di Elio Di Bella
Ci angoscia la vista del nostro mare sporco e maleodorante. Ma diciamoci la verità: che il nostro mare sia inquinato per colpa dei pennelli a mare o per gli scarichi abusivi, per assurdo è il dato meno importante. Ciò che ci angoscia è ben altro: abbiamo avuto ed abbiamo una classe politica chiaramente incapace di gestire il territorio e che mette in serio pericolo persino la nostra salute.
Al Comune non sanno neppure dove si trovino tutte le condotte delle acque bianche e di quelle luride. In tutti questi anni assessori, sindaci e funzionari non sono stati in grado di gestire questo servizio, di avere i finanziamenti per migliorarlo, di appaltare i lavori, ecc. Una massa di incompetenti ha gestito la cosa pubblica in tutti questi e ha prodotto il disastro ecologico di San Leone.
E le responsabilità sono dei vecchi amministratori come dei nuovi, dei vecchi tecnici e funzionari come dei nuovi.
Ricordo che quando si decise di mettere mano alla ristrutturazione della Villa del Sole, non sapevano neppure come era fatta quella Villa, dove stavano i fili elettrici e dove le condotte. Palazzinari e abusivi vari hanno potuto perciò fare e disfare a proprio piacimento approfittando di questo andazzo. E le cose continuano ad andare così. In tale contesto è facile per chiunque dare la colpa anche dell’inquinamento a mare a questo e a quello, perché la situazione che hanno creato tutti insieme ( amministratori, funzionari e ditte concessionarie) è tale che non si riesce più a comprendere come stiano veramente le cose.
E questo non è qualunquismo, sia chiaro. Al di là di tutto, infatti, una cosa è certa: il nostro territorio è stato devastato da una classe politica ben individuabile: basta sfogliare gli elenchi delle giunte di ieri e di oggi. Non ci sono misteri. Il nostro territorio è stato gestito da incapaci e disonesti che hanno permesso l’affermarsi di una diffusa illegalità.
Tutto questo purtroppo è avvenuto anche sotto gli occhi della magistratura che avrebbe certamente potuto fare molto di più, sia in termini di prevenzione che di azione repressiva. Avremmo avuto bisogno di magistrati d’assalto, ma per questi problemi non li abbiamo mai conosciuti.
Tanti agrigentini hanno certamente approfittato della situazione costruendo case senza fognature. Altri sono rimasti indifferenti, quando si trattava di decidere sulla privatizzazione dell’acqua (anche se oggi in molti si sono pentiti, firmando i referendum abrogativi).
Dalla vicenda del mare inquinato dobbiamo trarre una lezione: questo tipo di classe politica incapace di intendere e volere non deve poter più mettere piede a Palazzo dei Giganti; i funzionari del Comune devono avere sotto controllo ogni centimetro della città; la magistratura deve colpire severamente chi amministra senza esserne capace e agisce producendo danni alla popolazione; i cittadini di Agrigento devono rivedere il loro modo di gestire la cosa pubblica e devono seguire con attenzione le scelte degli amministratori.
Elio Di Bella
Condivido in toto l’articolo del prof. Di Bella, ed aggiungo, chi difende l’indifendibile, chi non si arrende all’evidenza dei fatti, chi nasconde la verità, ha sicuramente un fine occulto.
Mio nonno diceva “”sbagliare è umano, perseverare è diabolico, avvocato Arnone””.
Grazie dell’ospitalita Sergio
sì, ma l’avvocato Arnone, per quanto difenda l’indifendibile, non è mai stato nè sindaco nè assessore, quindi siamo alle solite: vi ittati do’ muru vasciu…
Il Prof. Di Bella ha ragioni da vendere e mi associo con lo stesso risentimento di cittadino turlupinato al suo impegno per fare “USCIRE FUORI” la verità sul “male oscuro” (ma non tanto, che condiziona in modo deleterio tutta la vita di una amministrazione tenuta in ostaggio. E’ proprio così: la cialtroneria dell’amministrazione comunale e le mistificazioni di qualcuno, impediscono che il problema si risolva SUL SERIO. Signor Procuratore della Repubblica, aspettiamo un suo deciso intervento perchè le vie legali per risolvere i problemi non esistono più. E’ una indecenza che va estirpata alla fonte. Accerti perchè il sindaco fa finta di fare qualcosa, ma in effetti non fa niente al riguardo. Invece di adoperarsi con tutte le sue forze per risolvere questo problema (si limita solo a fare proclami di “sporcizia” e non di reale “inquinamento” e ci propina la sua uscita dalle acque insieme all’amministratore di Girgenti Acque, cui fa solo il paio un consigliere comunale che si esibisce in una plateale bevuta di acqua di mare), addirittura, fa perdere la disponibilità di somme già a suo tempo finanziate e (sia pure corrose dagli anni di mancata utilizzazione) ancora oggi utilizzabili. Avvii una seria inchiesta per accertare chi e perchè, mistificando la realtà, non vuole che il problema si risolva, in nome di una falsa legalità che viene spesso invocata e sbattuta in faccia agli agrigentini con ritmo ossessivo da una emittente tutt’altro che votata alla corretta informazione.