
“È un segnale positivo da parte del Governo che dimostra attenzione verso il mondo produttivo e disponibilità all’ascolto. I chiarimenti arrivati oggi sulla Transizione 5.0 consentono di fare ordine dopo un forte momento di sbandamento per tutta la filiera della meccanica agraria e dell’innovazione agricola. Avremmo voluto più tempo per consentire una partecipazione più ampia, ma ora abbiamo sette giorni per completare il lavoro. Chi ha già caricato la domanda può confidare che sarà lavorata regolarmente”. Lo dichiara Andrea Borio, presidente di Federacma, Federazione Confcommercio delle associazioni nazionali dei servizi e commercio macchine agricole, operatrici e da giardinaggio, che nei giorni scorsi aveva espresso forte preoccupazione per la “tempesta perfetta” che si stava abbattendo sugli incentivi all’innovazione per il comparto primario.
Il decreto-legge, annunciato dal Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso e che dovrebbe approdare in Consiglio dei ministri già questa sera, permetterà, infatti, di prendere in considerazione tutte le domande già caricate a Transizione 5.0 e quelle che saranno caricate entro il 27 novembre, sanando i disguidi tecnici e normativi che avevano rischiato di escludere molte imprese. Si tratta di una buona notizia per migliaia di aziende che potranno completare il caricamento sul portale GSE e veder riconosciuto il proprio diritto all’incentivo, se in possesso dei requisiti previsti.
“Rimaniamo ora in attesa di leggere il testo ufficiale del decreto e di veder confermate queste aperture, che accogliamo con favore – afferma Borio – ma al tempo stesso è indispensabile intervenire sull’articolo 26 della Legge di Bilancio 2026, che rischia di compromettere il futuro degli incentivi per l’innovazione in agricoltura. La norma, nata per contrastare le indebite compensazioni, vieta l’uso dei crediti d’imposta in compensazione con i versamenti previdenziali e Inail: una misura che penalizza le imprese agricole, spesso soggette a regimi fiscali semplificati e con poche imposte da compensare. Così facendo, si azzera di fatto la possibilità per molte aziende agricole di usufruire del credito d’imposta per l’acquisto di beni strumentali”.
Federacma continuerà a monitorare da vicino l’evoluzione del provvedimento su Transizione 5.0 e a collaborare con le Istituzioni affinché agli imprenditori agricoli venga garantita la possibilità di accedere allo strumento, in cui la Federazione ha creduto fin dall’inizio, lavorando accanto al MIMIT per individuare le modalità più semplici ed efficaci per renderlo pienamente operativo anche per il comparto primario.