L’Organizzazione attiva in entrambi i Paesi, dove circa 5 milioni di persone sono state colpite da allagamenti e frane, per distribuire acqua potabile, kit igienici, beni alimentari e creare spazi sicuri educativi e ricreativi
Decine di migliaia di bambini non possono frequentare la scuola in Indonesia e Thailandia dopo che alluvioni e frane hanno causato centinaia di vittime e colpito circa 5 milioni di persone[1], secondo quanto riferito da Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro.
A Sumatra, in Indonesia, oltre 600 persone hanno perso la vita e centinaia risultano disperse a causa delle piogge torrenziali che hanno provocato frane e inondazioni diffuse, colpendo soprattutto il nord dell’isola[2]. Almeno 1.000 scuole sono state danneggiate e chiuse nelle province di Aceh e Sumatra, mentre altre sono state trasformate in rifugi di emergenza, interrompendo così l’istruzione per decine di migliaia di bambini.[3]
Gli operatori di Save the Children, impegnati nella distribuzione di aiuti nel nord di Sumatra, segnalano che bambini e famiglie hanno urgente bisogno di cibo e riparo, mentre piogge e mare agitato ostacolano le operazioni di soccorso. Alcune comunità restano isolate a causa delle acque e delle frane, e le strade danneggiate rallentano la distribuzione di beni essenziali.
“Strade bloccate, interruzioni di corrente e la sospensione dei servizi essenziali mettono a rischio la salute e il benessere psicologico dei bambini. È un momento di grande incertezza: hanno perso case, scuole e persone care. È fondamentale dare priorità alle loro necessità e tutelare i loro diritti, garantendo luoghi sicuri per i minori e le loro famiglie, cibo nutriente, accesso ad acqua potabile e protezione”, ha dichiarato Fadli Usman, Direttore Umanitario di Save the Children Indonesia, che si trova nell’isola di Nias, una delle aree più colpite.
Secondo una valutazione effettuata da Save the Children in 7 delle 12 province colpite nella Thailandia meridionale, a causa di queste inondazioni senza precedenti, circa 76.000 bambini non possono frequentare la scuola. Gli edifici scolastici sono stati chiusi o trasformati in rifugi temporanei per le persone sfollate.
Migliaia di minori, inoltre non hanno accesso alla didattica online a causa di blackout e infrastrutture danneggiate.
“Le alluvioni colpiscono i bambini più duramente. Da un giorno all’altro hanno perso l’accesso all’istruzione, a spazi sicuri per giocare e a servizi essenziali come acqua potabile e cure sanitarie.
Ripulire, riparare e riaprire le aule è essenziale per consentire ai bambini di tornare a scuola in sicurezza. Con rifugi sovraffollati, aumentano i rischi di sfruttamento, separazione dai caregiver e stress emotivo. Senza un intervento immediato, la sicurezza dei bambini, il loro diritto all’istruzione e il benessere psicologico saranno sempre più a rischio”, ha commentato Guillaume Rachou, Direttore Esecutivo di Save the Children Thailandia.
In Thailandia, l’Organizzazione sta creando spazi sicuri per i bambini nei centri di evacuazione, dove possono giocare e imparare, e sta distribuendo aiuti essenziali alle famiglie colpite, tra cui kit per neonati e bambini e kit igienici.
Save the Children opera in Indonesia dal 1976, in 20 delle 38 province esistenti, con interventi umanitari e progetti su istruzione, salute e nutrizione, protezione dell’infanzia e lotta alla povertà.
In Thailandia è attiva dal 1979, con focus su protezione dei minori, istruzione, governance dei diritti dell’infanzia, mezzi di sussistenza e risposte umanitarie per bambini e giovani.
Per sostenere l’attività di Save the Children in emergenza: https://dona-ora.savethechildren.it/dona-anche-tu-emergenza-in-corso