovanardi (PdL) sui grillini accusati di voler salvare Berlusconi dietro la copertura del voto segreto, Nicola Morra, capogruppo al Senato dei cinquestelle, ha dichiarato: “Via il voto segreto subito! Se Pd e Lega vogliono veramente evitare il voto segreto non solo sulla decadenza da senatore del condannato a 4 anni Silvio Berlusconi […] non c’è che una via […] mettere immediatamente all’ordine del giorno la proposta di modifica del regolamento del Senato che martedì il M5S depositerà all’avvio dei lavori”.
Uno scontro politico in seno alla maggioranza sembrerebbe profilarsi all’orizzonte con Angelino Alfano che richiama gli alleati del PD alla responsabilità, “quel senso di responsabilità dimostrata in questi mesi da Silvio Berlusconi”: “In questo momento l’atteggiamento del PD sta mettendo molto più a rischio il governo di quanto non lo faccia il PdL”. Alfano si è anche rivolto ai membri della giunta affinché “[…] riflettano sul diritto ad essere senatore del leader di uno dei soci della maggioranza”. Sorvolando sul fatto che si sta parlando di un leader frodatore fiscale condannato con sentenza definitiva della cassazione. Tutti ricorderanno che per molto meno il ministro Josefa Idem fu costretta a dimettersi in fretta e furia.
Roberto Calderoli parla del gioco sporco e sotterraneo che i partiti starebbero attuando in previsione che l’attuale esecutivo collassi su se stesso: “sono venuti a chiedermi i voti dei nostri senatori per un nuovo governo”. Con queste dichiarazioni il padre della legge porcata non nasconde che i giochi per un nuovo governo (Letta bis? – ndr) che escluda il PDL, a vantaggio di altri partiti, potrebbero essere già conclusi. Calderoli non ha mancato di sottolineare il suo rifiuto a questi inopportuni inviti: “sarebbe un tradimento dei nostri militanti. E poi mi vedete in Consiglio dei ministri accanto alla Kyenge?”.
La sostanza però non cambia e dopo il solito giro di screzi e dichiarazioni al veleno da parte dei big dei diversi partiti, a farla da padrone rimangono i moniti, le nomine (ultima quella di Giuliano Amato quale giudice della Corte Costituzionale) e le interferenze politiche di Giorgio Napolitano, tutt’altro che arbitro imparziale sul devastato scenario della politica italiana. Questa volta però a mettere un paletto sulle presunte buone intenzioni delle principali forze politiche relativamente al voto palese, è stato il presidente del Senato Pietro Grasso: “Io applico il regolamento ma se le forze politiche trovano l’accordo per cambiarlo, non sarà certamente il presidente del Senato a impedire una cosa del genere. Io sono pienamente rispettoso del volere della maggioranza delle forze politiche”.
Probabilmente non ci sarà nessun tra le forze politiche per cambiare il regolamento in questione ma in Italia, ormai, è noto da tempo che gli annunci valgono più di mille meritevoli azioni. I franchi tiratori dunque possono stare tranquilli poiché il mercato delle vacche sembra già aperto.
Totò Castellana