La tragedia a cui assistiamo, culminata nell’offensiva militare in corso, rende ormai evidente a tutti l’obiettivo del Governo Israeliano: annettere territorio palestinese eliminando o riducendo al minimo la presenza della popolazione. Negli ultimi 23 mesi Gaza è stata sistematicamente distrutta, dal Nord a Rafah, e adesso anche la città di Gaza, dove civili senza rifugi né cure muoiono per bombardamenti, fame e malattie curabili. Il Governo israeliano mira a rendere la Striscia inabitabile, cancellando il diritto dei palestinesi al ritorno e all’autodeterminazione.
La Commissione d’inchiesta indipendente dell’ONU ha documentato in un rapporto pubblicato il 16 settembre 2025 che il Governo israeliano commette almeno quattro delle cinque condotte vietate dalla Convenzione sul genocidio, con un chiaro intento distruttivo: ciò che accade a Gaza è genocidio. La Corte Internazionale di Giustizia ha già imposto da oltre un anno e mezzo misure provvisorie vincolanti, e il suo parere consultivo del luglio 2024 ha riaffermato l’illegalità dell’occupazione e dell’apartheid, chiedendo il ritiro totale dai territori palestinesi occupati. Il rapporto richiama inoltre la responsabilità degli Stati parti dello Statuto di Roma: devono cooperare con la Corte Penale Internazionale, fornire prove, protezione ai testimoni ed eseguire i mandati di arresto contro i responsabili dei crimini.
L’Assemblea Generale ha ancora una volta votato a larghissima maggioranza una risoluzione che riprende la Dichiarazione di New York e, ribadendo la radicale condanna delle azioni di Hamas e di ogni attacco contro i civili, impegna Israele a smantellare la propria presenza illegale nel territorio occupato (Cisgiordania, Striscia di Gaza e Gerusalemme Est) e gli Stati terzi a interrompere ogni forma di sostegno a Israele.
Il genocidio in corso è il risultato di decenni di impunità. Continuare a ignorare gli obblighi internazionali significa complicità.
L’Italia, come Stato parte della Convenzione per la prevenzione e la repressione del crimine di genocidio e dello Statuto di Roma, e firmataria della Dichiarazione di New York, deve assumersi la responsabilità storica di operare per il rispetto del diritto internazionale e del diritto umanitario internazionale.
Come organizzazioni umanitarie e di sviluppo della società civile, presenti in Palestina da decenni, chiediamo al Governo Italiano e a quelli dell’unione Europea di agire immediatamente e con determinazione per:
- Interrompere qualsiasi accordo commerciale o di cooperazione con il Governo Israeliano che favorisca l’occupazione illegale dei territori occupati
- Imporre sanzioni verso Israele per violazioni gravi del diritto internazionale e sostenere le sanzioni che saranno proposte in seno alla Unione Europea
- Bloccare la vendita, l’acquisto o il trasferimento di armi, munizioni, equipaggiamenti e servizi militari da e verso Israele
- Assicurare l’apertura e il funzionamento di tutti i valichi per permettere l’ingresso degli aiuti e degli operatori umanitari e per garantire cure a malati e feriti dentro e fuori dalla Striscia di Gaza
- Rafforzare l’impegno per imporre un cessate il fuoco immediato e permanente, porre fine all’occupazione e compiere tutti i passi percorribili per riconoscere il diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese.
- Sostenere il lavoro della Corte Penale Internazionale e delle altre corti internazionali competenti anche attraverso il blocco degli effetti delle sanzioni unilaterali promosse dall’amministrazione Trump
La situazione a Gaza è già irreversibile: i crimini continuano ogni giorno nella totale impunità. Non c’è più tempo per parole di circostanza. È in gioco non solo il futuro del popolo palestinese, ma la credibilità del diritto internazionale e il futuro dell’umanità stessa.
Roma, 22 settembre 2025